venerdì 23 maggio 2014

Da Alessio Mannino Nuova Vicenza :Gentilin contro la “macchina dei fanghi”: faccia i nomi

Una notizia è una notizia, e le presunte registrazioni audio di una (o più?) sedute della giunta di centrodestra di Arzignano, messe online dal fantomatico signor Rossi, lo sono e perciò le abbiamo pubblicate. Pur con tutti i condizionali e le cautele del caso, andava fatto. Perciò quando, nella sua replica, l’amministrazione guidata da Giorgio Gentilin punta l’indice contro «certa stampa» proprio non lo seguiamo: quale stampa? La tesi è che non meglio specificati «potentati economici», in combutta con altrettanto vaghi organi di informazione, abbiano macchinato un attacco di cui il sindaco e gli assessori sarebbero vittime per un motivo preciso: essersi messi di traverso all’«indecente business» dell’inceneritore dei fanghi da concia.
Sul merito di questa spiegazione torneremo approfonditamente, e siccome questo giornale online è votato all’approfondimento, lo faremo sine ira, senza la pressione della campagna elettorale che sta finendo e che, per Gentilin & Co, costituirebbe il risvolto strumentale nella tempistica degli X files usciti anonimamente («chiaro attentato alla libera e democratica conclusione di una campagna elettorale che ci ha sempre visto in vantaggio»). Per ora ricordiamo solo che ci fu un tempo in cui Gentilin la pensava diversamente: il 27 gennaio 2011, quando il vicesindaco di Montecchio Gianluca Peripoli abbandonò la commissione di valutazione per un futuro impianto di gassificazione, il sindaco di Arzignano in veste di presidente dell’Ato dichiarava che «se qualcuno vuole creare ostacoli si assumerà la responsabilità coi cittadini, perché si danneggerà l’economia e non solo». L’altro giorno, al mandamento di Confartigianato riunito per ascoltare i candidati sindaco, la sua posizione è stata la seguente: «Per il trattamento dei fanghi, ho analizzato la relazione dell’Arpav sul gassificatore norvegese, concludendo che tale impianto non dava sufficienti garanzie. Ora sarà necessario rianalizzare la questione sulla base dell’accordo di programma integrativo» (20 maggio 2014).
Oggi ci interessa un altro aspetto, politico e di etica civile. La giunta Gentilin evoca la teoria del complotto. Ad ordirlo sarebbe la lobby favorevole al gassificatore per lucrare «affari milionari». Dietro il “fango”, dunque, ci sarebbero gli industriali, che in effetti spingono per realizzare l’impianto. Lungi da noi difendere l’interesse particolare del privato se a discapito della salute pubblica, ma Gentilin non può trincerarsi dietro accuse generiche e senza volto. Faccia i nomi e i cognomi, se è vero quanto afferma. Se non intende farli urbi et orbi, li sillabi all’autorità giudiziaria. Ma contro le intercettazioni anonime non si nasconda dietro teoremi anonimi. La ragione e la verità sono dalla sua? Dica tutto quello che sa. Certa stampa vuole sentirle tutte, le ragioni e le verità sulla “macchina dei fanghi”.

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