domenica 29 settembre 2013

Riunione Acqua Bene Comune Vicenza

COORDINAMENTO ACQUA BENE COMUNE VICENZA
Giovedì 3 ottobre ore 20:45
presso

C.G.I.L. Camera Del Lavoro Di Vicenza

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ORDINE DEL GIORNO:

- CAMPAGNA DI RIPUBBLICIZZAZIONE DEI SERVIZI IDRICI -

Con le recenti modifiche degli Statuti Comunali di Schio e Sandrigo e le relative delibere di indirizzo il fronte dei Comuni vicentini schierati per l'acqua pubblica comincia ad avere una certa consistenza. Tuttavia dai primi tavoli di confronto con gli amministratori emerge l'esigenza di allargare e proporre l'iniziativa ad altre amministrazioni.

Il percorso di ripubblicizzazione in contemporanea deve approfondire i temi legati al diritto amministrativo, societario e del lavoro. Come coinvolgere le professionalita' competenti in merto.

Strumenti partecipativi all'interno delle aziende di servizi.

- NUOVA TARIFFA -

Verifica approvazione nuovo metodo tariffario provvisorio e forme di pressione verso gli Enti Locali.

- OVEST VICENTINO -

Vertenze ambientali.
Nomina nuovo amministratore unico in Acque del Chiampo S.p.A.

VARIE ED EVENTUALI

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acquabenecomune.vi@gmail.com

www.acquabenecomune.org

sabato 28 settembre 2013

Acqua: pozzi sotto controllo a Trissino

Articolo del Gdv del 28 settembre 2013
I vertici della Miteni hanno rassicurano il Consiglio comunale di Trissino sulle sostanze perfluorate. Sul futuro dell'azienda l'amministratore spiega che sono state chieste le autorizzazioni per un nuovo tensioattivo e sostiene sia irrisibile l'impatto sul territorio.  Tra quindici giorni ci sarà un incontro con i tecnici .

Interventi politici dopo la preoccupazione del sindaco di Lonigo

 Il sindaco di Lonigo ha finalmente detto che che con la salute non si scherza. Intervengono sia il Prc e sia la lista Civitas di Lonigo

Acqua inquinata a Lonigo, Prc: il Sindaco convochi assemblea pubblica con espertihttp://www.montecchiopiu.com/leggi/acqua-inquinata-a-lonigo-prc-il-sindaco-convochi-assemblea-pubblica-con-esperti



Articolo integrale di Paolo Rosin(grazie a VicenzaPiù) Paolo era candidato sindaco a Lonigo ora consigliere di minoranza per la lista Civitas . Con la sua lista ha più volte incitato il nostro sindaco Giuseppe Boschetto a informare i cittadini sulla gravità dell' inquinamento in corso. Il sindaco aveva infatto tranquilizzato tutti dicendo che lui la beve l'acqua anche se inquinata e perciò dovremmo berla tutti. Soltanto ora dopo i livelli alti e dopo che  vari gruppi e tanti cittadini sono davvero confusi e preoccupati e continuano a interrogarlo, lui si è esposto dicendo alla stampa che con la salute non si scherza  http://www.montecchiopiu.com/leggi/la-qualita-dellacqua-pubblica-a-lonigo#articlecontent

A Lonigo aumentano i livelli delle sostanze nocive


24 -09-2013 A Lonigo i livelli delle sostanze nocive nella nostra acqua sono aumentati e il nostro sindaco dice che con la salute non si scherza.Lo fa dopo la lettura dei dai dati forniti da Acque Veronesi, in cui si nota un aumento dei valori delle sostanze perfluoro alchiliche nell'acqua. in base alle risutanze delle anailsi il sindaco, invita le società di gestione del ciclo idrico: Acque del Chiampo e Acque Veronesi a intervenire immediatamente per sanare la situazione.

Un interessante articolo sulla Rimar di Trissino che collega il 2013 agli anni ottanta e Trissino con Port Koko in Nigeria

I fili della storia, o meglio delle storie,nella memoria fanno strani percorsi. Rimangono lì, in un angolo remoto del cervello. Poi una storia che inizia nel 2013 fa recuperare dalla memoria il filo di un'altra storia avvenuta alla fine degli anni ottanta che si connette con i fatti del 2013.
Trissino e lo stabilimento Rimar, oggi Miteni, al centro oggi del caso d'inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche e Port Koko in Nigeria, sono lontani migliaia di chilometri e sono dislocati in continenti diversi: Europa, Africa.
Eppure negli anni ottanta un fatto li avvicinò: le navi dei veleni;Cariche di rifiuti tossici dell'industria chimica europea, tra cui le peci fluororate della Rimar.
Così la storia viene raccontata da Andrea Palladino nel suo libro: "Bandiera nera. Le navi dei veleni, Manifesto libri.
Le spiagge di Koko:"nel giugno del 1988 il giornale nigeriano The Guardian pubblica un reportage dal porto della città di Koko. Viene rilevato un traffico immenso di rifiuti tossici, "abbandonati non lontano dalla spiaggia, in una zona abitata e senza nessuna sicurezza". Ad avvisare il quotidiano furono gli studenti nigeriani che abitavano in Italia, che telefonarono ai giornalisti in Nigeria chiedendo di raccontare l'origine di quei rifiuti.
La reazione delle autorità nigeriane fu durissima. L'equipaggio della nave Piave- che nulla aveva a che fare con il traffico – fu sequestrato e in pochi mesi fu introdotta la pena di morte per i moderni pirati ambientali.
Secondo un rapporto del Trade Envirorment
Database-progetto della America University- almeno 54 persone furono arrestate in Nigeria dopo la scoperta delle discariche abusive create dagli italiani. In Italia però, nessuno venne condannato, neanche un solo giorno di reclusione.
L'esportazione illegale dei rifiuti verso la Nigeria era stata oraganizzata nel 1987 dalle attivissime Jelly Wax e Ecoline, le stesse aziende che avevano avvelenato le terre libanesi, organizzandi il viaggio della Radhost. Una volta scoppiato il caso, il Parlamento italiano- grazie sopratutto al gruppo di Democrazia Proletaria, guidato da Edo Ronchi- discusse lungamente di questo nuovo episodio di pirateria ambientale, il conto veniva presentato al nuovo governo. Solo per la bonifica, che era stata richiesta come risarcimento da parte del governo nigeriano, la cifra stimata era di almeno venti miliardi di lire.
Le scorie tossiche e nocive che avevano avvelenatole spiagge di Koko erano partite dal piccolo porto della darsena di Pisa alla fine del 1987.Come già era accaduto qualche mese prima a Marina di Carrara, anche in questo caso il traffico pericolosi è potuto avvenire anche grazie alla compiacenza di molte autorità. La prima autorizzazione viene firmata dal sindaco di Pisa il 2 settembre del 1987. Il documento è incredibilemente confuso: la nave che viene indicata come vettore è la Danix, battente bandiera danese, che risultava avere una capacità di 500 tonnellate. Il sindaco, nell'elencare i diversi carichi autorizzati, con relativo peso arriva al totale di oltre 32.000 tonnellate di rifiuti altamente tossici. Errori forse spiegabili con una confusione di virgole o uno scambio tra chilogrammi e tonnellate. Eppure tutto file liscio, senza nessun intoppo.
L'autorizzazione firmata dal sindaco non cita direttamente le aziende responsabili del carico e dell'esportazione del carico verso Koko, facendo riferimento esclusivamente ad una richiesta presentata il giorno prima dall'agenzia marittima Enrico Bonistalli di Livorno.Nel settembre del 1987 i casi Lynk e Radhost avevano già fatto conoscere le aziende Yelly Wax e Ecolife. Quindi una certa discrezione era sicuramente "opportuna". Il gruppo di Democrazia Proletaria riesce a rintracciare presso il comando del Porto alla Darsena di Pisa e la cartella con le bolle di carico originali.la lista delle società produttrici è lunga e degna di nota: Ecomivil di Cuneo, Vendo Italy di Coniolo, Sofio di Genova, Co-par di Ivrea, Spinoglio di Casl Monferrato, Industrie Chimiche Baslini di Treviglio, Chemintor di Giomello, Alfa Chemical Italiana di Alamo (Pe), P.G.B di Campoligure, Colorificio Attiva di genova e Api spa di Mignanesco, sempre in provincia di Genova.
Una seconda autorizzazione arriva il 14 novembre 1987. L'agenzia che presenta la richiesta per l'esportazione di rifiuti + sempre la stessa, la Bonistalli di Livorno. Cambia la nave- sarà la Line , bandiera tedesca-e cambia la destinazione, almeno in questo primo documento. Il sindaco firma il nulla osta per un viaggio verso il porto libero libero di Sulina in Romania. Leaziende coinvolte anche in questo caso sono tutte del nord Italia e, in molti casi, i trasportatori erano già concosciuti e diffidati in precedenza o sprovvisti delle autorizzazioni regionali, secondo le informazioni contenute nel dossier consegnato in Parlamento dal gruppo guidato dall'allora deputato Edo Ronchi.
I veleni destinati ad essere imbarcati ad essere imbarcati sulla Line provenivano dalla Casco Nobel srl di Piombino, Milano (residui organici), dalla Ferrara Antonino, di Robassanero, Torino( resine semipolarizzate), dalla Siat srl di Brescia ( residui di pesticidi), dalla Sochima spa di San MauroTorinese (residui organici), dalla Fratelli Cremonini snc di Alfi, Verona( decalite cenere, croste colore, magni da stampa) e dalla Rimar Chimica di Trissino, Vicenza( peci fluororate)............ La destinazione del secondo carico, originalmente diretto al porto libero di Sulina, cambierà in viaggio, diventando Koko, Nigeria.......".

21 settembre 2013 Finalmente un primo incontro sull'inquinamento a Lonigo

Venerdì  20 settembre 2013, finalmente qualcuno si è mosso per una prima riunione assemblea a Lonigo. La serata è stata organizzata dal comitato Area Berica o Fare per fermare il declino (sono la stessa cosa) a Lonigo  , infatti si sono formati  dal partito Fare per Fermare il declino dopo la sconfitta elettorale subita con le politiche di febbraio hanno pensato di continuare con un comitato.
- Massimo Follesa di Trissino   era il relatore della serata  invitato dal comitato . Follesa  fa parte della lista civica Cittadini attivi di Trissino e del Covepa- coordinamento Pedemontana-Alternativa
. Giuliano Fin il responsabile del comitato al pomeriggio era andato a incontrare il dottor Vincenzo Cordiano per capire meglio la pericolosità  dei perfluorati alchilici. Così prima che cominciasse l'incontro ho spiegato a lui e agli altri soci presenti  che esiste anche il comitato ABC Val Chiampo e che anche noi  da subito ci stiamo occupando del problema  di questo inquinamento e che avevamo  fatto una richiesta di chiarimenti sull'inquinamento  ai sindaci all'Arpav e ai gestori della nostra Acqua in base a un documento dell’ULSS 20  che consigliava ai nostri sindaci di attenersi alle prescrizioni dell’ISS di garantire il rispetto “del diritto di informazione del cittadino” .
Giuliano Fin ha ricevuto dal sindaco di Lonigo richiedendole agli atti,  tutte le analisi  del periodo critico e dopo il filtraggio e mi ha fatto vedere che sono davvero preoccupanti riguardo i perfluorati nella nostra zona di Lonigo anche dopo aver utilizzato i filtri.
 Dopo l'uscita del mensile Area3 con l'articolo del dottor Cordiano pubblicato,  si sono preoccupati e hanno pensato di trovarsi per capire meglio cosa fare e come agire, ma  non come movimento politico ma come cittadini preoccupati per quello che bevono e danno da bere ai loro figli ogni giorno. Così in quattro e quattr'otto hanno pensato di fare un primo incontro per trovarsi soprattutto fra di loro e capire che cosa sta succedendo alla nostra acqua. Su consiglio di Vincenzo Cordiano hanno chiamato come relatore Massimo Follesa .
  In sala della cartografica c'erano una ventina di persone tra cui alcuni gasisti del ViVerBio e alcuni del Gas Sarego e un assessore di Sarego Flavio Zambon e due consiglieri di minoranza di Lonigo, Rosin ( civitas)e Castiello (lega). 
 Follesa ha iniziato la sua relazione facendoci una scaletta di come è venuto a saper lui dell'inquinamento e cioè tutto è partito da un consiglio comunale dove si parlava della Miteni di Trissino ma non per i PFOA ma invece perchè l'area interessava per un centro commerciale e in questo link è tutto ben spiegato di cosa ci ha informati Follesa oltre che dell'inquinamento in corso:
http://notizie.virgilio.it/notizie/locale/cronaca/2013/07_luglio/03/mcs_in_zona_koris_a_trissino_sciarada_urbanistica_vicentina,40074682.html
Dopo aver partecipato a questo consiglio comunale è saltato fuori l'inquinamento da perfluorati alchilici collegati alla Miteni.http://www.opzionezero.org/2013/07/06/gazzettino-inquinate-le-acque-dei-fiumi-in-30-comuni-coletto-controlli-a-tappeto/ Dopo questo articolo c'è stato subito chi ha calmato la preoccupazione dei cittadini dicendo che l'acqua si poteva tranquillamente bere e questo è stato detto sia dal sindaco di Lonigo e sia dall'Uòss n 5.Ha spiegato poi come il  dottor  Vincenzo Cordiano primario dell'ematologia di Valdagno e presidente dell'associazione ISDE di Vicenza  ci abbia  invece informati fin da subito sulla pericolosità di queste sostanze .
I dati che tl Dr.Cordiano ha reso pubblici e che si basano sugli studi epidemiologici USA pubblicati nel nov. 2012. Forse è una deduzione spiega Follesa  ma questa elaborazione scientifica condivisa negli Usa deve essere alla base anche delle preoccupazioni nelle indicazioni degli istituti pubblici divulgate il 20.07.13 dal giornale di Vicenza.
Ci ha poi relazionato sull'ultimo consiglio comunale di Trissino
e qui potete vedere cosa è successo : TRATTO DA MONTECCHIOPIU.COM NEL CONSIGLIO COMUNALE DELL'11/09 SCONTRO AL CALOR BIANCO CON L'OPPOSIZIONE DEL CONSIGLIERE FOLLESA. Pur avendo esaurito lo spazio a sua disposizione ha tenuto la parola con un j'accuse (CLICCA E GUARDA IL VIDEO) senza esclusione di colpi.

La bordata all'Assessore all'ambiente Cecilia Fochesato, accusata di conflitto di interessi per la sua doppia veste di assessore all'ambiente e di ingegnere chimico in forza alla conceria Basmar, (una ditta con molte criticità ambientali) ha ottenuto che la giunta cambiasse idea e approvasse un'assemblea pubblica. Il sindaco e la giunta per togliersi dall'impaccio di essere accusata di sottovalutare le questioni ambientali e di nasconderle ai cittadini ha consentito al compromesso proposto dal consigliere Follesa di rimuovere diversi passaggi dal suo emendamento che puntava ad un assemblea. Il suo documento con i diversi passaggi ritenuti incongrui e forieri di illazioni dallo stesso sindaco, è stato ritirato e presentato un nuovo emendamento con cui la maggioranza ha "dovuto" accettare un'assemblea con esperti sul tema degli inquinamenti della nostra falda. Follesa dichiara che essa dovrà avvenire entro la fine di ottobre 2013. http://www.youtube.com/watch?v=eOJnOjiFYw4&feature=youtu.be

 Ha poi  spiegato  il ruolo dei Arpav per le analisi dei siti industriali e ha detto che è un delitto tagliare i fondi  a questo ente .Le industrie italiane hanno bisogno di norme e la Miteni continuazione della Rimar chimica una ditta che produceva prodotti per l'agricoltura oltre che per l'impermeabilizzazione degli indumenti e delle pentole è stata responsabile di una grave contaminazione delle falde perchè scaricava i suoi reflui di lavorazione direttamente nel sottosuolo con due pozzi che perdevano. Questo inquinamento fu scoperto negli anni 80  perchè l'acqua si era colorata  di giallo in certi pozzi privati ma però tutto fu messo a tacere  e le sostanze che ormai erano li nel sottosuolo furono lasciate li - a quel tempo la Rimar produceva l'acido perfluoro ottanoico detto anche PFOA della famiglia dei perfluoratialchilici PFAS. Ci ha poi descritto la capacità di queste sostanze di interferire con il nostro sistema endocrino e di tutti i disturbi che poi possiamo riscontrare e così ha relazionato anche sul suo accorgersi quando ha saputo di tutto ciò  su problemi avuti anche dai suoi stretti famigliari come da suo padre e da sua moglie.
Andrea Dal Maso di  di Lonigo presente alla serata ha detto di abitare in via Trassegno e che lui faceva uso del pozzo privato visto che in quella via solo poche famiglie sono collegate all'acquedotto ma siccome ha un bimbo di un anno ha chiesto le analisi della sua acqua alla R&C di Altavilla la quale ha risposto che le analisi sono costose perchè devono inviarle in Germania in quanto in Italia non esistendo una normativa per queste sostanze,  non ci sono neanche macchinari adatti alle analisi.   Così ha chiamato Altissimo del centro idrico di Novoledo il quale ha consigliato di non analizzare l'acqua di pozzi in quanto tutti i pozzi della nostra zona sono fortemente inquinati. Ci sono stati interventi anche molto forti di alcuni presenti e un assessore di Sarego   ci ha informato che  a Sarego il pozzo più inquinato era  quello di Monticello di Fara che presentava i livelli più alti di concentrazione di PFOS.
Le analisi effettuate dopo l'installazione dei filtri hanno evidenziato che l'abbattimento delle sostanze perfluoro-alchiliche nell'acqua in uscita è pari al 100% e che il loro gestore CVS ha subito installato dei filtri così come altri presenti in sala hanno detto di Acque del Chiampo. Alcuni non capiscono perchè noi di Lonigo siamo in Acque del Chiampo mentre Sarego è con CVS. Questo il documento di Arpav inviato anche al sindaco di Trissino l'11 del 7 del 2013 https://docs.google.com/file/d/0B4jsmlFuiwuxb25STDhBQW5NS0U/edit  Conclusioni di questa assemblea sono :

E'  inutile far chiudere la Miteni bisogna cambiare falda se vogliamo avere l'acqua potabile o spendere un sacco di soldi in filtri e poi come siamo messi con le analisi del nostro sangue? quanti perfluorurati contiene? e quanti sono i casi di tumore nella nostra zona? chi ci tutela la nostra salute se un medico che lo vuol fare viene subito fermato e denunciato? grazie davvero al dottor Vincenzo Cordiano per tutto il suo lavoro di informazione e di ricerca che in questi mesi fa per tutti noi. Antonella



18 -09-2013 Grazie ad Antonello Romanazzi che ha redatto il documento, il resoconto del primo incontro con amministratori di alcuni dei Comuni che hanno deciso di intraprendere il percorso di ripubblicizzazone del SII.
Per affrontare questo ed altri importanti argomenti ci sarà imminente una riunione di coordinamento provinciale. 
COORDINAMENTO ACQUA BENE COMUNE VICENZA
Oggetto: relazione dell’incontro del 9 settembre 2013 con i rappresentanti di amministrazioni comunali della provincia
Ordine del giorno:
1. delibere sulla questione “Acqua pubblica” emesse di recente da varie amministrazioni comunali;
2. campagna di ripubblicizzazione dei servizi idrici integrati proposta dal coordinamento provinciale;
3. azioni da intraprendere.
Vicenza, sede uffici comunali di P.zza Biade
All’incontro erano presenti Francesco Lovo, Maria Grazia Parolin, Filippo Canova, Marco Fascina e Antonello Romanazzi per il coordinamento provinciale, l’Assessore Antonio Dalla Pozza per il Comune di Vicenza, l’Assessore Michele Vencato per il Comune di Valdagno, Maria Paola Sbalchiero Consigliere Comunale delegata dal Comune di Marano Vicentino.
- Filippo Canova ha aperto la discussione elencando i vari comuni soci di Acque Vicentine S.p.A. o di Alto Vicentino Servizi S.p.A. che ad oggi hanno emesso delle delibere di indirizzo verso una gestione pubblica e senza scopo di lucro dei servizi idrici. Dopo questo importante passaggio formale, le amministrazioni dovrebbero impegnarsi a mettere in atto, all’interno delle società di gestione del servizio idrico integrato, gli indirizzi politici generali e le linee guida individuati dalle delibere di cui sopra. Ci si augura che nel muovere i primi importanti passi in direzione di una ripubblicizzazione del s.i.i. prevalga un’azione unanime dei soci, concertata con i vari portatori di interesse.
Canova ha poi richiesto ai rappresentanti istituzionali presenti di proporre alla discussione nuovamente i contenuti delle delibere emesse all’interno degli organi delle società di servizio e nelle riunioni A.T.O. e di interessare in merito tutti i soggetti politici competenti.
Il coordinamento provinciale propone pertanto di dare inizio, insieme alle amministrazioni coinvolte, a un lavoro di individuazione di un percorso e di un metodo operativo atti a
realizzare la vera trasformazione delle attuali S.p.A. in house in soggetti pubblici senza scopo di lucro aperte alla partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.
- La parola è passata a Michele Vencato, il quale ha reso noto che a Valdagno la delibera sulla proprietà pubblica dell’acqua è stata approvata all’unanimità.
Il giudizio dell’amministrazione comunale di Valdagno sulla gestione di Alto Vicentino Servizi S.p.A. è positivo ma ciò non significa che non si può ancora migliorare. Al momento non risulta però pienamente definito l’utilizzo dell’acqua nelle sue varie concezioni. Per esempio sono in scadenza nel breve periodo alcune concessioni per la gestione delle centraline idroelettriche poste nel territorio di Valdagno alimentate con acqua di acquedotto. Sarebbe opportuno pertanto che vi fosse una coordinazione tra i soggetti interessati a vario titolo allo sfruttamento delle risorse idriche e, una volta portato a termine il percorso di trasformazione delle s.p.a., si avanzasse in sede regionale una richiesta di agevolazione per le società pubbliche nel rilascio delle future concessioni.
- Nel suo intervento, Antonio Dalla Pozza ha proposto che sia il coordinamento provinciale a proseguire sia nell’azione di pressione sui comuni e sui gestori del servizio idrico che nel lavoro di mediazione e coordinazione fra i diversi portatori di interesse.
Attualmente stanno terminando il proprio mandato molte delle amministrazioni comunali socie di Acque Vicentine S.p.A. che non hanno ancora seguito l’esempio di Vicenza nel deliberare in materia di acqua pubblica. Dalla Pozza ha espresso quindi dei dubbi sulle reali probabilità che questo quadro muti nei prossimi mesi dal momento che le giunte saranno impegnate nell’approvazione dei provvedimenti di massima urgenza.
Le modifiche statutarie e le delibere di indirizzo attuate dai comuni sono necessarie, ha fatto presente Dalla Pozza, per portare formalmente queste questioni in sede di riunioni e di assemblee dei soci indette dai gestori del servizio idrico. Pertanto la promozione di tali azioni amministrative deve continuare a essere il primo obiettivo da perseguire. Un secondo obiettivo che l’Assessore Dalla Pozza ha suggerito al coordinamento provinciale di adottare, è quello di coinvolgere anche gli utenti serviti dalle società che gestiscono il servizio idrico nel lavoro di pressione sui comuni per il perseguimento del primo obiettivo. Un terzo e ultimo obiettivo concerne l’informazione: è necessario capire, sulla base di esempi già realizzati su territori non troppo eterogenei rispetto a quello vicentino, qual è il percorso esatto per giungere a una ripubblicizzazione del servizio idrico.
- Maria Paola Sbalchiero ha espresso l’esigenza di aprire le società che gestiscono i servizi idrici alla sensibilità e alle istanze della cittadinanza, e ad accogliere nelle rispettive assemblee una loro rappresentanza.
Per i comuni soci di Alto Vicentino Servizi S.p.A. sarà molto importante la posizione che assumerà l’amministrazione di Schio. Se questa dovesse deliberare sulla scia di Marano Vicentino e Valdagno, molto probabilmente si giungerà ad esiti positivi anche in altri comuni.
- Secondo Maria Grazia Parolin, il processo di ripubblicizzazione di Etra, la società che gestisce il servizio idrico nel territorio bassanese, è nettamente più difficile essendo multiutility. Inoltre, se il comune di Bassano del Grappa non approva una delibera sulla proprietà pubblica dell’acqua, sarà estremamente difficile che lo facciano gli altri comuni soci di Etra, molti dei quali hanno una popolazione nettamente inferiore.
Il pragmatismo di Maria Grazia Parolin ha sollevato alcune domande concrete:
- I comuni che hanno già deliberato hanno avuto modo di farsi un’idea di cosa comporta un percorso di ripubblicizzazione?
- Sappiamo cosa significa un percorso di trasformazione dello statuto della società di gestione del servizio idrico?
- Cosa ne è del rapporto con i lavoratori dipendenti?
- Quando richiamiamo il principio di partecipazione dei cittadini, siamo consapevoli di cosa implica e delle possibili conseguenze?
- Se la richiesta di aprire i consigli di amministrazione a una rappresentanza di utenti, con semplici funzioni consultive e senza diritto di voto, fosse accettata e accordata, non correremmo il rischio di ritrovarci semplicemente con una s.p.a. che incorpora rappresentanti della cittadinanza incapaci di orientare l’indirizzo di chi gestisce le risorse idriche?
Da questi e da altri punti sollevati durante la discussione a più voci si è convenuto di lavorare, amministrazioni e comitati insieme, dandosi delle priorità:
1- Sensibilizzare all’iniziativa i comuni soci di Acque Vicentine S.p.a. e A.V.S. S.p.a.sia “dall’esterno” con un lavoro capillare dei comitati locali, che “dall’interno” con delle azioni da parte delle amministrazioni che mirino a promuovere il lavoro da loro fatto fin’ora e a proseguirlo. A tal proposito si è fissata la data di mercoledì 18 settembre il primo incontro in ambito A.V.S. presso il Comune di Marano Vicentino.
2- Iniziare a progettare una serie di incontri tecnici che mirino ad approfondire le tematiche legate al diritto societario, diritto pubblico e diritto del lavoro. L’attivo coinvolgimento delle società di servizio, del costituendo consiglio di bacino, dei sindacati e dei vari portatori di interesse è fondamentale. Il coordinamento
provinciale si è impegnato a trovare una serie di figure professionali che possano dare un contributo concreto e ad organizzare un primo incontro tecnico.
3- Pensare fin da subito a forme partecipative da poter proporre all’interno delle società di servizio. Tale passaggio si può ritenere realizzabile nel breve termine a prescindere dal più impegnativo percorso di trasformazione societaria.
Fine dei lavori.

Derivati al fluoro.Presto un incontro pubblico in Comune di Trissino

18 settembre 2013 
Nell'ultimo consiglio comunale di Trissino si è discusso tantissimo sulle sostanze perfluoroalchiliche legate alla Miteni di Trissino. Alla fine merito del consigliere Follesa (cittadini attivi) è stato approvato un ordine del giorno con cui l'Amministrazione convocherà la ditta Miteni in Consiglio comunale e sarà poi convocata anche un assemblea pubblica informativa. I pozzi chiusi sono tre e gli inquinanti non sono solo i perfluorati.

lunedì 16 settembre 2013

Sul sito Acque del Chiampo sono state inserite le ultime analisi della nostra acqua prelevata il 30 luglio scorso

Le analisi son state aggiunte il 10 settembre sul sito di Acque del Chiampo ma non ci sono le analisi dei perfluorati alchilici che aspettavamo! Ma come mai su quella della casetta di Lonigo invece ci sono? forse perchè nella casetta l'acqua viene ulteriormente filtrata?


Cliccate poi nel link per leggere le analisi inserite nel sito con questo LORO  commento 


L'acqua da bere
La qualità dell'acqua

Vedi i dati relativi all'analisi dell'acqua »
Caratteristiche delle acque della Valle del Chiampo e giudizio di qualità

La qualità delle fonti di approvvigionamento idrico non può essere definita al di fuori di un contesto normativo o scientifico che ne stabilisca i requisiti. Fin dal 1958 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha elaborato criteri di qualità per le acque destinate al consumo umano, fatti propri dalle Istituzioni ed inseriti nelle normative dei singoli Stati. Per il nostro Paese vale il Decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, che recepisce la direttiva comunitaria 98/83, relativa alle acque destinate al consumo umano.
Sulla base di queste norme, l’acqua viene sottoposta ad un complesso di analisi fisica, chimica e microbiologica, i cui risultati vengono gestiti mediante precise e rigorose procedure aziendali.

I parametri più importanti che vengono e devono essere riportati sul referto emesso dal laboratorio sono quelli che permettono di capire le caratteristiche, e quindi la qualità, dell’acqua che si beve. I parametri sono suddivisi in fisici, chimico-fisici, chimici e microbiologici. Per questi ultimi vengono, di norma, riportati i macrodescrittori, cioè le specie chimiche, che danno la composizione delle acque e che servono altresì alla loro classificazione.
Va sottolineato che le acque acquistano la propria composizione in base alle caratteristiche delle rocce e dei terreni che attraversano, così come scriveva Plinio nella Naturalis Historia “Tales sunt aquae qualis terra per quam fluunt” (XXXI, 52).

Le fonti di approvvigionamento di Acque del Chiampo si possono suddividere in nove gruppi:
• le sorgenti Brassavalda (loc. Marana) comuni di Crespadoro e Altissimo
• la sorgente Papalini, Crespadoro
• i pozzi in loc. Arso, Chiampo
• i pozzi in loc. Grumello, Chiampo
• i pozzi in località Canove (Tezze), Arzignano
• i pozzi in via Roggia, Montorso Vicentino
• i pozzi in loc. Longa e Natta, Montecchio Maggiore
• i pozzi in loc. Madonna dei Prati, Brendola
• i pozzi in loc. Almisano, Lonigo gestiti non gestiti da Acque del Chiampo spa.

Le principali caratteristiche organolettiche, chimiche e microbiologiche delle principali fonti di approvvigionamento (pozzi e sorgenti) sono riportate nel prospetto di analisi - Caratteristiche di qualità acqua potabile.
Le analisi delle acque evidenziano caratteristiche chimiche e microbiologiche buone, a volte eccellenti.
Nelle sorgenti dell’Alta Valle, che servono i comuni di Nogarole, Altissimo, Crespadoro e San Pietro Mussolino, la mineralità risulta equilibrata (durezza di 16-17 °F), mentre la presenza di nitrati è quella tipica delle acque naturali di montagna (da 1 a 3 mg NO3/l).

Per i pozzi di fondovalle, i valori di concentrazione delle sostanze disciolte nell’acqua sono più alti, ma comunque ben al di sotto dei valori di Concentrazione Massima Ammissibile (CMA), prescritti dalla normativa vigente: ciò si evince dall'analisi dei pozzi di Chiampo, Arzignano (zona Canove), Brendola e Montecchio Maggiore, in cui i cloruri si mantengono intorno ai 8 mg/l, i nitrati non superano gli 15 mg/l e la durezza è mediamente 25-30 °F.
L’acqua erogata in comune di Lonigo proviene dai pozzi della falda idrica di Almisano: le concentrazioni di cloruri sono intorno ai 34 mg/l, i nitrati 17 mg/l e la durezza è mediamente 34 °F.
È possibile, utilizzando quattro parametri (residuo fisso, durezza totale, alcalinità, solfati), classificare le acque come bicarbonato – calciche e bicarbonato – calciche con basso e medio tenore di solfati, come prospetto di analisi.

Il significato di questi parametri è il seguente:

- Il residuo fisso a 180°C rappresenta il contenuto dei sali totali e viene espresso in mg/l.
Esempio: 1 litro di acqua di Chiampo contiene, in media, 300 mg di sostanze disciolte. Queste sostanze disciolte sono costituite da composti inorganici, di cui oltre il 90% è idrogenocarbonato di calcio.

Va sottolineato che questo sale caratterizza tutte le acque del bacino idrogeologico ma anche, come si vedrà, di quelli vicini (ad es. quello delle acque di Recoaro e quello delle Valli del Pasubio).

- La somma degli ioni ioni Ca2+ e Mg2+ costituisce la “durezza totale” dell’acqua: questi infatti sono le specie ioniche predominanti che provengono dall’alterazione e dall’attacco chimico delle rocce (calcite e dolomite). Queste due specie, ioni Ca2+ e Mg2+, sono in equilibrio con il più importante anione, costituito dall’idrogenocarbonato, HCO3-, che si forma dalla presenza di anidride carbonica (CO2) proveniente dall’atmosfera e dall’attacco chimico dalla stessa sulle rocce.. Si tratta di un parametro tecnologico, introdotto per sapere se un acqua è incrostante o aggressiva, cioè se l’acqua forma depositi calcarei oppure fa diventare l’acqua “rossa”. La durezza va vista in funzione di altri parametri (pH, presenza di metalli, ecc.). La durezza permette di effettuare una classificazione delle acque. Si tratta di acque con durezza veramente modesta, che non comporta inconvenienti di sorta, in quanto nelle lavastoviglie viene rimossa a monte dell’utilizzo, mentre nelle lavatrici si utilizzano detersivi in grado di neutralizzarla.

- Un’altra specie chimica che differenzia le acque del comune di Chiampo e quelle di Arzignano, è lo ione solfato, SO42-, che, seppure in concentrazione moderata, partecipa con i bicarbonati ad equilibrare l’acqua. Si può affermare, comunque, che la presenza di solfati non provoca inconvenienti.

I parametri microbiologic (Coliformi totali, escerichiacoli e enterococchi) i sono i principali indicatori della qualità dell’acqua dal punto di vista della potabilità.

La contaminazione microbiologica si può osservare talvolta unicamente nelle acque di sorgente, peraltro non in tutte; tuttavia nella maggior parte della rete dell’acquedotto viene utilizzato l’ipoclorito di sodio come disinfettante a scopo preventivo.

Dal punto di vista igienico-sanitario la disinfezione è fondamentale, e questa è tanto più importante quanto la rete di distribuzione è estesa ed utilizza diversi tipi di acque. Il cloro, sotto forma di ipoclorito, è il più diffuso disinfettante utilizzato in tutto il mondo.

Sono stati esaminati solo alcuni parametri, quelli a nostro giudizio più importanti. Attualmente l’attenzione del legislatore è volta soprattutto all’inquinamento delle acque da parte di sostanze pericolose che, almeno fino ad oggi, non hanno intaccato le acque sotterranee.

I dati portano a dare un giudizio più che positivo sull’acqua distribuita dal Acque del Chiampo SpA.
http://www.acquedelchiampospa.it/qualita_acqua.html

Analisi dell'acqua casa dell'acqua di Lonigo

Esposizione delle analisi dell'acqua nella casetta dell'acqua in via 25 Aprile a Lonigo. (foto fatta un'ora fa e analisi fatte in fine luglio dopo l'attivazione di diversi filtri) 

Commento su queste analisi a cura del Dr.Vincenzo Cordiano che è presisdente dell'ISDE ( associazione medici per l'ambiente) di Vicenza  : stando alle analisi, pare che il pfoa eil pfos sono sotto i 10 ng/litro che, forse è il limite di rilevamento della metodica usata per svelare la presenza de queste sostanze. Possono essere veramente zero o fino a 9,99 nanogrammi, il numero preciso non lo sanno o non lo vogliono dire. Quindi significa che se quella è l'acqua che poi viene bevuta, per quanto riguarda pfoa e pfos i valori sono molto bassi tenete presente però, che i perfluoroalchilici sono oltre 20, e di questi almeno 12 sono stati trovati dall'Arpav se non ricordo male, nelle acque e alcuni come il PFHxS, sono forse ancora peggio degli altri due e stanno aumentando perchè le ditte non producono più pfoa e pfos e stanno cercando di sostituirli con altri che contrabbandano come più sicuri, ma non si sa in base a quali dati.
  Queste sostanze chimiche resistono fino a quasi 400 gradi, ecco perchè le usano nelle pentole e padelle antiaderenti

Berlino, l’acqua torna pubblica


La compagnia che distribuisce l’acqua a Berlino torna in mani pubbliche. È questa la notizia emersa dopo l’incontro tra l’amministrazione cittadina e l’azienda francese Veolia, che ha deciso di cedere per 590 milioni di euro il 24,9 per cento delle azioni che deteneva dal 1999 nella Berliner Wasserbetriebe (BWB).
Già l’anno scorso la compagnia elettrica tedesca RWE aveva rivenduto la sua quota del 24,9 per un importo do poco superiore ai 650 milioni. In questo modo ha termine la più grande partnership pubblico-privato della storia della Germania.
Il ritorno dell’acqua in mani pubbliche risponde alle richieste di una larga fetta della popolazione berlinese, che in un referendum del 2011 aveva espresso la sua contrarietà alla gestione privatistica delle risorse idriche.
“Siamo felici che l’acqua di Berlino sia di nuovo pubblica, ma allo stesso tempo critichiamo il costo molto alto dell’intera operazione” ha dichiarato Gerlinde Schermer, membro del Parlamento locale, che nel 1999 votò contro la cessione ai privati della metà della BWB. “Il prezzo pagato per il 24,9 per cento delle azioni della Veolia renderà molto difficile poter diminuire le tariffe idriche per i prossimi 30 anni” ha aggiunto la Schermer.
Sulla stessa linea dell’esponente politica anche il Tavolo dell’Acqua di Berlino, che dal 2006 si è battuto per questo importante risultato e ora sta provando a rilanciare il tema con la stesura della “Berlin Water Charta” e ha proposto di creare un nuovo ente che funga da strumento partecipativo per una gestione democratica, orizzontale, trasparente e sostenibile dal punto di vista ecologico delle risorse idriche.
Ora l’accordo tra la municipalità e la Veolia deve essere ratificato dal consiglio comunale, ma non sembrano esserci dubbi che la maggioranza composta dalla SPD e dalla CDU voterà a favore.http://www.recommon.org/berlino-lacqua-torna-pubblica/?fb_action_ids=544760605589216&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map={%22544760605589216%22%3A217407728422663}&action_type_map={%22544760605589216%22%3A%22og.likes%22}&action_ref_map=[]

Battaglia sul fluoro e le ricadute


Il Dottor Cordiano commenta così l'articolo apparso sul Giornale di Vicenza il 12 settembre  scorso : I numeri del registro tumori del veneto non me li sono inventati io. Io li ho solo usati per fare delle mie considerazioni, avanzate delle ipotesi, cercare delle risposte. Se qualcuno mi dimostra con numeri attendibili, con dati certi e fonti qualificate e controllabili che le stime del registro tumori non si sono avverate e che l'aumento è solo apparente e si può spiegare in altro modo, io sono ben felice di sapere che le ipotesi non siano state confermate dalla realtà. Però mi è vi devono dare dei dati certi, non delle semplici dichiarazioni di seppur rinomati medici, che se non corroborate da dati certi, lasciano solo il tempo che trovano. Perchè uno potrebbe controbattere che non sono aumentati perchè storicamente sono sempre stati più numerosi che nelle altre provincie, e poi come si spiega che nelle altre zone aumentano molto di meno?

Dal blog dell'associazione Cillsa sempre sull'inquinamento della nostra acqua

Dall'associazione Cillsa :Malgrado l'opera di pompieraggio attraverso la quale Regione, provincia e comuni tentano di derubricare il problema e si affannano a dichiarare che le acque dei nostri acquedotti sono potabilissime, i cittadini non abbandonano lo stato di allerta.

E' di questi giorni l'allarme lanciato dalla associazione ISDE "medici per l'ambiente" e dei Medici di famiglia che denunciano forte preoccupazione per l'aumento di vari tipi di tumori nella nostra provincia. Pubblichiamo di seguito la lettera firmata da Medici di Medicina Generale e ISDE attraverso la quale ricordano la pericolosità dei composti perfluoroalchilici e chiedono che sia avviato con urgenza un progetto di screening sanitario della popolazione vicentina residente nei Comuni che hanno attinto per anni l'acqua potabile per i loro cittadini dai pozzi contaminati.
http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/09/inquinamento-delle-acque-da-prodotti.htmlhttp://www.jazzblueseindignazione.com/2013/09/inquinamento-delle-acque-da-prodotti.html

mercoledì 11 settembre 2013

Serafin in Acque Chiampo, lo zampino di Abalti

 A chi si deve la recente nomina di Alberto Serafin, progettista nel settore comunicazione, ad amministratore unico di Acque del Chiampo Spa per solitaria volontà del sindaco Pdl di Arzignano, Giorgio Gentilin? Se lo chiede l’opposizione di centrosinistra della città del Grifo. La risposta c’è. E passa tutta per la politica.http://www.nuovavicenza.it/2013/09/serafin-in-acque-chiampo-lo-zampino-di-abalti/

 http://www.nuovavicenza.it/2013/09/serafin-in-acque-chiampo-lo-zampino-di-abalti/

Contaminazione acque, l'appello dei medici: screening immediato della popolazione

 Pubblichiamo di seguito la lettera firmata da medici e altri professionisti della salute, in gran parte membri dell’International Society of Doctors for Environment (ISDE) e medici di Medicina Generale (MMG), attraverso la quale ricordano la pericolosità dei composti perfluoroalchilici e chiedono che sia avviato con urgenza un progetto di screening sanitario della popolazione vicentina residente nei Comuni che hanno attinto per anni l'acqua potabile per i loro cittadini dai pozzi contaminati.


http://www.vicenzapiu.com/leggi/contaminazione-acque-lappello-dei-medici-screening-immediato-della-popolazione

Lo strappo che scuote Acque del Chiampo


Articolo di Ivano Tollettini oggi sul GdV il quale scrive sullo strappo che scuote Acque del Chiampo. Rimane rovente la situazione nell'ovest vicentino dopo la rimozione di Antonio Fracasso da Acque del Chiampo. Acque del Chiampo ha chiuso il bilancio in utile nel 2012 e si appresta a farlo anche per il 2013.Ora con la direzione del nuovo amministratore Serafin ci sono molte preoccupazioni visto il patrimonio netto di 33 milioni. 21 milioni di credito a fronte di 30 milioni di debiti bancari, con un capitale netto investito di 71 milioni di euro. Il totale delle immobilizzaziioni materiali è di 75 milioni.L'esempio è come di aver messo un medico neolaureato in sala operatoria a fare trapianti di cuore visto anche che nel 2012 Acque del Chiampo ha trattato la depurazione di 13,6 tonnellate di reflui industriali e civili. Altro articolo stessa pagina riporta la posizione anche dei sindacati e del Pd che accusa all'amministrazione arzignanese di essere pasticcioni e arroganti.

Gentilin bugiardo e accuse a Fracasso e clamoroso! avevano ragione le associazioni ambientalistiche?

Sul GdV del 10-09-2013 c'è questo titolo su Gentilin che sarebbe un bugiardo,  Sono pesantissime inoltre  le accuse che ha ricevuto l'ex amministratore della nostra Acqua Antonio Fracasso! Marcigaglia avrebbe affermato che Fracasso avrebbe nascosto dati emersi dalle rilevazioni riferite al cromo». «Un'accusa pesantissima - dice il consigliere Edoardo Modini -. È impensabile che solo il presidente fosse a conoscenza dei dati». Marcigaglia da ragione alle associazioni ambientaliste.

Viveracqua la consortile che unisce Acque Vicentine ed Acque Veronesi e non solo....

Qui tutta la situazione aggiornata su Viveracqua( ci siamo anche noi di Acque del Chiampo) da Verona sette news e ho ricopiato anche cosa hanno scritto sull'inquinamento da PFOA
Verona sette news - Massimo Mariotti, Presidente di Acque Veronesi e del Consorzio Viveracqua - la società che riunisce otto gestori del Veneto - entra a far parte del consiglio d’amministrazione di Aqua Pubblica Europea (APE). Si tratta dell’associazione internazionale degli operatori pubblici del servizio idrico integrato che, di recente, ha visto l’adesione di Viveracqua, Acquedotto Pugliese, e Abbanoa (l’azienda unica della Sardegna). La rete di Aqua Pubblica Europea serve oltre 40 milioni di abitanti e racchiude 41 aziende di sei Paesi: Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Spagna, Svizzera. A queste si aggiungono 4 associazioni di operatori pubblici: Aquabru - Association des eaux de Bruxelles (Belgio); Aeopas - Asociación Española de Operadores Públicos de Abastecimiento y Saneamiento (Spagna); FNCCR - Fédération Nationale de Collectivités (Francia); e AIA - Associação Intermunicipal de Água da Região de Setúbal (Portogallo). Il fatturato delle aziende che fanno parte di APE è complessivamente di 4 miliardi 500 mila euro, un capitale che si traduce nella costruzione di pozzi, nell’estensione delle reti idriche, nel potenziamento dei depuratori, e più in generale nella garanzia per i cittadini di avere a disposizione un servizio efficiente, solidamente gestito da operatori pubblici, direttamente controllati dagli Enti Locali. Oltre a Massimo Mariotti, del Cda dell’associazione presieduta da Anne Le Strat (che è anche presidente di Eau de Paris), per l’Italia entrano a far parte Alessandro Ramazzotti (presidente CAP Holding), Cesare Cerea (vicepresidente Amiacque), Stefano Cetti (direttore generale Metropolitana Milanese). Il nuovo consiglio d’amministrazione, eletto a Parigi negli scorsi giorni, durante l’assemblea annuale dell’associazione, rimarrà in carica per i prossimi 3 anni. «Questa nomina mi onora» commenta Massimo Mariotti. «É il riconoscimento che sia con Acque Veronesi sia con Viveracqua stiamo lavorando bene, cercando di offrire ogni giorno ai nostri cittadini un servizio migliore, e avendo sempre un occhio di riguardo per il rispetto dell’ambiente e per il contenimento dei costi». Tra le tante attività volte a migliorare l’approvvigionamento e la gestione del servizio idrico, Aqua Publica Europea si è schierata fin dall’inizio a sostegno della Europea Citizens Initiative, la petizione sull’acqua che mira a modificare la legislazione europea per escludere i servizi idrici dalla normativa sul mercato unico. Una campagna che ha già raccolto oltre un milione e mezzo di firme, soprattutto in Germania e Austria, e che sta portando risultati rilevanti.
Riconoscimento internazionale per il presidente Massimo Mariotti, nominato nuovo componente del CDA
Verona e entra nell'ambito
dell'Aqua Pubblica Europea
5 VERONA SETTE ATTUALITÀ 24 AGOSTO 2013
Le acque superficiali di una trentina di Comuni veneti, principalmente della provincia di Vicenza, e di quelle limitrofe di Padova e Verona, sono interessate da livelli di inquinamento di diversa entità da sostanze perfluoro-alchiliche (PFOA), composti utilizzati principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti.
Lo ha evidenziato una campagna di misurazioni effettuata dal centro Nazionale delle Ricerche in accordo con il Ministero dell’Ambiente.
L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, non appena informato, ha immediatamente attivato i tecnici del dipartimento regionale prevenzione che hanno richiesto un parere all’Istituto Superiore di Sanità sulle possibilità di rischio per la popolazione.
E’ in itinere una dettagliata informativa all’autorità giudiziaria competente e sono già stati attivati i controlli di competenza dell’Arpav.
“L’Iss – informa Coletto – ha rassicurato sull’assenza di un rischio immediato per la popolazione, ma a scopo cautelativo ha consigliato l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l’abbattimento delle sostanze in questione e di prevenzione e controllo delle filiera idrica delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati”.
Dopo una serie di incontri con tutti gli Enti coinvolti, è stata decisa l’adozione di misure atte a ridurre nell’immediato il potenziale rischio per la popolazione:
• è stata data indicazione agli Enti gestori di installare sistemi di trattamento delle acque per l’abbattimento sostanziale delle concentrazioni degli inquinanti presenti.
• è stata valutata, laddove possibile l’adozione di approvvigionamenti tramite reti acquedottistiche collaterali
• è stata messa a punto una metodica di analisi e concordato con gli Enti gestori e con le Aziende Ulss interessate un piano di campionamento delle acque potabili in diversi punti di uscita dell’acqua dai pozzi.
La situazione è monitorata a livello delle Aziende Ulss coinvolte (5 Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Este, 20 di Verona e 21 di Legnago) ed ha un coordinamento regionale ed un supporto a livello centrale da parte dei Ministeri interessati e dell’Istituto Superiore di Sanità.
I dati che si riferiscono alle acque superficiali riguardano 4 aree geografiche ubicate nei territori di competenza delle Ullss 5 Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 17 di Este, 20 di Verona e 21 di Legnago.
a) il bacino dell’Adige e del suo affluente Alpone-Chiampo,
b) l’area del vicentino a nord dell’autostrada costituita principalmente dalla Valdagno (Valdagno e Trissino) e la parte alta della valle del Chiampo (Arzignano);
c) il bacino del Bacchiglione che include Schio, la Valdastico e la città di Vicenza;
d) l’area a sud dell’autostrada racchiusa tra l’Adige e i colli Berici ed Euganei, dove è ubicato lo scarico di un collettore consortile. Questo collettore trasferisce i reflui depurati di cinque depuratori (Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e Lonigo, per un totale circa 2.300.000 abitanti equivalenti) nel canale Fratta-Gorzone all'altezza di Cologna Veneta, in prossimità della confluenza nel Fratta-Gorzone del canale irriguo L.E.B. che garantisce il carico idraulico adeguato. Il canale Fratta-Gorzone, attraversa quindi le provincie di Padova e Venezia, e confluisce nel fiume Brenta in località Punta Gorzone a sud di Chioggia, prima della foce presso Cà Pasqua.
I bacini dell’Adige-Chiampo, del Bacchiglione e dell’Agno a nord dell’autostrada sono meno inquinati con concentrazioni massime di PFOA < 100 ng/L. A sud dell’autostrada, invece, nel bacino di Agno e Fratta Gorzone, anche a monte dello scarico del collettore succitato, sono state misurate concentrazioni di PFOA molto elevate, spesso superiori a 1000 ng/L, che destano una certa preoccupazione dal punto di vista ambientale, pur considerando che i corpi idrici in esame hanno ridotta portata e sono già sottoposti ad un carico antropico e industriale molto elevato.
La concentrazione di queste sostanze nelle acque potabili campionate da punti di erogazione pubblici e privati ha evidenziato concentrazioni variabil. Anche in questo caso la maggior parte delle acque campionate nei bacini dell’Adige (riva destra) e del Bacchiglione (incluso Vicenza) non presentano quantità rilevabili di queste sostanze, mentre nel bacino di Agno-Fratta Gorzone vi sono concentrazioni crescenti da nord a sud, che raggiungono valori di PFOA (sostanze perfluoro – alchiliche) superiori a 100ng/L.
Coletto: “attivata direzione prevenzione, gia’ assunte misure.
Inquinamento acque superficiali

Sul giornale di Vicenza è apparso uno strano articolo contro di noi


Il  Professor Giancarlo Corò, ex presidente di Acque vicentine,ed esperto dell'economia dei distretti ha fatto pubblicare questo suo articolo contro di noi ... anzi secondo lui non esistiamo proprio a Vicenza.... http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Regione/559113_sono_passati_oltre_due_anni_dalla_mobilitazione_popolare_per_il_referendum_sullacqua_pubblica_e_da/.



La nostra simpatica vignetta su Serafin e Gentilin ;-)


Video cronaca della nuova amministrazione di Acque del Chiampo a cura di Cillsa

Su tutta la vicenda della scorsa  settimana sulla gestione della nostra acqua Cillsa ha prodotto questo lavoro http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/09/acque-del-chiampo-gentilin-distrugge-in.html

giovedì 5 settembre 2013

Gentilin si impone.Eletto Serafin. I siìndaci lasciano.


Acquabenecomune Val Chiampo
Alla fine è Serafin il nostro nuovo amministratore unico! L'assemblea di ieri dove i nostri dieci sindaci dovevano eleggere il nuovo amministratore del nostro gestore Acque del Chiampo è stata davvero un colpo basso per noi di ABC ! va contro il volere di migliaia di cittadini che il sindaco Gentilin dice di rappresentare. L'assemblea è così riportata dal GdV di oggi: L'articolo principale firmato da Luisa Nicoli che appare è quello dove il titolo annuncia che

Gentilin si impone.Eletto Serafin. I siìndaci lasciano.
Come leggerete il sindaco di Montecchio dice che Arzignano si è preso una grossa responsabilità e il sindaco di Chiampo spera che si potrà ricucire quello che si è spezzato. Serafin proposto dal solo sindaco di Arzignano ha così preso il posto di Antonio Fracasso il quale era stato riproposto da tutti gli altri sindaci dei 9 comuni. Secondo Peretti (articolo semprei firmato da Luisa Nicoli) che rappresenta il settore concia quello che è successo è una vergogna e dice che non resteranno a guardare. Fa anche tre precisazioni Peretti da parte di Confindustria che si sente di rappresentare e chiede al sindaco Gentilin che si faccia spiegare la differenza tra lobby e rappresentanza sindacale. La seconda che chi ha cercato di fare lobby è stato proprio Gentilin in quanto invece di contattare chi rappresenta un settore ha contattato personalmente alcuni importanti imprenditori conciari per convincerli della bontà della sua scelta. Per terza cosa dice che Gentilin dovrebbe chiedersi come mai l'accordo di programma e le successive integrazioni sono state firmate da Confindustria.
Lino Zonin altro giornalista che scrive sull'assemblea sempre sulla stessa pagina aggiunge che Serafin è il più giovane dirigente della società Acque del Chiampo in via Ferrarreta. Ha infatti 36 anni. Riporta che Serafin non entra in politica, si sente concentrato e responsabilizzato dell'incarico appena avuto. Racconta che da più di dieci anni lavora con i Comuni , con la Provincia e con la Regione.Ha lavorato anche con le provincie di Lazio e Piemonte e tutto ciò con la sua società di comunicazioni. Ha incontrato già qualche sindaco e quasi tutti dimostrano stima verso di lui. Si dice sicuro della valutazione positiva degli altri sindaci minoritari su di lui dopo che avranno conosciuto il suo operato. a scatenarsi su questa nomina sono stati i due ex sindaci uno di Arzignano Stefano Fracasso e l'altro di Chiampo Antonio Boschetto, asserendo che quello che è avvenuto è il fallimento politico dell'amministrazione di Arzignano. alla fine Zonin nomina anche noi di ABC Val Chiampo e ABC Vicenza scrivendo che abbiamo espresso la nostra contrarietà alla scelta di nominare un amministratore unico in quanto va contro il concetto di partecipazione al Bene Comune che da anni cerchiamo di promuovere.

Stefano Fracasso ex sindaco di Arzignano : ACQUE DEL CHIAMPO E IL FALLIMENTO, POLITICO, DI ARZIGNANO

mercoledì 4 settembre 2013

ACQUE DEL CHIAMPO E IL FALLIMENTO, POLITICO, DI ARZIGNANO

Acque del Chiampo è la più importante società di servizi pubblici locali dell'ovest-vicentino. Assicura la
fornitura dell'acqua potabile a circa 100.000 cittadini, provvede a depurarne i reflui. E' impegnata in un programma di risanamento ambientale di valenza nazionale, un Accordo  di Programma  con il Ministero dell'Ambiente e la Regione Veneto del valore di 90 milioni di euro, è il "polmone" idrico del più grande distretto della concia d'Europa. In questi giorni i dieci comuni soci si apprestano a modificarne lo statuto prevedendo l'introduzione dell'amministratore unico. A un passaggio così rilevante e delicato il comune capofila, Arzignano, da sempre l'amministrazione di riferimento su questo ambito per tutto l'ovest-vicentino, si presenta in completo isolamento. Sia rispetto agli altri comuni che  non condividono le proposte di modifica, sia rispetto alle rappresentanze economiche, che ieri hanno duramente criticato l'operato dell'amministrazione arzignanese. Arzignano arriva così all'appuntamento avendo esaurito ogni capacità di leadership sull'area, non sapendo coinvolgere, rappresentare, fare sintesi, della complessità amministrativa ed economica del territorio. Nessuno si fida più di Arzignano, tanto che gli altri comuni chiedono modifiche di commi e codicilli per tentare di salvare un briciolo di concertazione, di capacità di controllo sulla società. Ma non ci sono codicilli che possano restituire la fiducia dilapidata in questi anni da Arzignano. E questo voler fa da sè e per sè del comune di Arzignano ha forse dato qualche risultato? La soluzione del trattamento fanghi si è allontanata e ha creato solo divisioni tra  i comuni, l'integrazione degli impianti di Arzignano e Montebello si è persa nelle nebbie padane, i rapporti con le categorie economiche sono lacerati. Ha prevalso la logica della prevaricazione e le candidature per l'amministratore unico fanno rimpiangere, è quasi un paradosso, i tempi in cui furono proposti il senatore Filippi e l'europarlamentare Sartori (anche questa tutta opera degli amministratori arzignanesi)! La modifica dello statuto certifica il fallimento politico di Arzignano, la sua incapacità di essere guida e sintesi delle necessità economiche, sociali, ambientali dell'ovest-vicentino. Assisteremo a un colpo di reni nell'assemblea dei sindaci o anche Acque del Chiampo cadrà vittima delle logiche spartitorie arzignanesi? Attendiamo trepidanti.

martedì 3 settembre 2013

Delibera della Giunta Regionale su istituzione commissione tecnica, su caso inquinamento acque potabili e superficiali da sostanze PFAS: Bur Veneto n. 76 del 03 settembre 2013

dal Bur del Veneto: delibera della Giunta Regionale su istituzione commissione tecnica, su caso inquinamento acque potabili e superficiali da sostanze PFAS:
Bur Veneto n. 76 del 03 settembre 2013

Deliberazione della Giunta Regionale n. 1490 del 12 agosto 2013

Istituzione della Commissione tecnica per la valutazione della problematica della presenza di sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nelle acque superficiali della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, e per la formulazione di proposte in ordine alla tutela della salute pubblica.

Note per la trasparenza:

Le Autorità Ministeriali competenti hanno segnalato la presenza di sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nelle acque superficiali della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, in merito alle quali le disposizioni normative attuali non prevedono specifici limiti di concentrazione. Con il presente provvedimento, facendo seguito ai numerosi interventi già messi in atto dalla Regione e dagli Enti competenti, si istituisce una Commissione tecnica interdisciplinare, costituita da rappresentanti della Regione e degli Enti coinvolti, con lo scopo di valutare la problematica e di formulare proposte alle Autorità competenti in ordine ai limiti da adottare per la tutela della salute pubblica.

L'Assessore Roberto Ciambetti di concerto con l'Assessore Luca Coletto riferisce quanto segue:

Con comunicazioni protn. 37689/TRI del 29.05.2013 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e prot. n. 10774 del 10.05.2013 del Ministero della Salute, le Strutture regionali per la Tutela dell'Ambiente e per la Sanità hanno appreso della presenza anomala di sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS) in diversi corpi idrici superficiali ed in alcuni punti di erogazione pubblici delle acque potabili nella provincia di Vicenza e comuni limitrofi. In particolare le informazioni circa la presenza degli inquinanti in questione sono state desunte dalla relazione dell'Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR del 25 marzo 2013. Le Autorità Ministeriali di cui sopra hanno quindi richiesto di effettuare gli accertamenti necessari per l'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze in parola e all'attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque.

In seguito alle informazioni pervenute, la Regione Veneto ha immediatamente attivato un tavolo di confronto con tutti i soggetti aventi competenza sulla distribuzione delle acque potabili e sulla tutela della salute. In particolare sono stati coinvolti i Gestori del servizio idrico integrato interessati dal problema in oggetto, invitandoli a porre in essere tutte le necessarie attività a tutela della qualità della risorsa distribuita: campagne analitiche, individuazione eventuali fonti di approvvigionamento alternative, dotazione degli apprestamenti tecnologici atti a ridurre significativamente la presenza di sostanze indesiderate nelle acque di rete. ARPAV ha inoltre provveduto ad effettuare puntuali analisi in merito alla concentrazione dei composti segnalati con campionamenti nei punti di prelievo delle acque potabili; tali analisi confermano peraltro la presenza delle sostanze perfluoro - alchiliche in concentrazioni non trascurabili, coerentemente con i riscontri delle Autorità nazionali. Sono state infine coinvolte le Aziende sanitarie locali, tenute costantemente informate dell'esito delle analisi effettuate e delle iniziative messe in atto per contenere le concentrazioni di tali composti.

A tale proposito si evidenzia peraltro che le attuali normative nazionali che sanciscono i limiti di accettabilità per le acque destinate al consumo umano, non prevedono limiti specifici per i composti PFAS, mentre alcune valutazioni o raccomandazioni sono riportate in disposizioni normative di Stati esteri. Tuttavia il D.Lgs n. 31/2001 e s.m.i., che stabilisce i parametri di qualità per le acque destinate al consumo umano in riferimento alla Direttiva comunitaria 93/83/CE, indica all'art. 4, comma 2, lett. a) che le acque non devono comunque contenere sostanze "in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana".

Sul punto si è espresso anche l'Istituto Superiore di Sanità con parere in data 7 giugno 2013, prot. n. 22264, nel quale si dichiara che "pur non configurandosi, allo stato, un rischio immediato per la popolazione esposta, si ravvisa l'opportunità ed urgenza di adottare adeguate misure di mitigazione dei rischi, prevenzione e controllo estese alla filiera idrica sulla contaminazione delle acque da destinare e destinate al consumo umano nei territori interessati". In particolare l'Istituto ha raccomandato agli organi preposti alla garanzia dell'idoneità al consumo delle acque, e agli altri soggetti coinvolti, le seguenti azioni:

- nel breve periodo l'adozione di approvvigionamenti alternativi, o, laddove tale misura non risulti praticabile, l'adozione di adeguati sistemi di trattamento delle acque per l'abbattimento sostanziale delle concentrazioni degli analiti presenti, con la strutturazione di adeguati controlli e monitoraggi sulla base dei principi di Water Safety Plans;

- nel medio - lungo periodo si ravvisa la necessità di identificazione e rimozione delle fonti di pressione e dell'origine della contaminazione anche attraverso una intensificazione dei controlli lungo la filiera e monitoraggi dei siti più inquinati, con estensione del campo di ricerca ad altre sostanze potenzialmente contaminanti e, parallelamente, la ricerca di approvvigionamenti alternativi per acque da destinare al consumo umano. Può essere altresì ravvisabile l'opportunità di estendere le ricerche all'identificazione di eventuali altre fonti di potenziale esposizione all'interno della filiera alimentare.

Tali azioni sono state prontamente attivate, mediante installazione da parte dei Gestori della rete idrica di idonei dispositivi di filtraggio, chiusura di alcuni pozzi contaminati, opportune opere di interconnessione per abbattere le concentrazioni riscontrate. Sono state inoltre effettuate opportune indagini per individuare le fonti di pressione da parte di ARPAV

In considerazione dei rilievi e delle raccomandazioni formulate dalle Autorità nazionali, nonché del prioritario interesse di salvaguardia della salute pubblica, si rende comunque necessario proseguire nell'azione di analisi dello stato di fatto, nonché approfondire lo studio per ricercare, nel più breve tempo possibile, un valore limite di concentrazione dei composti PFAS, che possa sancire la qualità dell'acqua distribuita per uso potabile o utilizzata in altri settori, quali quello agricolo o di allevamento, pur tenendo conto che la definizione dei limiti di accettabilità non spetta alla Regione o agli Enti locali, ma è di diretta competenza statale. In ogni caso, in ragione dell'importanza prioritaria della salute per la cittadinanza, si ritiene opportuno ed urgente istituire una Commissione tecnica interdisciplinare, composta dai rappresentanti degli Uffici regionali e degli Enti pubblici coinvolti, eventualmente integrabile di volta in volta con rappresentanti di altri Soggetti competenti in materia, che possa avviare una analisi preliminare delle implicazioni sanitarie ed ambientali, al fine di formulare proposte alle Autorità competenti per la definizione dei limiti opportuni in ordine alle concentrazione dei composti in oggetto.

In particolare la Commissione sarà composta dai seguenti membri:

- Segretario regionale per la Sanità o suo delegato con funzione di presidente;

- Segretario regionale per l'Ambiente o suo delegato con funzione di vice presidente;

- un rappresentante della Direzione Tutela Ambiente;

- un rappresentante della Direzione Prevenzione;

- un rappresentante dell'ARPAV del Dipartimento provinciale maggiormente interessato dal fenomeno;

La Commissione potrà essere integrata da rappresentanti di altri Enti o Soggetti interessati secondo la valutazione dei Segretari regionali per l'Ambiente e per la Sanità.

Lo specifico compito della Commissione sarà quindi di approfondire l'analisi della tematica attinente all'inquinamento dei composti perfluoro - alchilici nella Regione Veneto, determinando proposte preliminari, da inoltrare alle Autorità nazionali competenti, in merito alle soglie di accettabilità di tali composti nelle acque potabili.

I membri della Commissione svolgeranno tale incarico nell'adempimento delle normali funzioni di servizio, senza percepire pertanto alcun compenso aggiuntivo; sono dovuti gli ordinari rimborsi spettanti per spese di missione, qualora il lavoro della Commissione preveda sedute o sopralluoghi fuori sede.

Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento.

LA GIUNTA REGIONALE

UDITO il relatore, il quale dà atto che la Struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;

VISTA la Direttiva 98/83/CE;

VISTO il Decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31;

VISTA la Legge regionale 27.04.2011, n. 17 "Disposizioni in materia di risorse idriche";

VISTO il parere dell'Istituto Superiore di Sanità prot. n. 22264 del 7 giugno 2013;

delibera

1. di istituire la Commissione tecnica per approfondire l'analisi della tematica attinente all'inquinamento dei composti perfluoro - alchilici nella Regione Veneto, composta dal Segretario regionale per la Sanità o suo delegato con funzioni di presidente; dal Segretario regionale per l'Ambiente o suo delegato con funzioni di vicepresidente; da un rappresentante della Direzione Tutela Ambiente; da un rappresentante della Direzione Prevenzione; da un rappresentante dell'ARPAV del Dipartimento provinciale maggiormente interessato dal fenomeno;

2. di stabilire che la Commissione di cui al punto 1) potrà essere integrata da rappresentanti di altri Enti o Soggetti interessati secondo la valutazione dei Segretari regionali per l'Ambiente e per la Sanità;

3. di incaricare la Commissione tecnica di cui al precedente punto 1) di approfondire l'analisi della tematica attinente all'inquinamento dei composti perfluoro - alchilici nella Regione Veneto, determinando proposte preliminari, da inoltrare alle Autorità nazionali competenti, in merito alle soglie di accettabilità di tali composti nelle acque potabili;

4. di stabilire che i membri della Commissione di cui al punto 1), svolgeranno le mansioni previste nell'ambito della propria attività di ufficio, senza corresponsione dei ulteriori compensi, se non l'ordinario rimborso delle spese per missione, qualora dovuto;

5. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;

6. di trasmettere il presente provvedimento alla Direzione regionale Prevenzione e all'ARPAV;

7. di dare atto che avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale o ricorso straordinario al Capo dello Stato rispettivamente entro 60 e 120 giorni dalla notifica.

8. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino ufficiale della Regione.