venerdì 21 marzo 2014

Sul blog Aldiquadelguà di Sarego è visibile il convegno sull'acqua e sull'aria di Lonigo

 Grazie ad Antonello Romanazzi del gruppo sostenibile Aldiquadelguà la registrazione del convegno del ViVerBio G.A.S.Lonigo del 6 marzo in sala convegni.


http://aldiquadelgua.blogspot.it/p/notizie-dal-territorio.html

Alleghiamo anche l'intervento che doveva fare François Bruzzo sui biodigestori della nostra zona


Asigliano.
Il 24.05.2011 la Giunta Provinciale autorizzava l’esercizio provvisorio dell’impianto d recupero rifiuti (FORSU) mediante digestione anaerobica con produzione di biogas in capo alla Soc. Berica Utilya SpA. Ricordiamo che per l’occasione il comune di Asigliano sul cui territorio insiste l’impianto si è pronunciò contro l’esistenza di una tale impianto sul proprio territorio anche in ragione del fatto che la zona artigianale produttiva Cà d’Oro escludeva l’accoglienza di ogni attività  di trattamento rifiuti.  Tramite lo strumento di una conferenza di servizi in cui prevalse  a maggioranza l’approvazione del progetto  venne automaticamente portato in variante al piano regolatore di Asigliano contro quindi il parere del Comune  ospite dell’impianto.
L’approvazione del progetto che si avvalse di uno Studio d’impatto ambientale venne dato previo parere della Commissione VIA della Provincia che però vincolò l’approvazione del progetto all’attuazione di 18 prescrizioni . A dicembre del 2012 venne avviato l’impianto. Cominciarono presto le prime lamentele per la forte puzza proveniente dall’impianto e che coinvolgevano le zone residenziali circostanti la zona di Cà d’Oro. E’ da notare che fra le varie osservazioni fatte allo Studio d’Impatto Ambientale ci fù una particolare sottolineatura del probabile impatto odorifero dell’impianto  per le zone di residenza  limitrofe che riguardano sia il Comune di Asigliano che il Comune di Pojana con la sua frazione di Cagnano. Altra criticità rilevata dalle osservazioni allo Studio d’Impatto Ambientale era la difficoltà di reperire la quantità di FORSU necessaria al funzionamento a pieno regime dell’impianto in quanto la FORSU prodotta dai comuni consorziati  è di grande lunga insufficiente e quindi ci sarebbe stata la necessità di alimentare l’impianto con FORSU provenienti da comuni di un’area molto più vasta. Questo valga come monito per la costruzione di ulteriori impianti di questo tipo in un certo raggio di distanza dall’attuale impianto Asigliano.
Avviato quindi nel dicembre del 2012 piovono  lamentele di residenti oltre che del Comitato Tutela Territorio Orgiano e del Comitato Intercomunale Tutela Area Berica, addirittura la polizia locale fecce un sopraluogo denunciando una “puzza insostenibile” nel settembre del 2013. Queste proteste giunsero alla Provincia con tanto di materiale fotografico accertando la violazione di norme di sicurezza nel conferimento della FORSU. Vennero pure inviati esposti .alla Procura della Repubblica, ai N.O.E. al Prefetto, oltre  che alla stessa Provincia. Ciò portò l’ARPAV ad effettuare un sopraluogo  presso l’impianto all’inizio dello scorso mese di ottobre in cui vennero riscontrate un numero rilevante di anomalie coincidenti non solo con il mancato rispetto delle prescrizioni ma anche il mancato compimento di opere che erano nel progetto iniziale. La Provincia emise un provvedimento di diffida nei confronti dell’Utilya il 18 ottobre 2013 (prot. n° 75802) ad adempiere entro 60 giorni alla messa in regola dell’impianto. Fra queste inadempienze brillava in modo particolare proprio il Piano Odori. Solo il 28 febbraio  scorso la Provincia chiudeva il procedimento aperto a seguito del provvedimento di diffida dopo avere preso atto degli adempimenti   alle prescrizioni da parte della società Utilya entro i 60 giorni imposti dal provvedimento stesso. Ora a nostro parere il Piano Odori che abbiamo potuto visionare presso la Provincia ci pare fortemente viziato dal fatto che è la stessa società Utilya che ne fornisce il  monitoraggio secondo il troppo diffuso peccato italico che chi controlla coincide con il controllato. All’ARPAV arriveranno a partire dal 14 gennaio scorso data dell’ultima analisi le ulteriori analisi periodiche ogni quinto mese, così come quello che  nel Piano Odori presentato dall’Utilya definisce “Analisi delle anomalie olfattive, sempre ogni quinto mese a partire dal 14 gennaio scorso.  Il  principio purtroppo saldo per quanto beffardo che il controllore controlla se stesso offre poche garanzie che la vita dei residenti migliori in virtù del fatto che esiste un sì fatto Piano Odori, perciò riteniamo fondamentale ritenere che  il continuo monitorare il disagio ambientale dei residenti legato alle emissioni del biodigestore sia parte integrante della misurazione dell’effettivo impatto ambientale dell’impianto, nonché la possibilità per un rappresentante dei residenti di accedere all’impianto durante il suo pieno funzionamento nei momento in cui ritiene lui  opportuno per esercitarvi  la propria funzione di vigilanza e controllo.
Zermeghedo.
Impianto a biomasse a base di insilato di mais. Progettato per produrre 8 gigawatt all’anno con la necessità di asservire 200 ettari di terreno agricolo monocoltura  di mais . Oltre al fatto drammatico di fare uscire dalla filiera alimentare una tale quantità di mais e di territorio agricolo (un altro grave fatto da associare al tremendo consumo di suolo che colpisce le nostre aree e il Veneto), è anche un colpo nocivo alla biodiversità con tutto ciò che comporta per la qualità della vita degli donne e degli uomini nonché della fauna e della flora.
Creato da una società mista, formata al 30% dal Comune e per il rimanente 70% da
privati, ). La società realizzatrice è la Demetra Energy spa a capitale pubblico-privato, di cui lo stesso comune di Zermeghedo quindi in cui è localizzata fa parte. Doveva partire a marzo 2011 però vari problemi ne ha ritardato l’avvio, nonché incidente che dire “preoccupante” è dire poco, avvenuto nel novembre 2012. Sembra che tutto sia scaturito dall´apertura di una botola di un serbatoio, alto otto metri e dal diametro di venti, con dentro del residuo di gas. Proprio a causa di quest´operazione nel maxi contenitore è entrata dell´aria che ha provocato il botto. Lo spostamento d´ar! ia è stato così violento che ha fatto volare via il pesante telone della copertura, mentre il boato è stato udito dai residenti di tutte le abitazioni della zona che temevano potesse essersi verificata un´esplosione in una delle concerie.
Il Comune parte  in pieno interesse nella gestione dell’impianto, assicura che tutto va per il meglio ma oppone un articolo del regolamento comunale frutto della più antidemocratica politica territoriale basata sull’autoritarismo e la mancanza di trasparenza, articolo che praticamente blocca qualunque richiesta di accesso a un numero piuttosto vario di documenti che vengono così ammantati di un segreto certo indegno del rispetto dei cittadini, visto che costituisce una chiara mancanza rispetto nei confronti dei cittadini stessi. Stiamo in questo caso aspettando la documentazione in mano alla provincia al riguardo per saperne di più.
François Bruzzo
CTTOAV, CITTAB.

Acqua, balletto di cifre sul fluoro

L'arpav ha indicato 15 comuni vicentini dove i valori dei perfluorurati sono da allerta e invece per la nostra Ulss n 5 sono tutti sotto i livelli ministeriali e dicono che possiamo berla tranquillamente!I comuni segnalati dall'Arpav sono : Brendola, Lonigo,Sarego,Alonte, Montecchio, Montorso, Montebello,Trissino, Altavilla, Creazzo, Noventa,Orgiano, Sovizzo , Zermeghedo e Vicenza

Assemblea plenaria conclusiva dei movimenti per l'acqua

Report Assemblea Nazionale
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Roma, 01-02 Marzo 2014
Presenti: Ricercatrice Univeristà Roma Tre, Forum Nuova finanza pubblica, LOA Acrobax, Comitato Acqua Pubblica Molise, Comitato ABC Reggio Emilia, Coordinamento Acqua Pubblica Valle del Tevere, Comitato SBC Pavia, Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua, Comitato Acqua Bene Comune Cuneo, Comitato Acqua Grosseto, A Sud, Comitato Acqua Pubblica Ferrara, Comitato Cittadini per l'Ambiente (Sulmona-Abruzzo), Comitato Acqua Bene Comune Valle Aniene, Confederazione COBAS, Comitato Roma XII per i Beni Comuni, Coordinamento No Accordo Acea-Mekarot, Comitato Acqua Pubblica Arezzo, Comitato Savonese Acqua Bene Comune, Comitato Acqua Pubblica Chieti, Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua, Trasform Italia, Retuvasa, Comitato Acqua Pubblica Colleferro, Coordinamento Romano Acqua pubblica, Abruzzo Social Forum, Genuino Clandesttino, PRC Pescara, Coordinamento Acqua Bene Comune Vicenza, Comitato Acqua Pubblica Salerno, Cepes Palermo, Comitato Acqua Pubblica Civitavecchia, Coordinamento Acqua Pubblica Basilicata, Comitato Acqua Pubblica Imperia, Comitato Acqua Bene Comune Genova, Coordinamento Calabrese Acqua pubblica “Bruno Arcuri”, Comitato Acqua Pubblica Ascoli piceno, Coordinamento Acqua Pubblica Frosinone, Comitato Acqua Pubblica Faenza, Attac Italia, Comitato Acqua Pubblica Capena, Ass. Si Rinnovabili No Nucleare, Comitato Acqua Bene Comune Bologna, Comitato Acqua Bene Comune Forlì, Rifondazione Comunista, Comitato Acqua Bene Comune Varese, Rete della Conoscenza, Comitato Acqua Pubblica Viterbo, Comitato Acqua Bene Comune Empolese-Val d'Alsa, Ass. Yaku, Comitato Acqua Pubblica Lentini, ASAL Intercultura, ARCI, Forum Acqua Beni Comuni Sicilia, FP-CGIL, Comitato Acqua Pubblica Napoli, Comitato Acqua Pubblica Lecco, Movimento 5 Stelle, Comitato Acqua Bene Comune Belluno, Un'Altra Storia Sicilia, Comitato Acqua Pubblica Torino, Ass. M. Mancino, Comitato Acqua Bene Comune Modena, Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua, Comitato AcquaPubblica Anzio-Nettuno, Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.
Programma
SABATO 1 MARZO
ore 10.30-13.00 – assemblea plenaria introduttiva
ore 13.00-14.00 – Pausa pranzo
ore 14.00-16.30 – gruppo di lavoro “campagne nazionali e diritto all'acqua”
ore 14.00-16.30 – gruppo di lavoro “acqua e finanza”
ore 17.00-19.30 – gruppo di lavoro "acqua e democrazia"
ore 17.00-19.30 – gruppo di lavoro "tutela dell'acqua, del suo ciclo integrato e salute"
DOMENICA 2 MARZO
ore 9.30-13.30 – Assemblea plenaria conclusiva
L'assemblea nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua si è svolta nel fine settimana del 1 e 2 Marzo, vedendo una larghissima partecipazione dei comitati territoriali che hanno dato vita a un ragionamento coerente e fluidamente legato, che ha attraversato le due sessioni plenarie e i quattro gruppi di lavoro su: campagne nazionali, acqua e finanza, qualità dell'acqua, e acqua e democrazia.
Largamente condiviso è stato, innanzitutto, il cambiamento di fase in cui ci siamo trovati a svolgere i nostri lavori; infatti, la situazione intorno a noi ha determinato un peggioramento dell'intero quadro politico e sociale, a partire dalla crisi economica che sta velocemente erodendo le condizioni sociali di ampi settori della società italiana.
Di fronte a questa situazione, la risposta dei governi nazionali e della governance europea è stata quella di approfondire le politiche liberiste, imponendo queste ultime nella sostanza e
addirittura le compagini di governo e sancendo di fatto la rottura democratica che, già in passato, avevamo avuto modo di sottolineare.
Le ricadute concrete hanno travolto i diritti e le garanzie, approfondendo i meccanismi di precarietà nel mercato del lavoro, riaprendo in modo esplicito la strada delle privatizzazioni come possibilità principale per rientrare del debito e riducendo sempre di più la possibilità di accedere alle risorse per garantire i servizi pubblici.
Proprio su quest'ultimo punto più di una riflessione si è concentrata sul ruolo degli enti locali e del cappio che è stato messo intorno al loro ruolo di garante dei servizi pubblici e degli interessi della collettività.
Di fronte a questo quadro, il nostro punto di vista, quello della lotta per l'acqua pubblica e partecipativa, è stato delineato con grande forza. Infatti se cambia la fase intorno a noi, è necessario che anche il movimento dell'acqua cambi, ragionando su quali letture condivise e quali strumenti possano essere all'altezza dell'attuale situazione e impattare realmente, non tanto e non solo, sulle strutture decisionali a livello nazionale o locale, ma nel costruire una nuova interazione con quel corpo sociale vasto ed eterogeneo che è stato e rimane il baricentro del movimento dell'acqua.
Per questo, quello che è stato delineato tanto dagli interventi nelle plenarie che in quelli, più specifici, dei gruppi di lavoro, riguarda la necessità di un processo che sia in grado di sottrarsi agli attuali limiti di mobilitazione e possa rilanciare la nostra lotta con una nuova cornice di lettura, anche dal punto di vista comunicativo.
Molto ci si è soffermati anche sulla necessità che, in questo quadro, le nostre campagne e i nostri contenuti siano vissuti e agiti come strumenti plurali e paritari di cui ci dotiamo.
A partire dalle nostre campagne di Obbedienza Civile e per la Ripubblicizzazione, dovremo essere in grado di vivere la differenza dei territori in cui siamo presenti come una ricchezza e, dunque, riuscire ad essere complementari e ad utilizzare queste nostre stesse campagne come ponti levatoi con altre realtà, comprendendo differenti pratiche che, anche queste, sono espressione di un movimento plurale.
A partire da queste considerazioni, nell'assemblea è emersa la necessità, al fine di rafforzare le vertenze su cui siamo impegnati e di innescare interazione con gli altri movimenti, di prendere di petto il tema delle risorse economiche e della ricchezza sociale, in modo da costruire un'alternativa su come investirle, sottraendole alla speculazione finanziaria e ponendo la centralità dei territori come luoghi decisionali sulle stesse.
Ancorata a questa, è stata evidenziata la necessità e la possibilità di un altro modello di partecipazione democratica da contrapporre all'attuale espropriazione di sovranità a favore dei mercati.
Nell'assemblea è emersa con chiarezza la necessità di declinare il nostro discorso in una visione olistica, a partire dalla riappropriazione sociale dell'intero ciclo dell'acqua e dalla sua tutela integrale, mettendo in campo le nostre vertenze e relative competenze acquisite sulla qualità dell'acqua, ed unendo le battaglie ambientali con la tutela della salute.
La proposizione dunque di un discorso circolare intorno all'acqua non poteva che aprire con forza il piano delle relazioni e alleanze che si sono trovate proprio in quei movimenti che, a livello territoriale, si battono per la difesa dei beni comuni, con i quali spesso già si collabora o, addirittura, ci si coordina in maniera strutturata.
Proprio i nessi di cui abbiamo iniziato a parlare quasi due anni fa, sono divenuti elementi importanti nei singoli territori e ci pongono anche la possibilità di ragionare sui nostri stessi strumenti; ad esempio sulla campagna di Obbedienza Civile e la questione distacchi, trovando in molte zone la possibilità di connettere battaglie diverse, ad esempio con i movimenti per il diritto all'abitare.
Ma molto, in questo senso, c'è ancora da fare e sperimentare e, dunque, l'invito è stato quello a continuare ad approfondire in questo senso.
In estrema sintesi, noi rappresentiamo il movimento dell'acqua e offriamo un terreno di lavoro per una battaglia comune per i movimenti in difesa dei beni comuni.
Per riassumere il senso del processo che abbiamo immaginato come un rilancio, abbiamo detto: “Diritto all'acqua: pubblica, partecipata, libera e di qualità!”
1. Gruppo di lavoro campagne nazionali
Il gruppo di lavoro è partito dalla valutazione, ampiamente espressa durante la plenaria di sabato mattina, che la fase che stiamo vivendo è cambiata rispetto a quella del periodo referendario.
In questa nuova fase, dove la crisi cambia le priorità per milioni di persone, il Movimento per l’Acqua deve, anch’esso, cambiare fase.
Dentro a questo quadro di crisi, che è finanziaria, economica, democratica ed ambientale, abbiamo l’esigenza di rilanciare ed innovare le campagne in corso: obbedienza civile, ripubblicizzazione, ICE e attività a livello europeo ed internazionale, Legge di Iniziativa Popolare e rapporto con il gruppo interparlamentare.
In particolare il gruppo di lavoro si è concentrato sulle prime due, condividendo il giudizio sulla loro importanza, non solo in tutta la fase post-referendaria, ma anche per il futuro del nostro lavoro. Rilanciare ed innovare queste campagne, è stato ribadito da molti interventi, significherà innanzi tutto modificare la nostra comunicazione verso l’esterno, trovando nuovi messaggi legati alla necessità di ampliare il loro campo di azione (in particolare per l’O.C. si dovranno valutare azioni di autoriduzione legate alla vicenda depurazione, distacchi ecc., e per la ripubblicizzazione inserendo con forza l’idea che il ruolo della gestione pubblica e partecipata è di fondamentale importanza non solo perché essa garantisce accesso e universalità del diritto, ma anche perché solo un nuovo intervento pubblico crea lavoro e redistribuzione sociale della ricchezza), si dovrà migliorare in modo deciso la comunicazione interna, facendo circolare meglio le varie esperienze in modo che possano essere di aiuto reciproco. Si dovrà inoltre tenere conto della diversità dei vari territori e, quindi, della diversa articolazione che le campagne assumono a livello locale.
Tutto questo ci dice con chiarezza due cose: la loro importanza e contemporaneamente il loro limite in quanto campagne in larga parte svolte localmente e coordinate nazionalmente.
Tutto questo significa che il Movimento per l’Acqua ha oggi la necessità di dotarsi di un punto di unificazione di carattere nazionale che ci permetta anche di uscire da un lavoro troppo spesso giocato sulla “difensiva” e, a volte, eccessivamente “tecnico”.
Un punto di unificazione che ci permetta di “giocare all’attacco” e di andare oltre.
Sotto questo profilo il gruppo di lavoro ha valutato positivamente l’idea di riprendere la nostra narrazione dell’acqua individuando nel tema del “Diritto all’Acqua” il motivo conduttore del nostro lavoro collettivo e nella proposta di inserire nella nostra Costituzione tale diritto e quelli della natura una campagna in grado di rispondere a questa nostra necessità.
In particolare la costituzionalizzazione dei diritti della natura risponde anche all’esigenza di una camapgna unificante tra i vari movimenti in difesa dei Beni Comuni e dei servizi pubblici locali.
Ovviamente quest’ultima proposta avrà la necessità, in tempi abbastanza rapidi di essere meglio articolata e precisata anche con l’aiuto di quei giuristi che nel corso di questi anni si sono dimostrati disponibili.
Si reputa quindi necessario che da subito le persone che hanno fatto parte del gruppo di lavoro si tengano in contatto (inizialmente dando la loro disponibilità attraverso la Segreteria Operativa Nazionale) ed inizino a lavorare sui vari punti al fine di arrivare al prossimo Coordinamento Nazionale (che auspichiamo si tenga entro la fine di marzo) con una prima bozza di proposte da discutere e perfezionare.
Sono infine emerse due proposte:
una mobilitazione in tutti i territori da svolgersi il22 marzo (giornata mondiale dell’acqua)
una mobilitazione nazionale, in tutti i territori, nella seconda metà di Aprile
manifestazione Nazionale contro la probabile ondata di privatizzazioni che verrà messa in campo dal governo Renzi, nella seconda metà di maggio.
2. Gruppo di lavoro acqua e finanza
Al gruppo di lavoro hanno partecipato 64 persone, 21 delle quali sono intervenute.
Il gruppo di lavoro ha condiviso due premesse :
conferma della necessità, al fine di rendere più forte la battaglia per l’acqua, di “aggredire” il tema della finanza, ovvero della riappropriazione e della gestione partecipativa delle risorse;
conferma dell’importanza di questo tema come nesso forte con le altre lotte per la riappropriazione di tutti i beni comuni.
Elementi di estensione della riflessione emersi nel gruppo di lavoro :
estendere il concetto di privatizzazione dell’acqua anche alla sottrazione della risorsa per altri scopi (sovrasfruttamento energetico etc.), ragionando di riappropriazione sociale dell’intero ciclo dell’acqua (questo tema è in diretta connessione con quanto discusso nel gruppo di lavoro “Tutela dell'acqua, del suo ciclo integrato e salute");
ragionare sulla decostruzione dei livelli di governo del ciclo dell’acqua (Ato unici regionali, scomparsa delle province etc.) e le sue conseguenze sulla riappropriazione sociale del bene (questo tema è in diretta connessione con quanto discusso nel gruppo di lavoro “Acqua e democrazia”);
affrontare la questione della legalità, non in senso astratto (nel qual caso il termine assume connotazioni fortemente ambigue), bensì nel senso della rivendicazione dei diritti garantiti da normative e della partecipazione e del controllo popolare sulla loro attuazione;
proporre al movimento per l’acqua, per rendere concreta l’idea di insediare la battaglia dentro la crisi, di mettere in piedi un piano per l’occupazione legato alla tutela del ciclo dell’acqua e dei beni comuni.
Obiettivi in campo:
Livello degli enti locali: essendo gli enti locali al centro dello scontro, occorre un focus sugli stessi che permetta di situare la battaglia dentro la coordinata “ad attacco sistemico all’ente locale occorre risposta sistemica da parte dei movimenti”; in questo senso, la riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni richiede la necessità di :
produrre indagini indipendenti sui bilanci dei Comuni e/o delle società che gestiscono il servizio, in modo da aprire una vertenza sul terreno del debito e della finanza locale;
rafforzare la battaglia per l’acqua attraverso il contrasto al patto di stabilità, con la rivendicazione esplicita che tutte le risorse per gli investimenti rivolti ai beni comuni e ai servizi pubblici escano dal patto di stabilità.
Entrambi questi obiettivi vanno proposti a tutti i movimenti per i beni comuni, al fine di costruire nessi reali e battaglie concrete e condivise.
Su questi obiettivi, la relazione con gli amministratori degli enti locali si situerà, a seconda delle condizioni concrete territorio per territorio, dentro la forbice alleanza/conflitto.
Per quanto riguarda il patto di stabilità, si richiede al Forum la possibilità di attivare saperi tecnici, giuridici e amministrativi per consentire a tutte le realtà locali di potersi adeguatamente attrezzare nella relazione con gli enti locali.
Livello nazionale ed europeo: la traduzione sul livello più ampio di quanto attraversa i territori comporta l’assunzione di almeno tre obiettivi definiti :
ritiro dal fiscal compact a livello europeo e fuoriuscita del pareggio di bilancio dalla Costituzione, in quanto entrambi costituiscono una sorta di costituzionalizzazione della dottrina neoliberale e comportano di fatto la privatizzazione di tutti i beni comuni e servizi pubblici;
assunzione della campagna per la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti e dell’insieme dei temi espressi dal Forum per una nuova finanza pubblica e sociale;
assunzione della campagna “Stop TTIP”, in fase di avvio a livello nazionale ed europeo, in quanto il Partenariato Transatlantico per il commercio e gli investimenti, in fase di negoziazione tra Usa e Ue, rappresenta il più grande attacco sistemico portato ai beni comuni, ai diritti e alla democrazia, con l’obiettivo di realizzare l’utopia delle multinazionali, ovvero la più grande area di libero scambio del pianeta.
Tutti questi obiettivi vanno costruiti dentro le campagne in corso e proposti a tutti i movimenti per i beni comuni.
Su tutti questi obiettivi si rileva la necessità di una comunicazione semplificata e adeguata alla loro diffusione di massa.
3. Gruppo di lavoro qualità dell'acqua
Il gruppo di lavoro ha esaminato brevemente la situyazione della qualità dell'acqua sia per quanto riguarda la qualità sia per gli aspetti riferibili alla disponibilità della risorsa.
Lo stato di grave contaminazione dell'acqua, sia superficiale che sotterranea, nel nostro paese, è fonte di estrema preoccupazione, anche per gli impatti sulla qualità e disponibilità del bene comune per il suo utilizzo ai fini idropotabili.
Il 30% delle falde risulta ormai inquinato e molte altre sono a rischio a causa della presenza di industrie attive o dismesse inquinanti e per l'agricoltura intensiva, con residui di fitofarmaci che si riprovano nelle acque di moltissime regioni.
L'Italia è punteggiata da migliaia di siti inquinati. Essi costituiscono una vera e propria emergenza nel paese e le bonifiche sono urgenti anche al fine di prevenire l'ulteriore deterioramento dell'acqua nonché i deleteri effetti sulla salute delle comunità interessate.
Nel contesto sopra descritto appare evidente l'esistenza di:
a)un serio rischio per la qualità della risorsa, con possibili impatti sulla salute per esposizione diretta ad inquinanti di origine industriale (o di tipo microbiologico per le reti fatiscenti);
b)una possibile evoluzione verso situazioni di scarsità della risorsa (ad esempio, per il cambiamento climatico in atto e per l'inquinamento diffuso) che, però, potrebbe essere controbilanciata e mitigata da interventi di ripristino della funzionalità delle reti idriche di captazione, adduzione e distribuzione;
c)una quasi completa assenza di informazione, trasparenza, consultazione e partecipazione dei cittadini (e degli utenti) per quanto riguarda la qualità dell'acqua;
d)l'emergere di forme di collabozione con comitati locali e reti già formate (si pensi al neonato Coordinamento dei Nazionale dei Comitati dei Siti Contaminati CNSC oppure alla campagna STOP BIOCIDIO partita dai comitati campani e ora attiva anche in Lazio ed Abruzzo).
Agire: dal locale al nazionale e viceversa
Dal lavoro del gruppo di lavoro e poi dal dibattito dell'asssemblea è emersa la necessità di prevedere una specifica campagna avente per tema la qualità dell'acqua da parte dell'intero Forum e di tutte le componenti che lo costituiscono.
Tra le azioni previste per questa campagna:
1) bonifiche e acqua di falda/acqua potabile;
-cooperazione con le reti già esistenti e con le università (singoli espertia aderenti al forum; studenti ecc.) e informazione per azioni di contrasto rispetto alla normativa e all'azione del ministero dell'Ambiente (Destinazione Italia; accordi di programma ecc.); possibile manifestazione nazionale/iniziative locali di mobilitazione o contributo con questo tema ad eventuali mobilitazioni più generali; denuncia a scala europea;
-lavoro connesso all'acqua e alternative alla reindustrializzazione dei siti inquinati per la loro rivitalizzazione (possibile campagna “siti d'arte o siti inquinati? Anche con associazioni collegate al mondo dei beni culturali, Crotone, Venezia, Brescia, Mantova), tenendo conto della necessità di affrontare il nodo delle problematiche del lavoro che potrebbe essere sciolto proprio attraverso un grande programma di riqualificazione del territorio nazionale e delle reti idriche;
-impatto sulla salute e sulla qualità della vita: trasparenza dei dati ambientali (sito del Ministero, delle Regioni ecc.) e analisi epidemiologiche (cooperazione con le associazioni di medici). In questo senso la campagna dovrà essere attenta a non puntare sulle paure dei cittadini ma ad iniziative volte a stimolare la partecipazione per la risoluzione e prevenzione dei problemi sanitari che possono scaturire da situazioni di inquinamento.
2) partecipazione al progetto di osservatorio nazionale sull'acqua e della possibile realizzazione della Scuola dei Beni Comuni, affrontando il tema della qualità dell'acqua e della riforma del Decreto 31/2001;
Nell'ambito dell'osservatorio e della Scuola sui Beni Comuni sarà prevista la possibilità di autoformazione sul tema della qualità dell'acqua, attraverso iniziative seminariali e/o laboratori.
3) dossier sulla trasparenza dei dati dei gestori/ASL e analisi di criticità diffuse rispetto al D.lgs.195/2005.
Per questa azione è prevista anche la possibilità di scegliere 2-3 territori sinbolo per la campagna, aventi le caratteristiche adeguate per far convergere le forze dell'intero forum (disponibuilità delle informazioni; numero di cittadini coinvolti; azioni pregresse del Forum ecc.).
In considerazione della complessità di alcuni aspetti normativi, prima o in contemporanea alla campagna e alle singole iniziative da realizzare nell'ambito di questa, è necessario assicurare un sostegno (seminari tematici, ad esempio; sportello informativo; format da utilizzare per richiedere informazioni; vademecum ecc,) verso i comitati locali, anche per coinvolgere comitati/associazioni che sono già attive sul territorio sulle tematiche dell'inquinamento delle acque.
Le informazioni raccolte e divulgate, nell'ambito della campagna "Qualità delle acque" del Forum, dovrebbero contenere gli aspetti sull'inquinamento e la disinformazione legati alla produzione di cibo.
In generale, l'Assemblea ha espresso la volontà di avere un approccio olistico rispetto alle problematiche dell'acqua che devono essere viste sia dal punto di vista sociale/economico sia dal punto di vista ambientale (questione dei piani di distretto idrografico; impatto dell'energia ecc.).
4. Gruppo di lavoro acqua e democrazia
Il gruppo di lavoro ha condiviso la necessità di un rilancio dell'iniziativa del Movimento per l'Acqua a partire dal tema della Democrazia, elemento basilare di connessione con gli altri movimenti e soggetti i che si battono per il cambiamento.
L'esperienza concreta fatta in questi anni, ha messo in evidenza come sia in atto una gravissima crisi democratica, che si manifesta a tutti i livelli, con lo svuotamento dei poteri delle assemblee elettive ed il ridursi dei consigli comunali a luoghi dove si ratificano semplicemente le decisioni prese in altri sedi.
L'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio ha sancito di fatto l'assoggettamento al dogma neoliberista della politica economica del nostro Paese e la sua subordinazione agli indirizzi sanciti con la linea dell'austerita' a livello europeo.
Il predominio della finanza e del mercato sulla società intera ha evidenziato la rottura del compromesso preesistente tra capitalismo e democrazia e la sostanziale incompatibilità delle dottrine neoliberiste con la democrazia.
Per contrastare questo progressivo ed inquietante degrado evitando derive populiste, vogliamo agire su alcuni fronti specifici, tentando di tradurre in atti concreti questa esigenza di recuperare spazi di democrazia. Vogliamo offrire queste proposte all'insieme dei movimenti e dei soggetti che si battono per i beni comuni e la democrazia, in modo tale da costruire nella prossima fase una reale coalizione sociale per l'estensione della democrazia e dei diritti .
Partecipazione: la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori deve diventare il fondamento del nostro ragionamento sulla democrazia, ed in particolare, la gestione partecipativa dei Beni Comuni deve diventare il punto fondante di ogni processo di ripubblicizzazione.
Per evitare che "Beni Comuni" e "partecipazione" diventino slogan abusati, si sente la necessità di individuare dei percorsi di autoformazione, anche in collaborazione con gli altri soggetti che lavorano su questo tema, verificando l'ipotesi di dar vita ad una vera e propria " scuola per i beni comuni e le forme della partecipazione".
Si è proposto di cominciare a costruire iniziative per arrivare pian piano dall'enunciazione dei NO (al consociativismo e alla cooptazione ) a proposte che comincino a far capire ai cittadini cosa vuol dire riappropriarsi della democrazia tramite la gestione partecipativa dei Beni Comuni. A titolo esemplificativo, riportiamo alcune piste di lavoro che sono emerse nella discussione:
richiesta di diritti di diritti di tribuna nelle assemblee dei soci della aziende di servizi pubblici locali
chiedere che venga tolta la nomina degli amministratori di aziende pubbliche dalle mani dei partiti
aprire canali di partecipazione verso i soggetti gestori (ad es. delibere da proporre alle assemblee dei soci)
stesura di "piano d'ambito" dal basso
pretendere trasparenza, chiedendo che le aziende mettano a disposizione di lavoratori e cittadini le informazioni informazioni sulla gestione
Le proposte di cui sopra non vogliono considerarsi esaustive ovviamente.
Il Comitato di Torino chiede di porre attenzione anche alla questione della legittimità ad agire dei cittadini attraverso le vie giudiziarie contro gli atti amministrativi: il TAR non può rimanere un luogo inaccessibile per i cittadini che vedono lesi i loro diritti dalle privatizzazioni.
Democrazia locale: ci si è interrogati sull'individuazione di modi e forme di coinvolgimento dei cittadini sulle decisioni che riguardano i servizi pubblici locali. Si deve ribadire che sui Beni Comuni la sovranità spetta ai cittadini, che devono essere consultati sulle scelte fondamentali.
Si è lanciata la proposta di un'iniziativa di modifica degli Statuti degli Enti locali per sancire l'obbligo di tale consultazione.
Forme e strumenti della democrazia diretta e partecipativa a livello nazionale: si è ragionato sugli istituti attualmente esistenti che andrebbero potenziati: dalle leggi di iniziativa popolare che oggi sono prive di obbligo di discussione, fino allo strumento referendario, che andrebbe modificato per rendere cogente la volontà dei cittadini e anche prendendo in considerazione l'ipotesi di modifica dell'attuale sistema del quorum.
Infine, visto che i livelli decisionali si spostano, diventa fondamentale non dimenticare la dimensione europea, dove già il forum si è mosso aderendo all'iniziativa dei cittadini europei sull'acqua; dato che sempre di più quello è il luogo dove si prendono decisioni che impattano a livello locale, il ragionamento sulla democrazia non può prescindere dall'esigenza di creare connessioni con le reti esistenti a livello europeo.
*****
In conclusione abbiamo condiviso alcune tappe del prossimo percorso, riprendendo sia le proposte dei gruppi di lavoro che elementi usciti dalla discussione delle plenarie.
Innanzitutto si è deciso di realizzare due prese di parola: una contro la repressione che colpisce i movimenti sociali (spesso proprio quelli in difesa dei beni comuni e del territorio), una in sostegno del referendum che stanno organizzando per maggio a Salonicco contro la privatizzazione del servizio idrico.
In seconda battuta, un'agenda condivisa:
Il 15 Marzo, come partecipazione alla manifestazione nazionale contro la repressione delle lotte sociali e per la libertà di movimento.
A partire dai ragionamenti abbiamo individuato il 22 Marzo come giornata di mobilitazione nazionale in tutti i territori per rivendicare e rafforzare con i nostri contenuti la giornata mondiale dell'acqua. A Roma, ci sarà la presentazione dell'Osservatorio sull'acqua e i beni comuni, all'interno di un'iniziativa pubblica organizzata dalla Fondazione L. Basso.
Il 12 Aprile come partecipazione alla manifestazione nazionale contro precarietà e austerity, in cui portare, nello specifico, il nostro punto di vista sulle risorse.
Nella seconda metà di aprile, costruire una seconda giornata di mobilitazione nazionale in tutti i territori, nei quali mettere in campo tutte le vertenze e le campagne in atto nella comune cornice del “Diritto all'acqua”. Un momento per valorizzare i nostri punti di forza e di accumulazione per il futuro.
Nella seconda metà di Maggio, una manifestazione nazionale contro le privatizzazioni e in difesa dei beni comuni, da costruire osservando le mosse del Governo e iniziando ad interloquire con gli altri movimenti.
Inoltre è stata segnalata l'adesione alla settimana di mobilitazione internazionale contro accordo Acea-Mekorot, dal 22 al 30 Marzo 2014, dalla Giornata internazionale dell'Acqua alla Giornata della Terra palestinese.
Per ultimo si è condiviso di costituire un gruppo di lavoro di continuità sul processo, finalizzato a costruire le proposte pratiche su come realizzare i contenuti e le diverse proposte uscite dai gruppi di lavoro, da sottoporre al prossimo coordinamento nazionale. Verrà dunque attivata un'apposita mailing list.
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Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax.06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org - www.referendumacqua.it

Non comprate i filtri per l'acqua contaminata da PFAS

Dal blog del dottor Vincenzo Cordiano ISDEVicenza sui filtri.articolo di altroconsumo

Non comprate i filtri per l'acqua contaminata da PFAS 

 Negli oramai quasi settimanali incontri pubblici ai quali sono invitato a parlare in provincia di Verona e Vicenza, spesso mi chiedono se i filtri da applicare ai rubinetti dell'acqua potabile possono servire a qualcosa. Io rispondo sempre che, tutto considerato, è meglio non spendere soldi se l'acqua del rubinetto è l'acqua del "sindaco", cioè è fornita attraverso l'acquedotto. Questa è sempre potabile, è controllata, anche più delle acque commerciali (cosiddette acque minerali). Anche se confine sostanze tossiche e cancerogene, queste sono sempre entro i limiti di legge (limiti che, comunque, dal punto di vista medico-sanitario non hanno alcuna logica). E' possibile che i filtri a carbone attivato e Altroconsumo
, hanno molti difetti, non ultimo quello che eliminano praticamente tutto, anche i sali minerali essenziali, oltre che a aumentare il rischio di infezioni anche da parte di batteri molto pericolosi, quali la Psudomonas aeruginosa, appunto perché eliminano, tr l'altro, anche  il cloro che serve da disinfettante e antibatterico.
quelli a osmosi inversa riescano ad eliminare anche la maggior parte dei pfas, ma non son privi di pericoli. Anche i filtri a osmosi inversa, come riferito anche nell'articolo comparso sull'ultimo numero (numero 279, marzo 2014) di

Vi consiglio di leggere attentamente l'articolo, soprattuto qualora pensaste di comprare uno di questi filtri.

Deliberazione della Giunta Regionale n. 168 del 20 febbraio 2014 Pianificazione delle attività a tutela della salute dei soggetti esposti alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque potabili.

Nota per la trasparenza:
Con il presente provvedimento si intendono pianificare le attività necessarie a fronteggiare la problematica della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque potabili, a seguito della nota del Ministero della Salute del 29.01.2014 e del documento tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità del 16.01.2014.
Il presente provvedimento non comporta spesa a carico del bilancio regionale.

L'Assessore Daniele Stival, di concerto con l'Assessore Maurizio Conte, riferisce quanto segue.
Nel 2006 il progetto europeo PERFORCE ha avviato un'indagine per stabilire la presenza di perfluoroderivati nelle acque e sedimenti dei maggiori fiumi europei e ne è emerso che il fiume Po presentava le concentrazioni massime di acido perfluoroottanoico (PFOA) tra i fiumi europei. Questa scoperta iniziale è stata confermata e approfondita da successive indagini sperimentali in altre zone del bacino del Po, effettuate da Istituti di ricerca come il Joint Research Centre di Ispra e l'IRSA CNR.
L'evidenza di una situazione di potenziale pericolo ecologico e sanitario nel bacino del fiume Po ha portato, nel 2011, alla stipula di una Convenzione tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l'Istituto di Ricerca sulle Acque CNR per la realizzazione di uno studio della diffusione ambientale e sanitaria, associata alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini italiani. Tale Progetto, della durata di due anni, è terminato nel 2013 e ha rappresentato il primo studio completo sulla distribuzione e le sorgenti dei composti perfluorurati nei principali bacini italiani e gli eventuali rischi connessi alla loro presenza. La realizzazione di tale studio ha interessato come area specifica il bacino dell'Agno-Fratta Gorzone e del Bacchiglione.
Con nota prot. n. 10774 del 10.05.2013, trasmessa alla Direzione Regionale Prevenzione (oggi Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica), il Ministero della Salute - Direzione Generale della Prevenzione Ufficio IV ha richiesto informazioni circa la presenza di sostanze perfluorurate nelle acque superficiali e potabili in vari Comuni veneti con particolare riguardo alla Provincia di Vicenza; ed è stato solo allora che la Regione è venuta a conoscenza della complessità delle questioni inerenti all'oggetto.
Con la nota sopra citata il Ministero della Salute ha informato la Regione del Veneto circa la presenza di PFAS in concentrazioni definite "preoccupanti" in punti di erogazione pubblici e privati in numerosi Comuni e ha allegato la sintesi di uno studio, datato 25.03.2013, prodotto da CNR - Istituto di Ricerca sulle Acque nell'ambito di una specifica Convenzione tra MATTM e IRSA-CNR. Dal riassunto inviato non sono desumibili i metodi impiegati, i volumi di campionamento, la rappresentatività campionaria dello studio e le precise localizzazioni dei punti di prelievo, né i limiti di rilevabilità dei metodi applicati.
Quindi, a far data da una nota del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 29 maggio 2013, prot. n. 0037869/TRI, Divisione III, indirizzata ad una pluralità di soggetti pubblici delle amministrazioni centrali e periferiche veniva richiesto di "effettuare gli accertamenti necessari all'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze" perfluoroalchiliche e "all'attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque". Da ciò traeva l'avvio un fitto carteggio della Regione Veneto con tutte le Amministrazioni competenti allo scopo di individuare un percorso condiviso e coordinato di prevenzione e tutela.
In particolare, con nota prot. n. 280929 del 02.07.2013 la Regione del Veneto ha chiesto all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e al Ministero della Salute un parere sui rischi immediati per la popolazione, derivanti dalla presenza delle sostanze PFAS.
Il Ministero della Salute, con nota prot. n. 15565/DGPRE del 08.07.2013, ha comunicato alla Regione Veneto il parere dell'Istituto Superiore di Sanità del 7.06.2013, prot. n. 002264, da cui si evince la mancanza di un rischio immediato per la popolazione esposta. Tuttavia, si afferma che la situazione potrebbe comportare un rischio potenziale per la salute umana e dunque si consiglia l'adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l'abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche e di prevenzione e controllo della filiera idrica sulla contaminazione delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati.
La Regione, attivandosi tempestivamente per conformarsi alle indicazioni ricevute, ha così provveduto ad assicurare tutte le azioni specificamente enumerate nella DGR n. 1490 del 12.08.2013, con la quale è stata altresì istituita la Commissione tecnica interdisciplinare costituita da rappresentanti della Regione e degli altri Enti coinvolti, con lo scopo di valutare i diversi profili della questione e di formulare proposte alle Autorità competenti in ordine alle ulteriori azioni da adottare per la prevenzione e la tutela della salute pubblica. Nel contempo la Regione ha costantemente garantito la puntuale trasmissione all'Istituto Superiore di Sanità, con cadenza settimanale, di tutti i dati raccolti in relazione alla campagna di monitoraggio immediatamente avviata.
Va adeguatamente valutato, sul punto, che ad oggi la normativa nazionale non ha ancora individuato parametri limite, né linee guida in ordine al gruppo di sostanze PFAS nelle acque e negli alimenti e che, in considerazione di ciò, il Ministero della Salute ha incaricato l'Istituto Superiore di Sanità di predisporre un documento tecnico sui livelli di riferimento provvisori che garantiscano la salute della popolazione, nelle more della definizione di valori di riferimento a livello sovranazionale.
In risposta ad una richiesta di ulteriore parere del Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità, in data 16.01.2014, prot. n. 0001584 ha affermato innanzitutto che le concentrazioni dei PFAS per le acque potabili nelle aree in questione "sono significativamente inferiori ai valori limite estrapolabili dalla TDI (Tollerable daily Intake) dell'Istituto Europeo per la Sicurezza alimentare (EFSA) e che i livelli forniti rappresentano un valore "provvisorio" tossicologicamente accettabile", contestualmente indicando livelli di performance (obiettivo) nei valori di seguito specificati: "PFOS: ≤ 0,03 µg/litro; PFOA: ≤ 0,5 µg/litro; altri PFAS: ≤ 0,5 µg/litro". Infine il Ministero della Salute, con nota del Direttore Generale della Direzione Generale della Prevenzione prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014, indirizzata alla Regione del Veneto, in relazione allo studio concernente le sostanze in oggetto, ha raccomandato l'applicazione di adeguate tecnologie di assorbimento e/o filtrazione, atte a garantire il rispetto dei suddetti livelli, attraverso anche membrane di provata efficienza per la rimozione di PFAS nella filiera di produzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano.
A seguito delle misure tempestivamente adottate dai gestori sollecitati dall'Amministrazione regionale, è stata registrata, nella zona interessata, una significativa riduzione nelle acque potabili ad uso umano della concentrazione delle sostanze in parola, con valori che già dal mese di settembre 2013 risultano al di sotto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute.
Con il presente provvedimento si intende quindi prendere formalmente atto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute e porre in essere ogni possibile azione utile alla valutazione e controllo del rischio di esposizione con le modalità suggerite dalle conoscenze scientifiche disponibili.
Per quanto attiene al monitoraggio sistematico della qualità delle acque immesse in rete idropotabile, dalle centrali di produzione interessate, ARPAV proseguirà nell'azione di alimentazione del "Sistema Informativo per la gestione del monitoraggio delle Acque Potabili" (SINAP), con i dati raccolti a cura delle Aziende Ulss interessate.
Per di più, poiché l'Istituto Superiore di Sanità, nello studio datato 16.01.2014, rilevata l'incertezza derivante dalla difficoltà di stimare correttamente il rischio connesso all'esposizione alimentare, invitava a realizzare un programma di campionamento degli alimenti di produzione locale, si rende necessario estendere l'ambito delle azioni anche alle situazioni di utilizzo delle acque ad uso irriguo e per uso zootecnico nelle aree interessate dal fenomeno.
Infine, in linea con quanto suggerito dal documento tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità, è previsto l'avvio di uno studio di biomonitoraggio su un campione rappresentativo della popolazione esposta. L'oggetto dell'indagine dello studio e la valutazione di fattibilità e sostenibilità verranno affidati al Servizio Epidemiologico Regionale (SER) ed al Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica, con il contributo tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità.
Il coordinamento delle azioni di prevenzione relative alle sostanze PFAS e in generale al controllo igienico sanitario sulle acque potabili è affidato al Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica in conformità a quanto già stabilito con DGR n. 2014 del 4.11.2013.
I relatori concludono la propria relazione e propongono all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
Uditi i relatori, i quali danno atto che le Strutture proponenti hanno attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;
VISTO l'articolo 2, comma 2, lett. a) della L.R. n. 54 del 31/12/2012;
VISTO il parere dell'Istituto superiore di Sanità trasmesso con nota prot. n. 15565/DGPRE dell'8/07/2013 del Ministero della salute;
VISTO il parere dell'Istituto Superiore di Sanità trasmesso con nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29/01/2014 del Ministero della Salute;
VISTA la DGR n. 1490 del 12/08/2013;
VISTA la DGR n. 2014 del 4/11/2013.
delibera
1.      di richiamare quanto evidenziato in premessa, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2.      di prendere atto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute con nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014;
3.      di incaricare il Dipartimento Ambiente della vigilanza sulla corretta applicazione da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato delle più efficaci tecnologie per il mantenimento dei livelli di performance obiettivo;
4.      di affidare al Servizio Epidemiologico Regionale (SER) e al Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica, con il contributo tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità, la predisposizione di uno studio di biomonitoraggio su un campione rappresentativo della popolazione esposta e la valutazione circa la sua fattibilità e sostenibilità;
5.      di incaricare la Sezione Veterinaria e Sicurezza Alimentare e la Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica della realizzazione di un Programma di campionamento degli alimenti di produzione locale;
6.      di incaricare il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica del coordinamento delle azioni di prevenzione relative alle sostanze PFAS ed in generale al controllo igienico sanitario sulle acque potabili nell'ambito delle attività dell'Area Sanità e Sociale, in conformità a quanto già stabilito con DGR n. 2014 del 4/11/2013;
7.      di incaricare il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della trasmissione del presente provvedimento alle Amministrazioni competenti ed agli altri soggetti istituzionalmente interessati;
8.      di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
9.      di pubblicare il presente provvedimento nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.

Acqua,si dei sindaci allo screening

Ci sono molti dubbi sul come organizzare questa decisione della nostra regione per sottoporre agli esami un campione di cittadini riguardo le sostanze perfluoro alchiliche accumulate in tanti anni nelle zone dove è più forte l'inquinamento. I nuovi flitri saranno in funzione entro l'anno.Sembra che qualcuno faccia dei guadagni da questo inquinamento e di sicuro non saremo noi cittadini.
Quanto ci costeranno questi flitri? i soldi li sta mettendo la regione ha già stanziato 2 milioni, ma chi sarà poi penalizzato da questa spesa?

Falde acquifere inquinate :sono sufficenti i filtri? Convegno di Cologna Veneta del 25 febbraio sul mensile Area 3

Su AREA 3 il mensile di cronaca, informazione e cultura dell'area berica, est veronese e basso padovano di marzo è iniziata un inchiesta a cura del giornalista Rino Boseggia sull'inquinamento della nostra acqua da sostanze perfluoro alchiliche. A Cologna Veneta il 25 febbraio c'è stata una interessante conferenza organizzata da Perla Blu Legambiente.Fra i relatori anche il professore Gianni Tamino di Padova e il dottor Vincenzo Cordiano entrambi dell'ISDE.All'incontro sono intervenuti anche l'assessore regionale Coletto e il direttore dell'ulss n 20 di Verona.


PRC Lonigo sull'acqua inquinata

“Il caso dell’acqua inquinata da sostanze perfluoro alchiliche si sta facendo infuocato qui a Lonigo.http://www.nuovavicenza.it/2014/03/lallarme-del-prc-non-bevete-lacqua-di-lonigo/

Cosa starà facendo il nostro amministratore unico Alberto Serafin?

Chissà se il serafico Serafin amministratore di Acque Valchiampo, dopo la delibera della Giunta Regionale del Veneto, con cui si avvia un biomonitoraggio a campione sulla popolazione che per quaranta anni ha bevuto acqua da pozzi contaminati da sostanze perfluroalchiliche, se ne uscirà ancora con la battuta che per queste sostanze non è mai morto nessuno. un viaggio in America a sue spese per farsi raccontare da chi ha vissuto sulla sua pelle cosa provoca questo tipo di inquinamento, forse sarebbe utile. Siamo propensi a pensare, che tornerebbe a casa con una nuova passione oltre a quella di trovare una soluzione al problema dei fanghi conciari. A proposito non sta pervenendo nulla dalla base Huoston (sede Acque del Chiampo) su tale problema. E la velocità, e la trasparenza che fine hanno fatto. Terra chiama Houston rispondete anche se siete in quaresima elettorale. Ps: un ringraziamento doveroso, a tutti coloro che si sono battuti perchè ci fosse la massima trasparenza e conoscenza su questo problema. un grazie particolare al "terrorista" dottor Cordiano. Averne di terroristi come lui in campo sanitario e scientifico.

13/03/2014 Acqua contaminata da Pfas: via allo screening sui veneti

COMUNICATO STAMPA del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


La trasformazione di una società per azioni a capitale pubblico in azienda speciale - Confronto del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con le Amministrazioni locali e i gestori del Servizio idrico integrato

Alberto Lucarelli, professore Ordinario di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Napoli e Corrado Oddi, Dirigente Nazionale della Funzione Pubblica CGIL, saranno i relatori del tavolo tecnico organizzato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua per venerdì 14 marzo alle ore 14,30 presso la Casa del Custode di Villa Rossi di Santorso attorno al quale siederanno anche i rappresentanti delle amministrazioni locali e delle società del servizio idrico integrato.
Con la costituzione del tavolo tecnico si vuole avviare un lavoro condiviso tra gli attori del territorio che, a partire dal quadro normativo e giurisprudenziale societario analizzi le procedure e gli effetti che conducono dalle attuali Società per Azioni di diritto privato a capitale pubblico alle Aziende speciali.
Il fine è quello di garantire il diritto all'acqua a tutti i cittadini, inteso come diritto della collettività, per non dover sempre temere i colpi di mano avanzati dai governi romani che vorrebbero cedere l'acqua ai privati nonostante l'esito referendario.
Al tavolo saranno presenti amministratori dei comuni di Bassano del Grappa, Marano Vicentino, San Vito di Leguzzano , Sandrigo, Santorso, Sarego, Schio, Valdagno e Vicenza, che hanno deliberato di voler impegnarsi in un percorso che miri ad approfondire le tematiche legate alla gestione attraverso innovative ed efficienti forme societarie di diritto pubblico, e i Gestori del Servizio Idrico Integrato Acque Vicentine S.p.A. e Alto Vicentino Servizi S.p.A.

COORDINAMENTO ACQUA BENE COMUNE VICENZA
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

Vicenza 13 marzo 2014



acquabenecomune.vi@gmail.com
www.acquabenecomune.org

La Regione pianifica attività a tutela della salute dei soggetti esposti.

Anche per la nostra Regione le sostanze perfluoro alchiliche sono pericolose . Acque contaminate da PFAS :la regione pianifica (finalmente!) attività a tutela della salute dei soggetti esposti.
Con la delibera numero 168 del 20 febbraio 2014 la regione Veneto finalmente mostra di aver preso coscienza della pericolosità per la salute umana e ambientale delle sostanze perfluoroalchiliche. Viene infatti affidato il compito al servizio epidemiologico regionale, con il contributo tecnico dell'Istituto superiore di sanità, la predisposizione di uno studio di biomonitoraggio su un campione rappresentativo della popolazione esposta e la valutazione circa la sua fattibilità e sostenibilità; si dà inoltre l'incarico alla sezione veterinaria sicurezza alimentare di realizzare un programma di campionamento degli alimenti di produzione locale.http://enzucciu.blogspot.it/2014/03/acque-contaminate-da-pfas-la-regione.html?spref=fb

Madonna, 2 milioni per l'acqua

La regione finanzia un nuovo impianto di trattamento dopo l'allarme per le sostanze perfluoro alchiliche. Ai filitri di sabbia già instillati si aggiunge un serbatoio da 4 mila metri cubi e un sistema per eliminare i Pfas . In allegato l'articolo del giornale di Vicenza del 12 marzo 2014

Relazione riunione provinciale del 25 febbraio 2014

Grazie ad Antonello Romanazzi la relazione della riunione di ABC Vicenza del 25 febbraio scorso-Vi prego di leggere bene tutto... è davvero molto importante per tutti cosa stiamo facendo
COORDINAMENTO ACQUA BENE COMUNE VICENZA
Oggetto: relazione riunione provinciale del 25 febbraio 2014
Ordine del giorno:
1. Assemblea nazionale del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, Roma 1 e 2 marzo 2014.
2. Organizzazione del tavolo tecnico sul tema della ripubblicizzazione del s.i.i., Santorso 14 marzo 2014.
3. Vertenze ambientali nel territorio vicentino.
4. Contributo economico al comitato provinciale antiabusi edilizi per il ricorso nella vertenza contro il comune di Grumolo delle Abbadesse.
5. Varie ed eventuali.
Sede CGIL di Vicenza
Punto 1.
Ha dato disponibilità alla trasferta romana per seguire i lavori dell’assemblea nazionale Filippo Canova. I quattro tavoli di lavoro lavoreranno sulle questioni: acqua e finanza, campagne nazionali e diritto all’acqua, acqua e democrazia, tutela dell’acqua e del suo ciclo integrato.
Parlando delle questioni nazionali si è toccato l’argomento tariffe ed in particolar modo il ricorso presentato al tribunale amministrativo contro il nuovo metodo tariffario transitorio (MTT) determinato dall’AEEG. Dopo la prima audizione, è risultato che il materiale e i documenti forniti dai legali del Forum per procedere al ricorso è completo, non si evidenziano mancanze o lacune pertanto il tribunale procederà in teoria senza intoppi a completare l’iter prima dell’estate. Questa situazione lascia ben sperare circa un esito favorevole per il Forum e per una sentenza di illegittimità del detto metodo.
Siamo comunque consapevoli che l’abolizione della remunerazione del capitale investito, inserita nell’MTT, potrebbe determinare delle situazioni critiche nei bilanci dei gestori del s.i.i. Marco Fascina suggerisce di proporre all’assemblea nazionale l’individuazione di un dispositivo giuridico che almeno obblighi le società a reinvestire gli introiti derivanti dalla reintroduzione della remunerazione del capitale investito.
A proposito dell’MTT proposto dall’AEEG, si è discusso circa l’eventualità di un incontro
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con il presidente del Consiglio di Bacino del Bacchiglione Neri. Infatti nell’assemblea del Consiglio di dicembre, prima della votazione del punto all’o.d.g. riguardante il nuovo metodo tariffario, il presidente ha premesso che non andava assunta una decisione politica o un giudizio, ma che andava approvata una questione meramente tecnica. Un incontro potrebbe servire a rimarcare che, invece, l’assemblea del C. d. B. è proprio la sede deputata alle valutazioni di opportunità, al dibattito e all’espressione attraverso le votazioni di una decisione politica. E’ stato fissato per martedì 11 un appuntamento in sede dell’ Ato Bacchiglione.
Punto 2.
Nel corso della riunione promossa dal Coordinamento provinciale e svoltasi a Vicenza il 9 settembre u.s. (cui hanno partecipato l’Assessore Antonio Dalla Pozza per il Comune di Vicenza, l’Assessore Michele Vencato per il Comune di Valdagno, la Consigliera Comunale delegata dal Comune di Marano Vicentino Maria Paola Sbalchiero) è emersa l’esigenza di un maggior approfondimento dei passaggi istituzionali necessari ad intraprendere un percorso di ripubblicizzazione, salvaguardando però al contempo gli interessi dei lavoratori del settore. Abbiamo di conseguenza avviato la progettazione di un tavolo tecnico da realizzare alla metà di marzo a Santorso, rivolto in principal modo ai rappresentanti delle amministrazioni comunali, finalizzato a informare e istruire i partecipanti circa le azioni da intraprendere per avviare tale percorso e circa le soluzioni ai problemi e agli ostacoli che verranno incontrati nel corso delle sue varie fasi. Come suggerito dalla segreteria nazionale, i relatori invitati a tenere questo breve corso formativo saranno Carlo Lucarelli (tra i redattori dei testi referendari, giurista di fama internazionale nonché il maggiore protagonista della ripubblicizzazione della società di gestione del servizio idrico di Napoli) e Corrado Oddi (dirigente della CGIL Funzione Pubblica, attivista del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua).
Si è pensato di invitare, in ambito provinciale, quelle amministrazioni comunali e quei candidati sindaci alle prossime elezioni amministrative che in questi ultimi anni si sono dimostrati maggiormente sensibili e attivi sul terreno della salvaguardia sia delle risorse idriche che della loro pubblica gestione. Oltre a questi, saranno invitati anche i rappresentanti dei gestori che hanno sviluppato più proficui rapporti di collaborazione con il coordinamento provinciale, e un rappresentante dell’ANCI.
Il numero di quindici partecipanti circa dovrebbe garantire un massimo di efficacia alla pur breve e densa iniziativa, che si svolgerà dalle 14:30 alle 17:30 di venerdì 14 marzo
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con il patrocinio del comune di Santorso.
Agli invitati verrà fornito, via posta elettronica, nei giorni che precedono l’evento, il programma dettagliato degli argomenti che verranno affrontati.
Punto 3.
A seguito di analisi chimico-batteriologiche effettuate da un laboratorio privato su incarico di un cittadino, sono state rinvenute tracce di cromo esavalente in un campione d’acqua prelevato da un’abitazione sita ad Alte di Montecchio nel mese di febbraio. I valori riscontrati risultano inferiori rispetto ai limiti previsti dalla legge italiana, ma superiori alle prescrizioni adottate in altri paesi.
Con decreto n°10 dell’ 8 febbraio 2013 del Segretario della Segreteria Regionale per l’Ambiente, pubblicato nel BUR n°19 del 18 febbraio 2014, la ditta Zach System S.p.A. ha ricevuto Autorizzazione Integrata Ambientale per un periodo di 6 anni
- all’esercizio dell'impianto di termodistruzione rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, solidi e liquidi ai sensi del D.lgs.152/2006,
- all’operazione di smaltimento ai sensi del D-Lgs. 133/2005, individuata come incenerimento di rifiuti e stoccaggio funzionale all'impianto di incenerimento,
- alle emissioni in atmosfera,
- allo scarico parziale delle acque di trattamento emissioni nell'impianto di trattamento biologico,
nell’impianto ubicato nel Comune di Lonigo, località Almisano, in via Dovaro. L’elenco dei rifiuti conferibili all’impianto d’incenerimento include anche:
- rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti farmaceutici,
- rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti della chimica fine,
- oli esauriti e residui di combustibili liquidi,
- scarti di oli per circuiti idraulici,
- gas in contenitori a pressione e prodotti chimici di scarto,
- sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose, comprese le miscele di sostanze chimiche di laboratorio,
- rifiuti dalla pulizia di serbatoi per trasporto e stoccaggio e di fusti,
- plastica e gomma,
- catalizzatori esauriti contenenti metalli di transizione pericolosi o composti di metalli di transizione pericolosi,
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- vetro, plastica e legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminati.
Il contenuto di inquinanti per tipologie/famiglie di rifiuti liquidi pericolosi che possono essere alimentate all'impianto di incenerimento include anche, entro precisa concentrazione limite, i seguenti metalli pesanti: cromo totale, cadmio, ferro, nichel, piombo, rame, antimonio, arsenico, cromo esavalente, mercurio, selenio, tallio, tellurio. La ditta Zach System S.p.a. è autorizzata a gestire, presso l'impianto, le tipologie di rifiuti prodotti dalla ditta o aziende del gruppo anche estere. La capacità massima di smaltimento di rifiuti liquidi annuale comprensiva di entrambe le linee sarà di 31.536 m³/anno, corrispondenti a un cubo di 31 m circa di lato.
A seguito del grave caso di inquinamento delle falde acquifere da composti perfluoroalchilici, il 6 marzo si svolgerà alle 20:15 a Lonigo, presso la sala convegni di piazza Garibaldi, un incontro pubblico sulla qualità dell’aria e dell’acqua a Lonigo e dintorni, e sulla relazione tra inquinamento ambientale e malattie. I relatori saranno Vincenzo Cordiano (ISDE, Medici per l’Ambiente) e Giovanni Fazio (Cillsa, Cittadini per il Lavoro l’Ambiente la Salute). Modererà il giornalista Marco Milioni
Punto 4.
Il coordinamento provinciale ha appoggiato un ricorso contro il comune di Grumolo delle Abbadesse promosso dal comitato antiabusi edilizi, in seguito alla realizzazione di manufatti edilizi a ridosso di un canale. Questo primo ricorso è stato perso. Il portavoce del comitato Paolo Crestanello, ha chiesto un contributo per sostenere un secondo ricorso.
Le risorse finanziarie del coordinamento provinciale si sono molto assottigliate. La seconda tranche dei rimborsi elettorali dovrebbe, comunque, arrivare presto. Tuttavia, si è deciso in sede di assemblea del coordinamento regionale di formare un unico fondo cassa, senza frazionarlo fra le varie sedi provinciali. La richiesta di
attingere a tale fondo per un totale di 1000 euro darà la possibilità di finanziare le attività programmate e di destinare 150 euro al comitato contro gli abusi edilizi.
Fine dei lavori.

Il Consiglio comunale di Sarego ha approvato la seguente delibera "MODIFICA STATUTO - RIPUBBLICIZZAZIONE ACQUA PUBBLICA"



IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso
che l'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita e, pertanto, la disponibilità e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile, che si può annoverare fra quelli
di cui all'articolo 2 della Costituzione;

che con la promulgazione della Carta Europea dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come “bene comune” per eccellenza si è progressivamente affermata a livello mondiale;

che il bene acqua, pur essendo rinnovabile, per effetto dell'azione antropica può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti e disponibile per le future generazioni;

che la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 sul IV Forum mondiale dell'Acqua dichiara “l'acqua è un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione partecipativa e integrata, che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”;

che, inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno già affermava “essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;

che il principio dell'accesso all'acqua come diritto fondamentale di ogni persona, secondo criteri di parità sociale e di solidarietà, è stato, altresì, recentemente ribadito dall'assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione ONU del 29 luglio 2010);

Considerato
che l'esito della consultazione referendaria del 12 e 13 giugno scorso ha determinato l'abrogazione sia dell'articolo 23bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con la legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modificazioni e integrazioni, sia del comma 1 dell'articolo 154 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152;

che sussistono, pertanto, le condizioni normative per promuovere la ripubblicizzazione dei servizi idrici;

che è opportuno introdurre nell'ordinamento comunale la definizione di servizio idrico integrato come servizio pubblico essenziale di interesse generale al fine di garantire l'accesso all'acqua per tutti;

Considerato, infine,

che l'Amministrazione comunale condivide sostanzialmente gli obiettivi del movimento mondiale del Forum dei movimenti per l'acqua, che coinvolge un sempre maggiore numero di enti locali in tutto il Paese, e ritiene opportuno, anche in relazione all'assetto costituzionale, sviluppare un'azione tesa a riformare il sistema di gestione del servizio idrico, che superi il modello di gestione mediante affidamento a soggetto giuridico privato e ha come obiettivo la realizzazione di un modello di gestione pubblica-partecipata, mediante affidamento ad un soggetto giuridico di diritto pubblico;

Ritenuto

che è necessario individuare e fare propri alcuni principi basilari in tema di concezione dell'acqua come bene comune;

che è opportuno prevedere, in tale percorso di scelte, la consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;

che uno degli obiettivi è rendere la società di gestione del servizio idrico un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda improntata a criteri di economicità, efficienza, trasparenza e partecipazione;

Visto lo Statuto del Comune di Sarego approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 47 del 06/06/1995 e successive modifiche ed integrazioni approvate con deliberazioni del Consiglio comunale n° 14 del 22/02/1996, n° 5 del 03/02/2000 e n° 30 del 27/06/2013;

Ritenuto necessario ed opportuno procedere, per le ragioni sopra esposte, alla modifica dello Statuto Comunale recependo il principio di “acqua bene comune” e l'obiettivo di “salvaguardia di tutto il territorio comunale” come meglio evidenziato nell'allegata proposta di modifica dello Statuto Comunale (Allegato A);

Dato che l’argomento in oggetto è stato trattato dalla Commissione Consiliare n. 1 nella riunione del 14/02/2014;

Dato atto che sulla presente proposta è stato espresso l’allegato parere in ordine alla regolarità tecnica ai sensi art. 49 D.Lgs. n. 267/2000;
 
Sentiti gli interventi dei consiglieri che hanno partecipato alla discussione come da documento agli atti della presente delibera;
PRESENTI n. 10 – VOTANTI n. 10 – FAVOREVOLI n. 9 – ASTENUTO n. 1 (
Bisognin);
DELIBERA
1) di fare propri e approvare i seguenti principi:
- l'acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;
- la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntate a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;
2) di procedere, di concerto con il Forum dei movimenti per l'acqua, alla consultazione delle organizzazioni della “cittadinanza attiva”, al fine di realizzare il necessario processo partecipativo;
3) di procedere di concerto con il Forum dei movimenti per l'acqua, all'audizione di esperti nei settori giuridico, economico, aziendale, al fine di acquisire ulteriori conoscenze per l'elaborazione di un modello di gestione coerente con i principi richiamati, approfondendo i seguenti temi:
- Realizzabilità e modalità costitutive di aziende di diritto pubblico
◦ Legislazione e giurisprudenza comunitaria e italiana in materia;
◦ Forme di gestione tramite enti di diritto pubblico
- L'economia degli enti di diritto pubblico
Differenze di tassazione tra S.p.A. e aziende strumentali ◦ pubbliche
◦ Il Patto di Stabilità Interno e le conseguenze dell'assoggettamento delle aziende speciali e “in house”;
◦ Accesso al credito
- Forme di gestione partecipativa
4) di garantire l'attività di consultazione e di condivisione in condizioni di massima trasparenza e partecipazione, anche mediante l'utilizzo del web;
5) di proporre, nelle opportune sedi, tale percorso ai comuni dell'AATO Bacchiglione e della provincia di Vicenza;
6) di approvare le modifiche e le integrazioni allo Statuto Comunale evidenziate in colore rosso nell’allegato A) al presente provvedimento che forma parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
7) di allegare al presente atto il testo dello statuto comunale nella nuova formulazione (allegatoB).