Nota per la trasparenza: |
Con il presente provvedimento si intendono pianificare le attività
necessarie a fronteggiare la problematica della presenza di sostanze
perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque potabili, a seguito della nota
del Ministero della Salute del 29.01.2014 e del documento tecnico
dell'Istituto Superiore di Sanità del 16.01.2014. Il presente provvedimento non comporta spesa a carico del bilancio regionale. |
L'Assessore Daniele Stival, di concerto con l'Assessore Maurizio Conte, riferisce quanto segue.
Nel 2006 il progetto europeo PERFORCE ha avviato un'indagine per stabilire la presenza di perfluoroderivati nelle acque e sedimenti dei maggiori fiumi europei e ne è emerso che il fiume Po presentava le concentrazioni massime di acido perfluoroottanoico (PFOA) tra i fiumi europei. Questa scoperta iniziale è stata confermata e approfondita da successive indagini sperimentali in altre zone del bacino del Po, effettuate da Istituti di ricerca come il Joint Research Centre di Ispra e l'IRSA CNR.
L'evidenza di una situazione di potenziale pericolo ecologico e sanitario nel bacino del fiume Po ha portato, nel 2011, alla stipula di una Convenzione tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e l'Istituto di Ricerca sulle Acque CNR per la realizzazione di uno studio della diffusione ambientale e sanitaria, associata alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini italiani. Tale Progetto, della durata di due anni, è terminato nel 2013 e ha rappresentato il primo studio completo sulla distribuzione e le sorgenti dei composti perfluorurati nei principali bacini italiani e gli eventuali rischi connessi alla loro presenza. La realizzazione di tale studio ha interessato come area specifica il bacino dell'Agno-Fratta Gorzone e del Bacchiglione.
Con nota prot. n. 10774 del 10.05.2013, trasmessa alla Direzione Regionale Prevenzione (oggi Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica), il Ministero della Salute - Direzione Generale della Prevenzione Ufficio IV ha richiesto informazioni circa la presenza di sostanze perfluorurate nelle acque superficiali e potabili in vari Comuni veneti con particolare riguardo alla Provincia di Vicenza; ed è stato solo allora che la Regione è venuta a conoscenza della complessità delle questioni inerenti all'oggetto.
Con la nota sopra citata il Ministero della Salute ha informato la Regione del Veneto circa la presenza di PFAS in concentrazioni definite "preoccupanti" in punti di erogazione pubblici e privati in numerosi Comuni e ha allegato la sintesi di uno studio, datato 25.03.2013, prodotto da CNR - Istituto di Ricerca sulle Acque nell'ambito di una specifica Convenzione tra MATTM e IRSA-CNR. Dal riassunto inviato non sono desumibili i metodi impiegati, i volumi di campionamento, la rappresentatività campionaria dello studio e le precise localizzazioni dei punti di prelievo, né i limiti di rilevabilità dei metodi applicati.
Quindi, a far data da una nota del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 29 maggio 2013, prot. n. 0037869/TRI, Divisione III, indirizzata ad una pluralità di soggetti pubblici delle amministrazioni centrali e periferiche veniva richiesto di "effettuare gli accertamenti necessari all'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze" perfluoroalchiliche e "all'attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque". Da ciò traeva l'avvio un fitto carteggio della Regione Veneto con tutte le Amministrazioni competenti allo scopo di individuare un percorso condiviso e coordinato di prevenzione e tutela.
In particolare, con nota prot. n. 280929 del 02.07.2013 la Regione del Veneto ha chiesto all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) e al Ministero della Salute un parere sui rischi immediati per la popolazione, derivanti dalla presenza delle sostanze PFAS.
Il Ministero della Salute, con nota prot. n. 15565/DGPRE del 08.07.2013, ha comunicato alla Regione Veneto il parere dell'Istituto Superiore di Sanità del 7.06.2013, prot. n. 002264, da cui si evince la mancanza di un rischio immediato per la popolazione esposta. Tuttavia, si afferma che la situazione potrebbe comportare un rischio potenziale per la salute umana e dunque si consiglia l'adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l'abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche e di prevenzione e controllo della filiera idrica sulla contaminazione delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati.
La Regione, attivandosi tempestivamente per conformarsi alle indicazioni ricevute, ha così provveduto ad assicurare tutte le azioni specificamente enumerate nella DGR n. 1490 del 12.08.2013, con la quale è stata altresì istituita la Commissione tecnica interdisciplinare costituita da rappresentanti della Regione e degli altri Enti coinvolti, con lo scopo di valutare i diversi profili della questione e di formulare proposte alle Autorità competenti in ordine alle ulteriori azioni da adottare per la prevenzione e la tutela della salute pubblica. Nel contempo la Regione ha costantemente garantito la puntuale trasmissione all'Istituto Superiore di Sanità, con cadenza settimanale, di tutti i dati raccolti in relazione alla campagna di monitoraggio immediatamente avviata.
Va adeguatamente valutato, sul punto, che ad oggi la normativa nazionale non ha ancora individuato parametri limite, né linee guida in ordine al gruppo di sostanze PFAS nelle acque e negli alimenti e che, in considerazione di ciò, il Ministero della Salute ha incaricato l'Istituto Superiore di Sanità di predisporre un documento tecnico sui livelli di riferimento provvisori che garantiscano la salute della popolazione, nelle more della definizione di valori di riferimento a livello sovranazionale.
In risposta ad una richiesta di ulteriore parere del Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità, in data 16.01.2014, prot. n. 0001584 ha affermato innanzitutto che le concentrazioni dei PFAS per le acque potabili nelle aree in questione "sono significativamente inferiori ai valori limite estrapolabili dalla TDI (Tollerable daily Intake) dell'Istituto Europeo per la Sicurezza alimentare (EFSA) e che i livelli forniti rappresentano un valore "provvisorio" tossicologicamente accettabile", contestualmente indicando livelli di performance (obiettivo) nei valori di seguito specificati: "PFOS: ≤ 0,03 µg/litro; PFOA: ≤ 0,5 µg/litro; altri PFAS: ≤ 0,5 µg/litro". Infine il Ministero della Salute, con nota del Direttore Generale della Direzione Generale della Prevenzione prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014, indirizzata alla Regione del Veneto, in relazione allo studio concernente le sostanze in oggetto, ha raccomandato l'applicazione di adeguate tecnologie di assorbimento e/o filtrazione, atte a garantire il rispetto dei suddetti livelli, attraverso anche membrane di provata efficienza per la rimozione di PFAS nella filiera di produzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano.
A seguito delle misure tempestivamente adottate dai gestori sollecitati dall'Amministrazione regionale, è stata registrata, nella zona interessata, una significativa riduzione nelle acque potabili ad uso umano della concentrazione delle sostanze in parola, con valori che già dal mese di settembre 2013 risultano al di sotto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute.
Con il presente provvedimento si intende quindi prendere formalmente atto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute e porre in essere ogni possibile azione utile alla valutazione e controllo del rischio di esposizione con le modalità suggerite dalle conoscenze scientifiche disponibili.
Per quanto attiene al monitoraggio sistematico della qualità delle acque immesse in rete idropotabile, dalle centrali di produzione interessate, ARPAV proseguirà nell'azione di alimentazione del "Sistema Informativo per la gestione del monitoraggio delle Acque Potabili" (SINAP), con i dati raccolti a cura delle Aziende Ulss interessate.
Per di più, poiché l'Istituto Superiore di Sanità, nello studio datato 16.01.2014, rilevata l'incertezza derivante dalla difficoltà di stimare correttamente il rischio connesso all'esposizione alimentare, invitava a realizzare un programma di campionamento degli alimenti di produzione locale, si rende necessario estendere l'ambito delle azioni anche alle situazioni di utilizzo delle acque ad uso irriguo e per uso zootecnico nelle aree interessate dal fenomeno.
Infine, in linea con quanto suggerito dal documento tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità, è previsto l'avvio di uno studio di biomonitoraggio su un campione rappresentativo della popolazione esposta. L'oggetto dell'indagine dello studio e la valutazione di fattibilità e sostenibilità verranno affidati al Servizio Epidemiologico Regionale (SER) ed al Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica, con il contributo tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità.
Il coordinamento delle azioni di prevenzione relative alle sostanze PFAS e in generale al controllo igienico sanitario sulle acque potabili è affidato al Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica in conformità a quanto già stabilito con DGR n. 2014 del 4.11.2013.
I relatori concludono la propria relazione e propongono all'approvazione della Giunta regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
Uditi i relatori, i quali danno atto che le Strutture proponenti hanno
attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica anche in ordine
alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;VISTO l'articolo 2, comma 2, lett. a) della L.R. n. 54 del 31/12/2012;
VISTO il parere dell'Istituto superiore di Sanità trasmesso con nota prot. n. 15565/DGPRE dell'8/07/2013 del Ministero della salute;
VISTO il parere dell'Istituto Superiore di Sanità trasmesso con nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29/01/2014 del Ministero della Salute;
VISTA la DGR n. 1490 del 12/08/2013;
VISTA la DGR n. 2014 del 4/11/2013.
delibera
1. di richiamare quanto evidenziato in premessa, che costituisce
parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;2. di prendere atto dei livelli di performance indicati dal Ministero della Salute con nota prot. n. 2565-P-DGPRE del 29.01.2014;
3. di incaricare il Dipartimento Ambiente della vigilanza sulla corretta applicazione da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato delle più efficaci tecnologie per il mantenimento dei livelli di performance obiettivo;
4. di affidare al Servizio Epidemiologico Regionale (SER) e al Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica, con il contributo tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità, la predisposizione di uno studio di biomonitoraggio su un campione rappresentativo della popolazione esposta e la valutazione circa la sua fattibilità e sostenibilità;
5. di incaricare la Sezione Veterinaria e Sicurezza Alimentare e la Sezione Prevenzione e Sanità Pubblica della realizzazione di un Programma di campionamento degli alimenti di produzione locale;
6. di incaricare il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica del coordinamento delle azioni di prevenzione relative alle sostanze PFAS ed in generale al controllo igienico sanitario sulle acque potabili nell'ambito delle attività dell'Area Sanità e Sociale, in conformità a quanto già stabilito con DGR n. 2014 del 4/11/2013;
7. di incaricare il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della trasmissione del presente provvedimento alle Amministrazioni competenti ed agli altri soggetti istituzionalmente interessati;
8. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
9. di pubblicare il presente provvedimento nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.
Nessun commento:
Posta un commento