sabato 28 dicembre 2013

Auguri di buon anno nuovo a tutti con una interessante riflessione sulla nostra acqua di Maurizio Ferron


Una interessante riflessione di Maurizio Ferron  (abita a Montecchio ed è responsabile Fiom di Vicenza) sull'acqua che ci riguarda tutti
L'ACQUA MINACCIATA CHE DIVENTA MINACCIA 26 dicembre 2013. Mentre scrivo sta piovendo e si annuncia una nuova emergenza meteo dovuta appunto alle forti piogge. A questi periodici momenti di allarme per i danni che possono essere provocati dall'acqua che cade dal cielo o che scorre nei torrenti, si aggiungono altri allarmi che riguardano l'acqua sotterranea che alimenta i nostri acquedotti. Solo a scorrere la cronaca locale da luglio a dicembre 2013 si evidenziano ben 12 episodi di inquinamento dell'acqua con un rischio per le falde e gli acquedotti; alcuni dovuti a cause contingenti, molti dovuti a effetti di scarichi industriali accumulati negli anni, altri ad entrambe le cause insieme. Alcuni più circoscritti, altri più rilevanti e preoccupanti (Trissino, Ovest vicentino e Basso vicentino, Sarcedo, Albettone, Vicenza, Bressanvido, Marano Vicentino, Villaverla, Torri di Quartesolo e zona est Vicenza, Monte di Malo, fiumi Brenta e Bacchiglione, oltre all'inquinamento storico del bacino del Fratta-Gorzone). Sono vicende che emergono periodicamente, qua e la, per poi tornare nascoste; appunto in modo carsico come l'acqua in certe zone. Già solo dall'elenco delle zone interessate (e delle relative sostanze chimiche) di questi ultimi mesi si può evidenziare come il problema sia diffuso. Non sono situazioni specifiche perché in realtà hanno tutte una stessa matrice e cioè l'inquinamento dovuto a scarichi industriali. Tutto questo pone interrogativi di carattere più generale che riguardano sia il nostro passato sia il futuro, se non altro dal punto di vista produttivo e di tutela della salute. Queste due questioni: l'acqua delle precipitazioni e l'inquinamento delle falde, comportano rischi ed effetti diversi anche se intrecciati; ma soprattutto riportano, com'è ovvio, ad un unico tema perché richiamano direttamente alle stesse cause legate al nostro modello di sviluppo, sia che si parli di cementificazione e consumo di suolo, sia che si parli di scarichi e rifiuti. Penso sia utile perciò richiamare tre concetti: a) I limiti ambientali e delle risorse naturali b) Il dilemma lavoro-salute c) Quando e come intervenire a) Il primo concetto è stato bene espresso in una recente intervista, proprio al Giornale di Vicenza, dall'ex magistrato De Silvestri, il quale affermava che fino a metà degli anni '70, per lo smaltimento dei rifiuti si faceva affidamento sulla capacità autodepurativa delle grandi masse. In pratica sulla capacità dell'acqua, aria e terreno di assorbire e smaltire i nostri rifiuti, anche quelli più pericolosi. Una teoria più o meno consapevole o, talvolta, un cinico opportunismo economico, che si rivelano sempre più illusori e che stanno presentandoci il conto con gli effetti che conosciamo. Non c'è alcun dubbio che da allora ad oggi sono stati fatti notevoli passi in avanti, tuttavia resta l'effetto cumulativo dei processi che pure continuano. b) il secondo tema è appunto l'ingannevole e drammatico dilemma fra lavoro e salute; fra diritto al lavoro e diritto a vivere in un ambiente sano. Un concetto emerso con forza dalle vicende delle terre dei fuochi in Campania e dell'ILVA di Taranto con il tema, degli scarichi industriali, dei rifiuti, dei rischi per la salute e delle bonifiche. Ma ogni tanto emerge nel dibattito locale su alcuni problemi del nostro territorio o di singola azienda. In realtà questo falso dilemma rischia di farci restare dentro un circolo vizioso che peggiora sempre più a causa (o con la scusa) della crisi economica. La vera domanda è invece: 'Come possiamo pensare ad un modello di utilizzo delle risorse, di produzione, di consumo e di smaltimento (riciclo) dei rifiuti che sia compatibile con l'ambiente e la salute delle persone? c) Infine l'ultimo tema è il fatto di concepire l'intervento di tutela della salute e dell'ambiente sempre a valle dei processi. Si discute ad esempio se gli scarichi o le sostanze inquinanti sono dentro o no i limiti di legge, se i limiti sono adeguati o no a salvaguardare la salute (per altro i limiti fissati dalle norme vengono anche cambiati nel tempo) Oppure il pensare di potersi affidare solo a salvifiche soluzioni tecnologiche (pur spesso necessarie) a valle dei processi per limitare, o possibilmente evitare, danni es filtri per depurare ecc... Questo ragionamento vale ovviamente per l'acqua ma anche per l'incenerimento o la gassificazione dei rifiuti perché anche le sostanze e le polveri emesse nell'aria vanno poi a finire da qualche parte. Penso allora che, con particolare riferimento ai rischi per l'acqua, ci siano degli interventi concreti ed immediati che possono essere attivati come: - uno studio del nostro territorio con l'individuazione precisa delle possibili fonti di rischio, - un monitoraggio costante e un piano di bonifica dei terreni e dei siti inquinati, ove necessario, sia di aree dismesse che in quelle dove sono ancora presenti le attività produttive. Oltre naturalmente a proseguire le attività di controllo per prevenire e sanzionare i comportamenti illegali. Ma più in generale occorre anche pensare in prospettiva dentro un orizzonte di conversione ecologica (energetica, industriale, produttiva e dei consumi) Non nel senso di una deindustrializzazione ma nel riprogettare gradualmente molti prodotti e merci nel loro intero ciclo di vita, dalla produzione, all'efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia a un loro riciclo–riuso a fine vita. Tutto questo, la bonifica e la cura dell'ambiente, lo sviluppo di prodotti e processi produttivi di maggior qualità e sostenibilità non genera affatto arretramento economico ma, al contrario, può essere la direttrice su cui far ripartire lo sviluppo e l'occupazione nel nostro territorio, avendo come riferimento quello che viene definito come il principio della 'Giustizia ambientale' secondo cui tutte le persone hanno diritto di essere protette dall’inquinamento, di vivere in un ambiente salubre e di godere della redistribuzione della ricchezza prodotta dalle risorse naturali.

giovedì 26 dicembre 2013

Altra lettera di Giovanni Fazio che questa volta scrive a Valter Peretti presidente del settore concia

Lettera aperta a Valter Peretti presidente del settore concia-scritta da Giovanni Fazio il  25 Dicembre 2013http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/12/gentile-sig.html
troppe questioni importanti hanno spinto Giovanni a scrivere la lettera ora attendiamo le risposte

Il 12 Dicembre ABC Vicenza ha partecipato alla riunione del nuovo Consiglio di Bacino Bacchiglione


Il nuovo Consiglio di Bacino Bacchiglione è il nuovo ente che la regione Veneto ha costituito per sostituire l'Ato dell'acqua.Ne fanno parte 140 comuni veneti e nell'assemblea che si è tenuta alcuni giorni fa nel padovano, si è dato il via libera alla predisposizione delle tariffe da mandare all'Autorità nazionale per l'energia elettrica che dovrà poi approvarle. Di aumento per il 2014 non si dovrebbe superare il 6,5% ma a decidere sarà l'Autorità competente. I gestori che fanno parte di questo Consiglio sono Avs,Acque Vicentine, Acegas Aps, Cvs.Unico a cui non piace il nuovo metodo tariffario transitorio e che ha votato contro è stato il sindaco di Sarego Roberto Castiglion del m5s il quale spiega va contro il referendum del 2011 nel quale si era abrogata la componente tariffaria .Dal consiglio di bacino replicano che il meccanismo resterà ma sarà fissato in modo che che venga indicizzato. Alberto Neri il sindaco di Valdagno presidente del bacino spiega che i gestori sono obbligati a restituire agli utenti la quota eccedente accumulata da dopo i referendum ma non vi aspettate grandi cifre si va infatti dai 4 euro ai 14 euro.In allegato gli articoli apparsi  sul GdV, dove il sindaco di Sarego spiega perchè ha votato contro tutti

Risposta di Giovanni Fazio presidente di Cillsa a Giancarlo Dani del settore concia

http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/12/verso-la-green-valley-senza-il.htmlGiancarlo Dani in un suo comunicato apparso sul GdV spiega come l'industra deve continuare nella vallata del Chiampo innovandosi con la sperimentazione del futuro gassificatore dei fanghi conciari. Anche per non rinunciare alle energie da fonti rinnovabili ! e spinge tutti a controbattere e a fermare chi è contrario a questa scelta!nel link il blog dell'associazione Cillsa dove Giovanni Fazio risponde a Dani.

12 -12 2013 Debutta la consulta degli utenti industriali di Acque del Chiampo

È già al lavoro la consulta degli utenti industriali di Acque del Chiampo, nominata a fine novembre, con una sorta di elezione vera e propria, con urne e schede di voto, costituita da sette componenti in rappresentanza delle quattro categorie di utenti del mondo conciario. La prima riunione si è svolta qualche giorno fa, alla presenza dell'amministratore unico di Acque del Chiampo Alberto Serafin e del presidente del Consiglio di bacino Valchiampo e sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin. Per l'insediamento ufficiale della consulta e per dettare una sorta di agenda degli argomenti sul tavolo della discussione. Incontro che ha definito anche le modalità operative: sui temi proposti verranno istituiti dei tavoli tecnici interni ad Acque del Chiampo, gli argomenti saranno poi portati in assemblea pubblica e discussi con le categorie economiche. http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/605755_acque_del_chiampo_debutta_la_consulta_degli_imprenditori/

Cloruro di vinile: un caso studio di soppressione e manipolazione dei dati scientifici ad opera dell’industria chimica

il Dottor Vincenzo Cordiano che fa parte dell'ISDE medici per l'ambiente sul suo blog ci informa che il cloruro di vinile è molto pericoloso e cancerogeno 


http://enzucciu.blogspot.it/2013/12/cloruro-di-vinile-un-caso-studio-di.html?spref=fb

Un articolo sempre del 10 dicembre 2013 di Luca Matteazzi La verità? L’acqua che beviamo è sempre a rischio. Ecco perché

http://www.nuovavicenza.it/2013/12/la-verita-lacqua-che-beviamo-e-sempre-a-rischio-ecco-perche/

10-12-13 Acqua inquinata, l'Ulss 6 conferma che non ci sono rischi sanitari

http://www.vicenzapiu.com/leggi/acqua-inquinata-lulss-6-conferma-che-non-ci-sono-rischi-sanitari

08-12-13 Acqua inquinata al pozzo di Bertesina «Impossibile dire da quanto tempo»

Un inquinamento da Cloruro di vinile è stato riscontrato nei primi giorni di Dicembre in un  pozzo di una lolitù di Vicenza la Bertesina .Tale pozzo è stato subito chiuso ma quello che ci stupisce è che l'allarme di tale inquinante è avvenuto dopo che un privato cittadino ha fatto analizzare l'acqua del suo rubinetto.
VICENZA. C'è una notizia buona: l'impianto di decontaminazione è stato attivato nella giornata di ieri e, se tutto andrà per il verso giusto, il pozzo di Bertesina tornerà a servire la rete idrica entro fine settimana. E una cattiva: è impossibile sapere da quanto tempo sia inquinata la falda. «Purtroppo non dipende da noi», allarga le braccia Lorenzo Altissimo, direttore del Centro idrico di Novoledo. Il che significa che quel cloruro di vinile monomero, sostanza cancerogena trovata nell'acqua vicentina, potrebbe aver superato i limiti di legge da qualche giorno o, peggio, da decine di anni.
IL VERTICE. Questa la risposta che è stata fornita  da Acque Vicentine e dal Centro idrico di Novolevo ai Comuni di Vicenza, Torri, Bolzano e Quinto Vicentino. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un lungo incontro, durante il quale è stato fatto il punto della situazione e si è cercato di dare alcune risposte alle numerose domande che sono state poste ai sindaci dai vicentini coinvolti. Una su tutte: da quanto quell'acqua era inquinata?
TRA DECRETI E VERIFICHE. Altissimo, con Angelo Guzzo e Fabio Trolese, presidente e direttore di Acque Vicentine, non si nasconde: «Non siamo, e non saremo, in grado di dirlo». Il presidente del Centro idrico di Novoledo, però, prende in mano i documenti e torna indietro nel tempo. «La prima direttiva europea - racconta - che è stata recepita in Italia nel 1988 non contemplava, tra le sostanza inquinanti, il cloruro di vinile monomero. Solamente dieci anni dopo, un nuovo provvedimento dell'Ue, adottato nel nostro Paese nel 2001, ha aggiunto tra i prodotti chimici da tenere sotto controllo il Cvm. La presenza di quest'ultima sostanza, però, era legata alle condotte in Pvc. Ovviamente, tutti i gestori che non hanno tubazioni composte da questo materiale, come Acque Vicentine, non si sono posti il problema. Per questo non è mai stata effettuata una verifica sulla presenza del cloruro di vinile monomero nel pozzo di Bertesina. Potrebbe essere nell'acqua anche da cinquant'anni».
CAMPIONE PRIVATO. La domanda a questo punto sorge spontanea. E come mai l'inquinamento è spuntato proprio pochi giorni fa? «Un privato - risponde Angelo Guzzo - ha inviato un campione di acqua all'Arpav, che di conseguenza ha effettuato le analisi e ha comunicato la notizia».
I particolari nel Giornale in edicola
Nicola Negrin

 

06-12-13 Cillsa di Arzignano interviene sulla polemica a mezzo stampa tra Associazione conciari, Regione, Acque del Chiampo, sindaco di Arzignano, vicesindaco di Montecchio Maggiore

Il Cillsa di Arzignano interviene sulla polemica a mezzo stampa tra Associazione conciari, Regione, Acque del Chiampo, sindaco di Arzignano, vicesindaco di Montecchio Maggiore. La disamina dello scontro in atto tra i soggeti sopraindicati compiuta dal Cilsa, ci prende in pieno sulla pretattica del centrodestra sul gassificatore dei fanghi conciari. curiosi dell'evolversi della situazione, ci permettiamo un monito visto come si sono dipanati i fatti: l'accuratezza preceda la velocità, sulle scelte che si devono compiere:http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/12/gassificatoresi-accendono-le-polemiche.html

06-12-2013 Arzignano, i conciari “frustano” Regione e Acque riguardo il trattamento dei fanghi di concia


Arzignano, i conciari
“frustano” Regione e Acque
Gli imprenditori sollecitano Venezia e la municipalizzata a rispettare i programmi, ma le risposte definite « inqualificabili»
06/12/2013
Quello del trattamento dei fanghi di concia è uno dei problemi più impellenti da risolvere.


Procedere senza indugio con l'accordo di programma integrativo sottoscritto il 23 giugno per la realizzazione del gassificatore. Altrimenti i soggetti responsabili di eventuali danni derivanti dal mancato rispetto di obblighi e termini saranno chiamati a risponderne.http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/603842_arzignano_i_conciari_frustano_regione_e_acque/

05-12-13 L'UE risponde a Zanoni sull'acqua inquinata da sostanze perfluoro alchiliche

L'UE risponde a Zanoni sull'acqua inquinata da sostanze perfluoro alchiliche

www.andreazanoni.it

Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo

Comunicato stampa del 5 dicembre 2013

Acqua contaminata, l'UE indaga sulle misure prese dalle autorità venete

Il Commissario Ue all'Ambiente risponde all'eurodeputato Andrea Zanoni sul caso della contaminazione delle acque potabili di trenta comuni di Vicenza, Verona e Padova da sostanze perfluoroalchiliche: la Commissione europea indagherà sulle misure prese. Zanoni: “Adesso vediamo se le autorità locali avranno il coraggio di dire anche a Bruxelles che non c'è alcun rischio per i cittadini. Mi associo ai trenta medici italiani dell'ISDE che chiedono con la massima urgenza uno screening sanitario dei cittadini dei comuni coinvolti”

“La Commissione europea trasmetterà alle autorità venete le informazioni fornite” dall'eurodeputato Andrea Zanoni “e indagherà circa le misure adottate per porre rimedio a questa situazione”. E' la risposta del Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik alla seconda interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sulla contaminazione delle acque potabili di trenta comuni veneti da sostanze perfluoroalchiliche.

“Per quanto riguarda gli screening sanitari che devono essere eseguiti dalle autorità competenti nelle zone colpite e il possibile ricorso ad esperti indipendenti (comitato scientifico ISDE), la decisione di effettuarli, nonché i mezzi della loro esecuzione, rientrano nelle competenze degli Stati membri”, precisa il Commissario Ue.

Lo scorso ottobre Zanoni si era rivolto una seconda volta a Bruxelles in seguito all'appello di una trentina di medici italiani dell’ISDE (International Society of Doctors for Environment), che chiedevano con urgenza un progetto di screening sanitario della popolazione residente nei comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova contaminati da sostanze perfluoroalchiliche, ovvero da PFAS, suggerendo la collaborazione di esperti indipendenti e possibilmente ponendo i relativi oneri a carico degli inquinatori.

“Adesso le autorità italiane e venete dovranno rendere conto alla Commissione europea affinché siano presi i giusti provvedimenti volti ad evitare ogni possibile rischio per i cittadini”, attacca Zanoni. “Nel 2010 la Commissione europea ha imposto agli Stati membri il monitoraggio della presenza di tali sostanze per il biennio 2010 e 2011. Ho già chiesto la pubblicazione dei risultati di questo monitoraggio e di arrivare presto a regolamentare a livello Ue la presenza di tali sostanze nell’acqua potabile”.

NOTE

Il 15 ottobre 2013, il Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik aveva risposto alla prima interrogazione di Andrea Zanoni che “la direttiva sull’acqua potabile non stabilisce valori limite per il contenuto di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) ma lascia agli Stati membri il compito di fissarli qualora sia necessario per tutelare la salute umana” pertanto “la presenza di PFAS nell’acqua potabile è soprattutto un problema locale che dovrebbe ridursi nel tempo per effetto della richiamata legislazione e dello sviluppo di linee guida negli Stati membri”.

Una campagna di misurazioni dei pozzi eseguita a livello nazionale dall’IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque), braccio operativo del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha rilevato che le acque potabili di circa trenta comuni del Veneto sono contaminate da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS). I comuni interessati si trovano principalmente nella zona ovest della provincia di Vicenza e in particolare nelle valli dell’Agno e del Chiampo e nel bacino del fiume Fratta che confluisce nel canale Garzone, ma anche in alcune zone confinanti delle province di Padova e Verona. Secondo quanto riportato dai media, in alcuni casi la concentrazione di alcune tra queste sostanze supererebbe i 1.000/1.500 ng/l (nanogrammi per litro), arrivando a sfiorare soglia 2.000 ng/l in un pozzo poi chiuso di una zona industriale di Vicenza.

I medici riferiscono di uno studio scientifico statunitense su un analogo caso di contaminazione in base al quale i soggetti con concentrazioni più elevate di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue contraggono con maggiore frequenza cancro dei reni, cancro dei testicoli, ipercolesterolemia, malattie della tiroide, ipertensione della gravidanza/preeclampsia, colite ulcerosa. Alcuni studi italiani suggeriscono la probabile correlazione tra esposizione a tali sostanze e infertilità maschile e femminile. Altri studi internazionali dimostrano la probabile associazione e correlazione in relazione a malattie cardiovascolari, ictus cerebrale, diabete, linfomi e leucemie. Secondo i medici nella zona contaminata si rilevano un maggiore numero di decessi e un più significativo consumo di farmaci e di risorse sanitarie rispetto ad altre aree in Italia.

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05-12-13Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, nel bilancio preventivo un articolato piano di interventi senza aumenti contributivi

Ammonta a € 13.854.425,00 (di cui € 11.687.347,00 derivanti dalla contribuenza di circa 200.000 consorziati) il bilancio preventivo 2014 del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, approvato a maggioranza dall’Assemblea. Di tale cifra poco più di 9 milioni interesserà la salvaguardia idrogeologica, il restante servirà all’irrigazione.  L’anno prossimo è prevista la sistemazione idraulica di 3.353 chilometri di corsi d’acqua.
Tra le opere più significative in programma vanno altresì citate: gli interventi per la sistemazione del progno Mezzane nei comuni veronesi di Lavagno, Caldiero, Mezzane (€700.000,00) e del rio Rodegotto nei comuni di Montebello, Montorso, Zermeghedo in provincia di Vicenza (€ 200.000,00); il bacino di espansione a Trissino (€ 26.151.000,00); la trasformazione “a goccia” dell’impianto irriguo di Zugliano e Sarcedo (€ 2.078.000,00); il 6° lotto dell’impianto pluvirriguo nei comuni di Sarcedo e Montecchio Precalcino (€ 3.441.000,00); il collegamento fra gli impianti irrigui di Illasi e Lavagno (€ 1.300.000,00). A ciò vanno aggiunti oltre 4 milioni di euro, che saranno destinati a completare una serie di interventi per la tutela idraulica del territorio.
Nessun aumento per il contributente rispetto ai 4 anni precedenti. “Anche quest’anno – commenta Antonio Nani, presidente dell’ “Alta Pianura Veneta” – abbiamo messo in campo un articolato programma di interventi, riuscendo a non aumentare, per il quarto anno consecutivo, l’onere contributivo. Questo è il frutto della ricerca della massima efficienza, che vede quotidianamente impegnata l’intera struttura dell’ Alta Pianura Veneta”.
(Fonte: Consorzio Bonifica Alta Pianura Veneta)

02-12-13 Dal blog dell'assocaizione Cillsa comunicato sul registro tumori del Veneto

Blog di Cillsa :Pochi giorni fa, in una pubblica riunione, un alto funzionario, un medico della nostra ULSS irrideva gli allarmi di colleghi che operano in prima linea e vedono e toccano con mano il diffondersi dei linfomi e delle leucemie. Disse che erano tutte balle, che non vi era nessuna prova dell'aumento dei tumori del sangue.
Tuttavia l'associazione Italiana Registro tumori ci dà un aumento in Italia delle leucemie (+1.6%) e dei linfomi (+4.6 %) per i bambini da 0 a 14 anni!

Vi sembra normale che un bambino di un anno si ammali di
leucemia?

Vi sembra normale che nella nostra ULSS non vi sia un registro tumori e che l'unico pensiero degli alti ranghi politico sanitari non sia quello di istituirlo ma quello di chiudere il nostro ospedale?
http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/12/tumori-nella-ulss-5.html

27-11-2013 Comunicato dell'associazione No Alla Centrale sull'inceneritiore dei fanghi conciari

L'Associazione No alla Centrale e il dibattito sull'inceneritore dei fanghi conciari:http://www.montecchiopiu.com/leggi/il-dibattito-sullinceneritore-per-i-fanghi-conciari
 Nell'ultimo mese, dopo la nomina dell'amministratore unico di Acque del Chiampo Serafin, abbiamo assistito sui quotidiani ad una serie di dichiarazioni di sindaci ed esponenti delle categorie economiche in cui tutti sembrano essere contro tutti (sindaci contro sindaci, sindaci contro Acque del Chiampo, industriali della concia contro Acque del Chiampo e viceversa ecc.). Dichiarazioni di dura contrapposizione alternati ad appelli e disponibilità al dialogo.
Per noi i temi legati allo sviluppo dell'Ovest vicentino e soprattutto alla qualità e alla tutela del benessere dei cittadini possono essere affrontati solo in una logica di territorio e non di campanilismi o interessi di parte.
Detto questo, non sappiamo se e quanto queste contrapposizioni siano vere né, se e quanto siano legate a questioni personali o di interesse economico o di partito; comunque non ci interessa affatto entrare nel merito di queste polemiche, ci preoccupa però che in tutto questo si tiri in ballo il tema della gassificazione dei fanghi conciari e perfino il futuro del settore industriale della concia e con esso il destino di molte famiglie di lavoratori e lavoratrici del territorio. Sembra appunto che nessuno sappia cosa fare.
Il rischio che su questo tema si arrivi dentro una situazione di emergenza, più o meno cercata o colpevolmente non prevista. Una situazione di emergenza che poi giustifica qualsiasi scelta; anzi una sola scelta e cioè quella dell'inceneritore.
Come è noto le scelte determinate dall'emergenza, oltre ad essere molto rischiose, non hanno quasi mai portato alla soluzione dei problemi, anzi li hanno accentuati.
Oppure questo balletto di dichiarazioni può essere solo una rappresentazione di superficie, magari giustificata a da altri motivi ed interessi appunto di parte. Una discussione che sembra trovare una composizione nella annunciata costituzione della cosiddetta 'Consulta degli utenti' mentre in sotterranea, in sedi meno istituzionali e meno trasparenti, prosegue il processo per arrivare alla costruzione dell'inceneritore dei fanghi conciari.
E' necessario però evidenziare, per l'ennesima volta, un'altra questione fondamentale che emerge dalle dichiarazioni degli imprenditori: viene ciclicamente utilizzato il tema della  del futuro del distretto conciario e dei posti di lavoro associando il tutto al tema dell'inceneritore dei fanghi conciari.
Ora, come abbiamo detto più volte anche noi oltre a ben più autorevoli commentatori, la crisi che attraversa da più di 5 anni il distretto della concia e non solo quello, non è stata determinata e nemmeno minimamente influenzata dalla presenza o meno dell'inceneritore dei fanghi, ma ha ben altre origini che hanno a che fare sia con la congiuntura internazionale e nazionale, sia con limiti propri del tessuto produttivo locale. Senza voler generalizzare possiamo citare ad esempio: eccessiva frammentazione delle aziende, l'incapacità di agire come sistema e la litigiosità tra imprenditori, gli insufficienti investimenti, il non adeguato posizionamento e innovazione del prodotto; oltre ad un problema dei costi di produzione e della scarsissima solidità finanziaria media delle imprese del distretto.
Tutto questo, com'è evidente, non ha niente a che vedere col fatto dell'inceneritore dei fanghi, che casomai si pone in relazione ad un altro problema reale e cioè al continuare o meno il conferimento in discarica dei fanghi ed alla questione ambientale e della salute dei cittadini più in generale.
Gli imprenditori dovrebbero altrimenti dimostrare che, con la realizzazione dell'impianto si riavvia l'intero sviluppo del distretto e si riassumono le migliaia di lavoratori licenziati nel frattempo; ma ci sembra improbabile.
Facciamo anche presente che, come ben evidenziato dalla relazione dell'apposita commissione tecnica, il trattamento dei fanghi nell'inceneritore ha un costo ben maggiore dell'attuale conferimento in discarica quindi non riduce ma aumenta i costi per le imprese. A meno che, l'insistenza sull'inceneritore dei fanghi, non nasconda in realtà la volontà di creare un businnes alternativo per chi lo controlla.
Infine, in questo nuovo percorso innovativo e partecipativo presentato dal sindaco di Arzignano come segnale di velocità e trasparenza (dopo che era stato bloccato il precedente percorso avviato, perdendo così anni), sembra rimanere in ombra la questione centrale dell'accordo di programma cioè: 'Cosa fare dei fanghi di risulta del processo depurativo'.
Se finalmente è arrivata la condivisibile scelta di non acquistare l'impianto di gassificazione norvegese, per le carenze riscontrate da Arpav (noi lo avevamo detto già nel 2008, nel forum partecipativo 'Salviamoci la pelle') rimane la domanda di fondo: Gli enti preposti, a partire dalle amministrazioni comunali che sono chiamate a scegliere, continueranno a puntare solo sulla tecnica di gassificazione?
Se la risposta è sì, è necessario però rispondere a una domanda conseguente: 'Gli impianti di gassificazione sperimentati in Italia per una molteplicità di rifiuti si sono dimostrati un gigantesco flop tecnologico; qual'è la ditta di cui attende avvalersi l'ente gestore che possa garantire standard di sicurezza in termini quasi nulli di impatto ambientale (aria, acqua, suolo) e di netto miglioramento della qualità ambientale del comprensorio conciario, che è l'obbiettivo primario dell'accordo di programma?'
Siamo coscienti che è una domanda da 100 milioni di euro, ma è quella a cui si deve rispondere prima di decidere in quanto tempo si costruisce l'inceneritore.

lunedì 18 novembre 2013

Assemblea pubblica a Valdagno sull'ìnquinamento da sostanze perfluorro alchiliche


Conferenza stampa a cui siamo stati invitati per la presentazione della mozione del senatore Zanettin ad Acque del Chiampo

Su Arzignano dialoga c'è un resoconto della conferenza stampa avvenuta l'8 novembre alle ore 11 e 30 presso la sede di Acque Del Chiampo a cui eravamo invitati anche noi associazioni e comitati che si stanno occupando dell'acqua e del gassificatore.Il motivo era la presentazione di una mozione del Senatore Pierantonio Zanettin del PDL PER UNA NORMATIVA SUI PERFLUORATI  Manca però tutta la parte di  quello che abbiamo chiesto noi  http://www.arzignanodialoga.it/DettaglioComunicazione.aspx?id=2457
 Qui una piccola relazione con l'aiuto dgli appunti di Giuliano Fin del comitato Fare Informazione di Lonigo 
presenti

Boschetto Giuseppe (sindaco Lonigo)

sig.ra Cecchetto Milena (sindaco Montecchio)

Ceron Renato (sindaco Brendola)

Gentilin Giorgio (sindaco Arzignano)

Senatore Pierantonio Zanettin (PDL)

Serafin Alberto amministratore unico - AD Acque del Chiampo

Dott Fiorio - ULSS 5

Ing Vincenzo Restaino - Direttore provinciale Arpav

Sig.ra  Luisa Nicoli - GDV

-Alberto Serafin Direttore Acque del Chiampo fa un'introduzione e  descrive le prime azioni fatte  per portare a zero il contaminante.

-Zanettin ricorda  la sua interrogazione parlamentare a Ministero Ambiente e Salute (per ora senza risp) ( testo interrogazione )

-Mozione presentata al Senato per richiedere legge che normi queste sostanze firmata da 20 Senatori (sen Stefani, Sacconi, De Petris) (Testo mozione)

Gentilin

Soddisfazione per interventi e preoccupazione per effetti delle sostanze

Ha proposto a Miteni confronto per verifica mediazione sui costi per gli interventi tra gestori, Miteni e Regione (per ora senza risposta)

Acque del Chiampo da Giugno ha un proprio laboratorio a disposizione sopratutto per chi ha il pozzo privato e vuol fare le analisi la può fare chiamando Acque del Chiampo
Ceron: si è dato da fare subito a Brendola dopo la messa in posa dei filtri a carbone attivo del costo di 200.00,00€ si aggiungono altri 200.00,00€ per una condotta di adduzione lungo via Rossini fino a Madonna dei Prati per portare l'acqua di Montecchio nei pozzi di Brendola. Le sostanze dopo queste operazioni si sono ridotte quasi a zero.Aggiunge che qualcuno subito dopo l'avviso dell'inquinamento da parte del ISS ha dato "de mato"  con allarmismi infondati...

Boschetto Giuseppe si dice soddisfatto anche perchè lui è sempre stato preoccupato per la qualità della nostra acqua che ha sempre ritenuta buona e ringrazia noi di Lonigo presenti sapendoci interessati anche noi all'acqua.


Antonella Zarantonello (acqua bene comune)

perchè non viene presa la proposta di prendere acqua da altre fonti (serafin dice che costa meno a trattarla che andarla a prendere da altre parti) aggiungo anche che qualcuno ci aveva avvertito che la nostra acqua non era così buona ma è stato visto come un terrorista
  Avvisa anche della secomda  interrogazione  del consigliere Pettenò (RC) in Regione dove chiede che inquina paghi

Mara Bagatella (vicenza Insieme)

costo manutenzione filtri? (Serafin dice molto bassi)

ricerca cause?

Sottoriva Nereo (comitato no alla centrale)

stato della falda?

domanda al dott Fiorio: da quanto tempo c’è inquinamento (Fiorio: non si sa)

Sistema di rilevazione epidemiologica? (Fiorio dice che c’è dal 1985 e tutto ok perchè non ci sono segnali di danni alla salute)

Mara avvisa poi che il M5S ha raccolto firme per pubblicare i dati sui tipi di tumore (Fiorio dice sempre tutto ok. I dati sono pubblici e ultima stampa è del 2010. Non ci sono morti superiori  alla media per neoplasie)

Dott Fazio Giovanni (Arzignano)

sottolinea la necessità di instaurare un registro dei tumori che per ULSS 5 e 4 non esiste più. (Fiorio risponde in modo scocciato)

Ing. Vincenzo Restiano

97% dell’inquinamento arriva da Miteni (storicamente anche di più)

Area interessata 150 Km2

nel giro di 3 mesi hanno controllato l 85% del territorio

Lavori per messa in sicurezza del sito: azienda collabora attivamente (tutto va per info ad autorità giudiziaria)

Contaminazione storica interna allo stabilimento da contenere (bariere idrauliche)

L’azienda ha fatto dichiarazione di contaminazione del sito anche se non si ritiene responsabile (inquinamento  storico)

La nostra Ulss comunica che l'acqua è potabile


Come fanno a dire che è potabile e che non dobbiamo preoccuparci se anche a Milano hanno evidenziato che di danni al nostro organismo ne crea parecchi? e non le ingeriamo solo con l'acqua queste sostanze... e com'è che noi delle Ulss 4 e 5 non siamo nel registro tumori del Veneto? presto ci attiveremo per consegnare le prime firme raccolte online poi proseguiremo la raccolta firme anche con dei banchetti.Sul GdV di oggi c'è questo articolo e lo leggerete meglio tutto nell'allegato cartaceo. Le analisi confermano << l'acqua è potabile>>

Si temeva la presenza di composti perfluoroalchilici
08/11/2013


«L'acqua fornita dall'acquedotto comunale è da considerarsi potabile e di buona qualità e può essere bevuta da tutti»: questa la conclusione a cui è arrivata l'Ulss 5 di Arzignano a seguito di una serie di analisi per quantificare le concentrazioni di composti perfluoroalchilici (Pfas) nell'acqua distribuita dall'impianto comunale di Brendola. Lo precisa una nota inviata al sindaco Ceron da Franco Rebesan, responsabile del Servizio igiene alimenti e prevenzione, e Adolfo Fiorio, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 5. Come noto, recentemente il Cnr aveva evidenziato la presenza di tali composti, potenzialmente pericolosi, e il ministero della Salute aveva invitato gli organi preposti a predisporre misure per ridurre la concentrazione di tali sostanze. Sostanze per le quali, per altro, il governo italiano non ha ancora stabilito valori limite, anche se in un recente convegno a Milano è stato anticipato che il ministero della Salute intende definire i parametri entro la fine dell'anno. Attualmente, i valori di riferimento sono quelli proposti dall'Efsa (Agenzia europea per la sicurezza alimentare), quanto alla dose giornaliera di sostanze che si può assumere senza conseguenze per la salute, e dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per la qualità dell'acqua potabile.
Sempre nel convegno di Milano è stato ribadito che gli studi su lavoratori esposti a sostanze Pfas hanno rilevato alterazioni di alcuni parametri biochimici (colesterolo, trigliceridi, funzionalità del fegato, ormoni tiroidei), ma non ci sono evidenze quanto alla capacità di causare tumori.

lunedì 4 novembre 2013

Sito comune di Lonigo e documento SIAN e Acque Del Chiampo sulla nostra acqua con analisi aggiornate a settembre

Sul sito del Comune di Lonigo ci sono due documenti importanti che riguardano l'inquinamento della nostra acqua.Il primo è della nostra Ulss n5 anche con le ultime analisi e il secondo di Acque del Chiampo. Trovate tutto qui:http://www.comune.lonigo.vi.it/

venerdì 1 novembre 2013

Risposta di Acque del Chiampo a nostro quesito sui PFOA e sui filtri installati

Dopo aver ricevuto le nostre domande sull'inquinamento da PFOA e sull'installazione dei filtri a carbone, Acque del Chiampo ci risponde:

Quesito:
“…le scrivo perchè durante l'ultimo incontro tra le Associazioni che si stanno interessando all'iinquinamento da perfluorurati, è stata esplicitata l'esigenza di avere dati certi su quanti filtri a carboni attivi siano stati installati, in quali pozzi e in quali Comuni, e se è previsto di installarne anche degli altri.
Le Associazioni dei cittadini vorrebbero anche capire se sono state fatte delle analisi all'acqua prima e dopo il passaggio dai filtri e se effettivamente essi sono efficaci.
Purtroppo tali dati sono stati richiesti anche ai Sindaci ma non tutti hanno risposto a queste domande, e non si capisce perchè alcuni amministratori forniscano tali informazioni e altri no. Vorremmo avere delle informazioni più complete, e non "a macchia di leopardo" perchè molti cittadini si rivolgono a noi chiedendo informazioni e vorremmo dare risposte precise...”

Risposta
Premesso che in Italia, per tali sostanze, non sono definiti limiti specifici per le acque destinate al consumo umano, è necessario chiarire che fra i dodici composti indicati genericamente PFAAs (sostanze alchiliche perfluorurate), solamente per il PFOA (PerfluoroOctanoic Acid) e PFOS (PerfluoroOctane Sulfonat) l'istituto Superiore di Sanità ha richiamato dei valori limite proposti sulle acque potabili dalle autorità sanitarie internazionali. Entro la fine dell’anno il Ministero della Sanità conta di elaborare un valore guida per i parametri di cui sopra, su indicazione dello stesso Istituto Superiore di Sanità.


A partire dal 01/07/2013 i Gestori del Servizio Idrico Integrato, immediatamente dopo la segnalazione da parte della Regione Veneto, hanno avviato una serie di accertamenti analitici presso tutte le fonti di approvvigionamento idropotabile e nelle reti di acquedotto in gestione, con il fine di caratterizzare con maggior precisione il fenomeno di diffusione di tali sostanze. Nella prima fase emergenziale le determinazioni analitiche sono state condotte dai laboratori ARPAV di Verona e Venezia, che sono stati in grado di mettere a punto, in tempi rapidi, le metodiche di analisi per questi composti.  


Nel bacino della Valle del Chiampo, i livelli più  alti di contaminazione si riscontrano nelle acque di falda di Lonigo e Brendola (somma di PFOA e  PFOS comprese fra 600 e 850 ng/litro). In entrambe le situazioni sono state intraprese iniziative tecnologiche atte a contenere le concentrazioni di PFOA e PFOS. 


A Brendola le prime azioni immediate sono state volte alla riduzione dei prelievi dalle fonti più contaminate privilegiando l'alimentazione idrica dai pozzi di Montecchio Maggiore sfruttando una interconnessione già esistente e intervenendo su alcuni nodi della rete. 
È stato quindi dato avvio all'installazione di una batteria di tre filtri a carbone attivo presso il centro idrico Madonna dei Prati, a cui fanno capo i due pozzi dell'acquedotto di Brendola, per una spesa complessiva di Euro 200.000,00. Tali filtri sono entrati in esercizio il 20/08/2013, con il risultato di un abbattimento totale delle sostanze PFAS, al di sotto del limite di rilevabilità. 

A Lonigo, Acque Veronesi il gestore del campo pozzi di Almisano, presso il Centro idrico Madonna, in comune di Lonigo, ha sostituito le masse filtranti a carbone attivo dell'impianto già esistente; l'intervento risale intorno al 15/07, con il risultato di una riduzione di circa il 50% della concentrazione di PFOA e PFOS nell'acqua erogata in comune di Lonigo, così come in circa altri trenta comuni tra le provincie di VI, VR, PD, servite dallo stesso impianto e gestiti, inoltre, da Acque Veronesi, Acque Vicentine, Centro Veneto Servizi. 

Acque Veronesi sta peraltro attivandosi per un intervento di potenziamento della sezione di filtrazione a carboni attivi presso l'impianto di Lonigo, tuttavia i tempi di finanziamento e di realizzazione non sono immediati. 

Su esplicita richiesta di Acque del Chiampo, la Regione Veneto con nota pervenuta il 09/10/2013, prot. n. 430866, ha dato riscontro favorevole alla realizzazione di un impianto di filtrazione a carboni attivi, dedicato alla rete idrica di Lonigo. Tale intervento potrà prevedere la messa in esercizio entro il 31/12/2013; il risultato atteso è quello di abbattere drasticamente le concentrazioni di PFOA e PFOS.  

Per gli altri comuni gestiti da Acque del Chiampo non sono stati rilevati valori di concentrazione significativi per la salute pubblica.
Alleghiamo il prospetto di riepilogo delle verifiche analitiche condotte presso tutte le fonti di approvvigionamento attive e gestite da Acque del Chiampo. Le analisi sono state effettuate a partire dai primi di luglio 2013, non appena la Regione Veneto ha informato gli Enti gestori dell'esito dello studio IRSA-CNR. 


Il monitoraggio è tuttora in corso attraverso prelievi periodici in rete e presso i pozzi, in coordinamento con ARPAV e Ulss 5 di Arzignano che si esprime in ambito sanitario.


giovedì 31 ottobre 2013

Tre anni dalla grande alluvione a Vicenza del 31 ottobre 2010


A tre anni dalla grande alluvione. E in ogni caso la Regione non sta a guardare: “Siamo in procinto di realizzare i primi bacini di laminazione – dice dal canto suo l’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte – capaci di contenere 33 milioni di metri cubi d’acqua su 810 ettari con una spesa di 131 milioni di euro. Quello di Caldogno, a monte delle due rotte degli argini del Timonchio del 2010, che allagarono Cresole nella mattina dell’1 novembre, è pronto a partire, con lavori già consegnati il 21 ottobre scorso”.http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/10/31/news/tre-anni-fa-la-grande-alluvione-cosa-resta-da-fare-1.8025674

Ultimi valori dei perfluorati a Lonigo e dopo il convegno di Milano responsabile Sian ulss n 5





Dopo l'importante convegno di Milano sulle acque del Veneto inquinate da perfluorati postiamo qui il commento dell'assessore Franco Rebesan di Lonigo anche responsabile dello SIAN - Dice che hanno inviato la stessa nota, naturalmente cambiando la tabella con i dati sui campioni, ai Sindaci di Montecchio M., Brendola, Grancona, Sarego e Alonte.
In attesa dei valori guida del Ministero, che dovrebbero essere proposti entro fine anno, a Milano è stato detto che questi sono i Valori Guida più attendibili. Lo può confermare anche il Dr. Cordiano, che a Milano c'era. Personalmente pensa
che possiamo stare tranquilli per lo stato della nostra salute, dobbiamo invece insistere perché siano adottate tutte le misure e gli interventi per ridurre al minimo, meglio eliminare, queste sostanze e altre sostanze indesiderabili dall'acqua che beviamo.Negli allegati gli utlimi valori riscontrati a Lonigo

Concia in ripresa ma resta il nodo del gassificatore.


Concia in ripresa ma resta il nodo del gassificatore.
Ad Arzignano un importante assemblea sulla concia e come si vede nella foto dell'articolo del GdV ci sono anche i sindaci oltre agli imprenditori e agli studenti.ARZIGNANO. L'Unic ha illustrato il rapporto economico-ambientale. L'export sostiene il settore ed aumenta il fatturato Ma ora le aziende vogliono l'impianto per i fanghi.

Il settore della concia è in ripresa. Con criticità che rimangono significative, ma i segnali positivi dei primi sei mesi del 2013 portano a prospettive confortanti. I dati sono del rapporto di sostenibilità del comparto presentato ad Arzignano all'istituto scolastico “Galilei” dall'Unic, “Unione nazionale industria conciaria”, in un incontro, presenti i sindaci e i gestori degli impianti di depurazione, che è sfociato anche in un acceso dibattito sul gassificatore. Per quanto riguarda la situazione economica della concia, la produzione nazionale è in crescita del 4.1%, e così il fatturato del 5.4%, e le esportazioni, + 5.7%, in Veneto e nel distretto Ovest Vicentino. «È invece diminuita del 38% la cassa integrazione ordinaria rispetto al 2012 e questo è un altro segnale positivo» ha spiegato Giacomo Zorzi dell'Unic. Un settore all'avanguardia in cui aumentano le imprese certificate, oggi al 43%. Ma guardando al futuro del distretto, gli industriali chiedono in tempi rapidi la realizzazione dell'impianto di trattamento fanghi. O quanto meno il prototipo. È bastata la domanda di uno studente del “Galilei” sulla possibilità di costruire un inceneritore e la battuta ironica di Rino Mastrotto «la risposta dopo le elezioni» a provocare la reazione. Dopo di che le dichiarazioni dell'amministratore unico di Acque del Chiampo Serafin e del sindaco di Arzignano Gentilin non hanno convinto gli imprenditori. «C'è un accordo di programma sottoscritto, valuteremo con il territorio le modalità migliori non solo dal punto di vista economico» ha detto Serafin. «Il compito politico è di garantire la salute dei cittadini - ha aggiunto Gentilin -. Non sono le elezioni a congelare il percorso del gassificatore.

I particolari nell'allegato

Registrazione prima assemblea a Lonigo sull'acqua che esce dal nostro rubinetto

La registrazione,  parziale, dell'assemblea pubblica sull'acqua che esce dal nostro rubinetto che c'è stata il 17 ottobre a Lonigo organizzata dal Comitato Area Berica Fare Informazione.Di Antonello Romanazzi il video e la breve presentazione che si trova nel blog del gruppo  gas di Sarego Aldiquadelguà notizie-dal-territorio.htmlhttp://aldiquadelgua.blogspot.it/p/notizie-dal-territorio.html

ANNUNCIATA UNA CLASS ACTION CONTRO LE ACQUE INQUINATE NEL VENETO

GRUPPO AEC PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE”

ANNUNCIATA UNA CLASS ACTION CONTRO

LE ACQUE INQUINATE NEL VENETO


Il GRUPPO AEC TUTELA AMBIENTE E SALUTE, risponde all’appello dei medici e professionisti della salute, in gran parte membri dell’International Society of Doctors for Environment (ISDE) e dei medici di Medicina Generale (MMG) che hanno chiesto sia effettuato uno screening immediato della popolazione dei comuni interessati dalla massiccia presenza di sostanze perfluoalchiliche (PFA) nelle acque potabili in una trentina di comuni veneti.

Creato il COORDINAMENTO DELLA CLASS ACTION CONTRO ACQUE INQUINATE IN VENETO.

Ne fanno parte VINCENZO CORDIANO, presidente della sezione ISDE di Vicenza; CLAUDIO BELLI, Presidente nazionale dell’associazione AGIT – Avvocati Giusconsumeristi Italiani; MARIO BERTOLISSI, ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Padova; MARIA PAOLA MELI presidente AEC Europa e ENZO TUIS, vicepresidente AEC Italia e Presidente dell'Anva Confesercenti.


Sostenitori

Generazione Speranza
Barchiamo Eco Navigazione



L’assunzione involontaria con l’acqua potabile e con gli alimenti contaminati è la più importante via di contaminazione per la popolazione, nel cui sangue le PFA si accumulano per decenni, anche in conseguenza dell’utilizzo di un’infinità di oggetti di uso e consumo quotidiano. Da studi effettuati negli Stati Uniti, dove una importante azienda è stata condannata al risarcimento di oltre 300 milioni di dollari, sono state evidenziate le malattie che risultarono più frequenti nei soggetti con le maggiori concentrazioni di PFAA nel loro sangue: cancro dei reni, cancro dei testicoli, ipercolesterolemia, malattie della tiroide, ipertensione della gravidanza/preeclampsia, colite ulcerosa.

Inoltre, studi condotti in Italia, hanno stabilito una probabile correlazione fra PFA e malattie cardiovascolari, ictus cerebrale, diabete, infertilità maschile e femminile, linfomi e leucemie. I medici fanno sapere che per linfomi e leucemie, secondo le stime del registro tumori del Veneto, ci sarebbe, un eccesso storico in certe zone della provincia di Vicenza rispetto al resto della regione.

L’europarlamentare ANDREA ZANONI ha investito del problema l’UE, anche perchè al momento la normativa nazionale e comunitaria non prevede limiti ai livelli di queste sostanze in quanto frutto di un’industria chimica recente e non ci sono dati sufficienti da raffrontare.

L'europarlamentare FRANCO FRIGO fa sapere che "la Direttiva 2013/39/UE del 13 agosto 2013 ha finalmente inserito i PFOS tra le sostanze prioritarie della Direttiva Acque prevedendo un limite massimo di 65 μg per le acque superficiali che dovrà essere raggiunto entro il 2027. In altre parole oggi abbiamo anche uno strumento giuridico per poter agire a difesa dei cittadini. Senza aspettare il 2027" aggiunge Frigo "sarebbe opportuno che il Governo italiano predisponesse procedure al fine di raggiungere l'obiettivo previsto il prima possibile".

Abbiamo deciso di promuovere una azione preventiva a tutela della salute del cittadino, avviando una pre-adesione alla CLASS ACTION CONTRO LE ACQUE INQUINATE DEL VENETO.

Invitiamo tutti i Comitati locali, le Associazioni di tutela e i cittadini residenti nei Comuni delle province di Verona, Vicenza e Padova, in modo particolare quelli dei comuni di: Montebello, Gambugliano, Zermeghedo, Sarego, Brendola, Almisano e Lonigo, risultati i più colpiti da questa “contaminazione” ad aderire all’iniziativa.

Nel territorio dell'Alss 20 i Comuni in cui è stata condotta la ricerca dal CNR sono Albaredo D'Adige, Cologna Veneta e San Bonifacio; la distribuzione della rete acquedottistica alimentata dal campo pozzi di Almisano di Lonigo interessato dalla contaminazione, comprende i Comuni di Arcole, Veronella, Zimella, Pressana, Roveredo di Guà, Albaredo D'Adige e Cologna Veneta

Da notare che l'Ente Gestore Acque Veronesi "ha già provveduto ad installare filtri a carbone attivo presso gli impianti di adduzione dell'acqua attinta dal campo Pozzi di Almisano di Lonigo che approvvigiona nel territorio di questa Azienda ULSS". I controlli effettuati "evidenziano l'efficacia dei carboni attivi nel trattenere questi inquinanti: a fronte di una concentrazione totale di PFAS in ingresso di 1.084 ng/l, di cui PFOA 645 ng/l, l'acqua in uscita dai filtri rileva per i PFAS valori inferiori ai 50 ng/l. La depurazione di parte dell'acqua proveniente dai pozzi e la miscelazione consentono così di avere in rete una concentrazione media di 500-600 ng/l di PFAS, di cui 340 ng/l di PFOA".




COSA CI PROPONIAMO:

Raccogliere le pre-adesioni alla annunciata Class Action e la documentazione (bollette e moduli vari) da parte di quanti sono realmente "vittime" di questa massiccia presenza di sostanze perfluoalchiliche (PFA) nelle acque potabili

Sostenere l'azione informativa dei medici e chiedere alle competenti autorità sanitarie di effettuare uno screening immediato della popolazione

attivarsi tramite i legali per ottenere il riconoscimento dal Tribunale del diritto del Gruppo di tutela di costituirsi parte civile nell'azione collettiva risarcitoria da intraprendere

costituire un Fondo di Riserva economico per affrontare la spesa informativa prevista dal Tribunale e i costi di base dell'intervento

avviare richiesta risarcitoria e distribuirne il ricavato agli aventi diritto

chiedere nel frattempo ai politici e all'UE maggiori misure legislative e di controllo dei livelli di sostanze potenzialmente dannose per la salute del cittadini

Da osservare che in questi giorni è stata resa pubblica una sentenza che imporrebbe un risarcimento alle Aziende pubbliche di erogazione di acque potabili a favore di quanti hanno fatto causa, imponendo la riduzione del 50% del costo sostenuto in bolletta e una somma una tantum di 1.000 euro pro capite per quanti hanno intentato causa.



Per aderire alla nostra Associazione a alla pre-adesione per la Class Action basta scaricare l'apposito modulo da inviare via e-mail a eurosportello@aeceuropa.eu



Il contributo previsto (10 euro per la registrazione come simpatizzante e 15 euro per il Fondo di Riserva) è indicato chiaramente nel modulo.



Siamo presenti anche su facebook nel gruppo https://www.facebook.com/groups/1386994944870637/




Associazione Europa Cultura – Italia

Il presidente

Maria Paola Meli

Il sindaco di Lonigo avvisa per le ANALISI ACQUE DEI POZZI PRIVATI

Prot. n. 18345
ANALISI ACQUE POZZI PRIVATI
Come è noto questa estate sono emerse problematiche circa la
presenza nei nostri acquedotti di sostanze per-fluoro-alchiliche
(PFAS), sollevando anche nel comune di Lonigo non pochi allarmi ai
cittadini, anche tra quelli che, non essendo allacciati alla rete del
pubblico acquedotto, si riforniscono d’acqua attraverso
approvvigionamenti idrici autonomi (pozzi privati).
La Soc. Acque del Chiampo Spa, società che gestisce il servizio idrico
integrato nel territorio comunale, su richiesta dell’Amministrazione
Comunale, si è resa disponibile ad effettuare il servizio di analisi per
i componenti PFAS, per i cittadini non allacciati all’acquedotto.
Pertanto:
IL SINDACO AVVISA
chi fosse interessato, di inoltrare richiesta ad Acque del Chiampo
Spa possibilmente via e-mail (info@acquedelchiampospa.it) o in
Comune di Lonigo, Ufficio Ecologia ed Ambiente (Telef.
0444.720259), indicando nella stessa quanto segue:
- COGNOME E NOME
- DATA E LUOGO DI NASCITA
- INDIRIZZO COMPLETO (Via e n. Civico)
- CODICE FISCALE
- RECAPITO TELEFONICO
Il personale Tecnico di Acque del Chiampo Spa provvederà ad
effettuare il prelievo dei campioni e, successivamente all’analisi. a
consegnare i risultati direttamente al richiedente, presso Acque del
Chiampo spa. Il costo per il prelievo e l’analisi, riservato ai cittadini
di Lonigo, ammonta ad € 45,00 (+ i.v.a.), da versare al momento
del ritiro del referto di analisi.
Lonigo, 25 settembre 2013
IL SINDACO
Giuseppe Boschetto

venerdì 25 ottobre 2013

Contaminazione acque, l'appello dei medici: screening immediato della popolazione

Pubblichiamo di seguito la lettera firmata da medici e altri professionisti della salute, in gran parte membri dell’International Society of Doctors for Environment (ISDE) e medici di Medicina Generale (MMG), attraverso la quale ricordano la pericolosità dei composti perfluoroalchilici e chiedono che sia avviato con urgenza un progetto di screening sanitario della popolazione vicentina residente nei Comuni che hanno attinto per anni l'acqua potabile per i loro cittadini dai pozzi contaminati.

Le acque potabili in una trentina di comuni veneti sono risultate contaminate da parte di sostanze perfluoalchiliche  (PFA), le più note delle quali sono l'acidoperfluoroottanoico (PFOA o C8) e l'acido perfluoottano sulfonato (PFOS). L’assunzione involontaria con l’acqua potabile e con gli alimenti contaminati è la più importante via di contaminazione per la popolazione, nel cui sangue le PFA si accumulano per decenni, anche in conseguenza dell’utilizzo di un’infinità di oggetti di uso e consumo quotidiano (rivestimento antiaderente per pentolame, tessuti impermeabilizzati e traspiranti, contenitori per alimenti, detersivi, isolanti).
Un caso simile di contaminazione delle acque fu scoperto negli Stati Uniti, dove, nel 2005, una nota multinazionale, per aver inquinato con le PFA per oltre 50 anni le falde acquifere utilizzate da 69.000 persone, fu multata per oltre 300 milioni di dollari, con 70 dei quali furono finanziati  uno screening sanitario immediato  della popolazione contaminata e una dozzina di studi condotti da uno gruppo di epidemiologi indipendenti (il C8 Science Panel). I risultati di molti di questi studi sono stati già pubblicati su riviste mediche e sono disponibili sul sito  Internet del C8 Science Panel.
 Nel loro rapporto finale, pubblicato nel novembre 2012, gli esperti affermano che è emersa  una probabile correlazione con l’esposizione al PFOA e le seguenti malattie che risultarono più frequenti nei soggetti con le maggiori concentrazioni di PFAA nel loro sangue: cancro dei reni, cancro dei testicoli, ipercolesterolemia, malattie della tiroide, ipertensione della gravidanza/preeclampsia, colite ulcerosa. Inoltre, altri studi condotti anche in Italia, hanno stabilito una probabile correlazione fra PFA e malattie cardiovascolari, ictus cerebrale, diabete, infertilità maschile e femminile, linfomi e leucemie.
 Per linfomi e leucemie, secondo le stime del registro tumori del Veneto, ci sarebbe, un eccesso storico in certe zone della provincia di Vicenza rispetto al resto della regione.
Stando sempre ai dati ufficiali, i maschi di 3 delle 4 ULSS del vicentino avrebbero un rischio di morte maggiore che altrove per: malattie cardiovascolari, cardiopatie ischemiche, ictus cerebrale e diabete. Infine, due fra le ULSS maggiormente interessate dall’inquinamento da PFA, hanno un numero di esenzioni ticket per patologie tiroidee superiore alla media veneta.
Per molte delle malattie che causano nel vicentino un numero di morti, o un consumo di farmaci e di risorse sanitarie, maggiore che nelle zone vicine, è stato avanzato il ragionevole sospetto che ci possa essere una correlazione con i livelli nel sangue di PFOA e PFOS.  Il PFOA e gli altri PFAA sono considerati interferenti o distruttori endocrini, sono cioè “..sostanze che, alterando,  l’equilibrio ormonale possono provocare patologie di diverso genere..”.  I PFAA sono sicuramente cancerogeni per gli animali e, negli USA,  sono considerati “probabilmente cancerogeni anche per gli uomini”.
 Nel 2009 il PFOS è stato inserito nella lista, della Convenzione di Stoccolma delle sostanze inquinanti persistenti (POP) in cui sono comprese anche DDT e la diossina; l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione ha avviato la procedura ad “elevata priorità” di revisione della cancerogenità delle PFAA. La produzione del PFOS è stata sospesa nel 2000 negli USA e fortemente limitata per legge in Europa.
Pertanto, se le PFAA si sono dimostrate tossiche e cancerogene per i cittadini americani e di altre regioni del mondo (che hanno ingerito e inalato probabilmente le stesse PFAA prodotte a Vicenza ed esportate nel mondo) perché dovrebbero essere innocue per i cittadini veneti?
Non ritengono le autorità sanitarie regionali e locali che sia quanto meno improprio continuare a affermare che non c’è pericolo?  Noi riteniamo invece che sia necessario avviare urgentemente, con la collaborazione di esperti indipendenti (per esempio un membro del comitato scientifico ISDE),  un progetto di sorveglianza sanitaria delle popolazioni esposte, magari facendolo pagare agli inquinatori, come già avvenuto negli Stati Uniti, in modo da stabilire se queste sostanze abbiano provocato danni anche in Veneto.
Vincenzo Cordiano, medico ospedaliero, presidente della sezione ISDE di Vicenza
Francesco Cavasin , MMG, Presidente Associazione Medici per l' Ambiente di Treviso AMA TV, ISDE
Bruno Franco Novelletto, MMG, presidente della sezione ISDE di PD
Giampaolo Prof Velo, Presidente ISDE VR
Giovanni Battilotti, MMG, Valdagno (VI)
Giovanni Beghini, ISDE VR
Gaetano Calcaterra, Psicologo, ISDE VI
Alberto Dolci, MMG  Castelgomberto (VI)
Paolo Ferrari, MMG, ISDE VR
Saverio Grassano, MMG, Mezzane di Sotto (VR)
Flavio Guiotto, MMG Cornedo Vicentino
Mario Lafratta, MMG, Altavilla Vicentina
Maria Pia Grazia Lora, MMG, ISDE VI
Francesco Lupo, MMG, Valdagno (VI)
Vittorio Lupo, MMG, Trissino (VI)
Laura Maffiotti, Biologa, Vice Presidente, ISDE VI
Giuseppe Massarelli. MMG, Valdagno (VI)
Paolo Meneguzzo, specializzando, ISDE VI
Guido Novella, MMG, ISDE VI
Laura Ossana, MMG, Chiampo (VI)
Giorgio Pasqualetto, MMG, Montebello Vicentino
Donatella Ramorino, Biologa, ISDE VR
Giorgio Schiavo Sterzi, MMG, Castelgomberto (VI)
Andrea Tenci, medico ospedaliero, ISDE VR
Paolo Tonello, MMG, ISDE VI, Castelgomberto (VI)
Claudio Trainotti, MMG, Arzignano (VI)
Riccardo Trespidi, MMG, ISDE VR
Attilio Tomba, MMG, Valdagno (VI)
Chiara Vassalli, specializzanda, ISDE VI
Eugenio Visonà, MMG, Valdagno (VI)
Silvia Zanini, pediatra, ISDE VR
Dino Zenere, MMG, Valdagno (VI)
Sandro Zorzi, Specializzando, ISDE PD
Anna Cheti Zuin, MMG, Arzignano (VI)

mercoledì 16 ottobre 2013

Importante seminario organizzato dalla legaconsumatori a Villaverla sull'acqua

Importante seminario organizzato dalla legaconsumatori a Villaverla sull'acqua . Il seminario ha titolo “ACQUA Bene Comune innovazioni legislative dopo il referendum” si terrà presso la sede dell’Consiglio di Bacino Bacchiglione all’Oasi naturalistica di Villaverla - Venerdì 18 Ottobre 2013

Programma

· Ore 9,00 Accreditamento dei partecipanti

· Ore 9,40 Intervento dei relatori “Prima Parte – Il sistema idrico Integrato”

· Ore 13,00 Buffet

· Ore 14,00 Visita all’Oasi naturalistica di Villaverla e alle risorgive che dal 1886 alimentano l’acquedotto di Padova.

· Ore 15,00 Ripresa dei lavori Intervento dei relatori “Seconda Parte – La gestione dei corsi d’acqua del Veneto”

· Ore 18,00 Conclusione dei Lavori

Si prega di segnalare la propria presenza alla Segreteria organizzativa - Lega Consumatori via Lisbona 18 – 35127 Padova tel. 0498703994 fax 0498797207 mail info@legaconsumatoriveneto.it

Cordiali saluti

Est vicentino acqua inquinata non cessa l'allarme


Quattro anni fa un'azienda di Marosticahttp://www.provincia.vicenza.it/stampa/a-nord-di-schiavon-la-fonte-dellinquinamentoaveva inquinato i pozzi con il percloroetilene e l'allarme non è ancora cessato. In questo articolo di oggi sul GdV Lorenzo Altissimo dice che è ancora presto per parlare di miglioramento..

Gassificatore, servono tempi certi


Dopo l'incontro del settore concia con il nuovo amministratore di Acque del Chiampo Serafin, Valter Peretti ne esce preoccupato in quanto sembra che Serafin voglia riconsiderare alcuni aspetti sul gassificatore dei fanghi. Peretti dice che ora siamo prossimi alla campagna elettorale e come sempre in Italia la politica non vuole decidere e perciò rallenta l'esecuzione dell'accordo di programma.Secondo Peretti non c'è niente da rivedere ma se si vuole guadagnare tempo si possono riconsiderare e approffindiere alcuni aspetti. E' stato positivo invece l'incontro con il nuovo amministratore da parte del presidente di confartigianato Guerrino Mazzocco, positivo sopratutto per la consulta degli utenti di cui anche Confartigianato con le sue 1.500 aziende dovrebbe farne parte.

12 Ottobre a Roma La via maestra è solo un inizio


La difesa e l'attuazione della nostra carta costituzionale sono elementi
essenziali per la democrazia e lo stato di diritto nel nostro paese.
Principi per i quali si sono impegnati in questi anni i movimenti che
fanno parte del Forum per l'Acqua che per le loro campagne si sono
appellati all'articolo 43 che apre ad una gestione pubblica e partecipata
dei beni comuni laddove si sancisce la possibilità che i "servizi pubblici
essenziali" vengano trasferiti "ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di
utenti".
E ancora l'articolo 75 in nome del quale furono raccolte un milione e
mezzo di firme per il referendum vinto il 12 e 13 giugno 2011 con oltre 26
milioni di "sì".
E' in forza di questi due articoli che continua la mobilitazione del Forum
italiano dei Movimenti per l'acqua per l'attuazione di quanto sancito dai
referendum e per questo ci sembra essenziale che la costituzione rimanga la
"via maestra" di questo paese.

Perché "si scrive acqua, ma si legge democrazia"

Importante convegno a Milano sui composti perfluoroalchilici (PFAS) nelle acque italiane

Importante convegno a Milano sui composti perfluoroalchilici (PFAS) nelle acque italiane
http://www.cnr.it/eventi/index/evento/id/13370
I composti perfluoroalchilici (PFAS) nelle acque italiane: distribuzione e rischi
Il 22/10/2013 ore 09.30 - 17.00
Area della Ricerca CNR, Via Bassini 15, Milano
L’incontro, in programma per il prossimo 22 ottobre a Milano, Area della Ricerca CNR, Via Bassini 15, sarà un'importante occasione per confrontarsi sulla problematica legata alla presenza di questi contaminanti emergenti, caratterizzati da elevata persistenza e stabilità chimica, negli ecosistemi acquatici italiani e sui rischi per l’ambiente e per la salute umana.
Nel corso del convegno saranno presentati i risultati scientifici prodotti da CNR-IRSA nell’ambito di una convenzione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali che ha promosso un progetto di ricerca per la valutazione del Rischio Ambientale e Sanitario associato alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel Bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani. Nel corso del convegno verranno illustrati i dati di distribuzione degli PFAS in vari corpi idrici italiani e nelle acque potabili, in relazione alle sorgenti di contaminazione. Saranno discussi gli effetti e il bioaccumulo dei PFAS negli organismi acquatici. Sarà inoltre analizzato il quadro normativo di riferimento sui contaminanti emergenti e le possibili misure di contenimento per la riduzione del rischio.
Interverranno all’incontro esperti del CNR-IRSA, Ministero dell’Ambiente, ISPRA, Istituto Superiore di Sanità, Commissione Europea, Regioni, ARPA e Università.
Organizzato da:
IRSA, Istituto di Ricerca delle Acque
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare- Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali
Referente organizzativo:
STEFANO POLESELLO
VIA DEL MULINO 19, 20861 BRUGHERIO
polesello@irsa.cnr.it
03921694218
Il programma preliminare dell'evento e altre informazioni logistiche sono disponibili sul sito www.irsa.cnr.it
Per ragioni organizzative, chiediamo agli interessati di inviare entro il 10 ottobre 2013 il form di iscrizione all'indirizzo marziali@irsa.cnr.it
Modalità di accesso: ingresso libero

martedì 8 ottobre 2013

Importante incontro pubblico a Lonigo: Sai cosa esce dal rubinetto di casa tua? Giovedì 17 ottobre alle ore 20.30 Sala Convegni - piazza Garibaldi - Lonigo

Giovedì 17 ottobre alle ore 20.30
Sala Convegni - piazza Garibaldi - Lonigo
Parteciperai

Arzignano, conceria scarica nel fiume. Gentilin s’inalbera (pro Serafin)



Comune di Arzignano - Uno scarico irregolare che finiva diretto in Roggia di Arzignano che è diventata di colore viola: una tracimazione scoperta dall’Arpav a cui è seguito immediatamente il blocco da parte del comune degli scarichi dell’azienda conciaria coinvolta.
La situazione è sotto controllo ma per il Sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin questo è un ulteriore esempio di come sulla questione ambientale non si possa scendere a compromessi. Il sindaco Giorgio Gentilin: “Ancora una volta devo ringraziare l’attento e scrupoloso lavoro del Direttore del dipartimento Provinciale dell’Arpav Vincenzo Restaino, grazie al quale il monitoraggio del territorio è costante. Per aiutare l’Arpav nelle operazioni di verifica, siamo pronti a mettere a disposizione come già accaduto, uomini e mezzi della Polizia Locale e di Acque del Chiampo. Sulla salute dei cittadini non si può scendere a compromessi!
Come sindaco e come medico vado dritto e non scendo a patti con nessuno. E’ una vergogna che nel 2013 il fiume diventi viola a causa di qualche conceria: era dai tempi del compianto professor Boscardin che ci auguravamo di non vedere ancora virare il colore della Roggia di Arzignano. Mi indigno come cittadino di Arzignano prima ancora che come Sindaco. Ora obbligheremo i colpevoli a pagare interamente i costi di bonifica e ripristino. Finchè ci sono io sindaco, non ci saranno privilegi: industriali, operai e semplici cittadini saranno trattati sempre allo stesso livello e con massima equità.
Questo dimostra la bontà delle indicazioni date al nuovo Amministratore Unico di Acque del Chiampo, Alberto Serafin, al momento della sua nomina, ovvero di mettere al primo posto la salute dei cittadini e il rispetto del territorio, oltre a mantenere una separazione molto netta tra il pubblico (a cui spetta il compito di controllare) e il comparto conciario, utente del servizi di depurazione”.
Magari ci fossero più sindaci che senza guardare in faccia a nessuno agitano il pugno di ferro per difendere la salute dei cittadini e dell’ambiente del proprio Comune. Non è la prima volta, e purtroppo non sarà l’ultima, che le acque di Arzignano vengono appestate con i fetidi scarichi di industrie della concia. Sicuramente, quindi, il no pasaran di Gentilin non c’entra nulla, proprio nulla con la sanguinosa polemica che lo vede ai ferri corti coi conciari, che non hanno mandato giù la nomina di Alberto Serafin considerato inadeguato come amministratore di Acque Chiampo. Assolutissimamente nulla. a.m.

http://www.nuovavicenza.it/2013/10/arzignano-conceria-scarica-nel-fiume-gentilin-sinalbera-pro-serafin/

Regione pronta a comperare l'acqua vicentina


Nuove proposte per l'acqua per noi del Sud del Veneto...è la città metropolitana che avanza

Regione pronta a comperare l'acqua vicentina
SERVIZI PUBBLICI. Intanto cresce l'alleanza tra le aziende dei Comuni
Realizzata una prima rete di grandi tubazioni per portare l' “oro blu” della fascia pedemontana al Basso Veneto e al Polesine: ora servono accordi
08/10/2013

Una condotta d'acqua “vicentina” diretta verso il Padovano

Piero Erle VENEZIA La Regione va a comprare acqua buona dalle aziende dei Comuni veneti - e in particolare in area vicentina - per cominciare a fornire sistematicamente la zona del Basso Veneto, da sempre alle prese con problemi di fornitura di acqua potabile, tanto che ancora oggi sono operativi anche sistemi di trattamento delle acque del fiume Adige nella parte finale del suo corso, ovviamente con costi alti per poter riportare l'acqua di un grande fiume di superficie a livello potabile. TUBI PRONTI. È forse il primo passo concreto di quello che è un maxi-progetto elaborato dalla Regione nel giro di oltre un decennio: il cosiddetto Mosav, Modello organizzativo strutturale degli acquedotti veneti. Dopo anni di lavori coordinati dall'azienda “Veneto acque” della Regione, ha annunciato ieri l'assessore regionale all'ambiente Maurizio Conte, «attualmente la realizzazione delle opere acquedottistiche di competenza regionale previste nello schema acquedottistico del Veneto centrale risulta pressoché completata per il primo anello di condotte tra Venezia, Chioggia, Cavarzere, Padova e Mestre. La Regione ha quindi autorizzato il concessionario Veneto Acque spa ad avviare i necessari contatti con i gestori del servizio idrico integrato territorialmente competenti, al fine della stesura e sottoscrizione di appositi contratti per l'acquisto e la fornitura di acqua potabile da addurre mediante la rete regionale». Come dire: i tubi sono pronti, e in particolare si tratta delle grandi condotte completate le condotte per l'acqua Mestre-Padova, Padova-Cavarzere, Cavarzere-Chioggia e Venezia-Chioggia. Adesso bisogna comprare l'acqua da far passare nelle tubazioni. «Lo Schema acquedottistico del Veneto Centrale - aggiunge Conte, che ha ottenuto dalla Giunta veneta il sì alla delibera - è parte del Mosav-modello strutturale degli acquedotti veneti, con il quale si prevede l'interconnessione degli acquedotti alimentati dalle falde del Medio Brenta, dalle falde e dalle acque superficiali del Sile, dalle acque superficiali dell'Adige e del Po in un unico schema che massimizzi l'utilizzo delle acque di falda pedemontana, di produzione più economica e di migliore qualità. La progettazione definitiva ed esecutiva, la realizzazione e la gestione delle opere sono affidate alla società Veneto Acque, interamente di proprietà regionale». L'ACQUA VICENTINA. Appunto: sono i serbatoi delle falde della zona pedemontana a dover fornire l'acqua buona, e meno costosa, da far poi giungere al Polesine e al Basso Veneto. E il primo serbatoio, come noto, è il bacino del Brenta, che disperde moltissima acqua buona nel terreno a sud di Bassano: il progetto è di prelevarla con pozzi nella zona di Nove e di Carmignano di Brenta. «I nuovi prelievi in area Medio Brenta - segnala appunto Conte - sono attualmente in fase di progettazione esecutiva, mentre i due stralci della condotta di adduzione principale tra Carmignano di Brenta e Cadoneghe sono in corso di realizzazione. Per l'attivazione di una prima fornitura è necessario sottoscrivere i contratti con i gestori Etra spa (area Brenta) e Veritas spa (area invece veneziana), affinché Veneto Acque possa acquistare la risorsa idrica di buona qualità mediante immissione dalle rispettive centrali di produzione». SERVONO I CONTRATTI. «È ugualmente necessaria - conclude Conte - la sottoscrizione di contratti di vendita con i gestori AcegasAps, Veritas e Polesine Acque spa per la cessione della risorsa presso tutti i punti di consegna previsti nella rete. Veneto Acque spa attiverà quindi i contatti per la firma dei contratti in modo da poter avviare l'effettiva erogazione d'acqua all'utenza a partire dal 30 giugno 2014». L'ALLEANZA DELLE AZIENDE.
La Regione peraltro si trova ormai di fronte una realtà inedita: un patto tra gestori veneti dell'acqua che sta creando un fronte unico di aziende, in modo da garantire economie di scala, e che nasce prima di tutto da “Viveracqua”, cioè l'alleanza tra Vicenza e Verona Acque. Come ha annunciato al nostro giornale il presidente Angelo Guzzo di Acque Vicentine, ormai l'alleanza di “Viveracqua” comprende anche l'Avs-Alto Vicentino servizi, poi Cvs-Centro Veneto servizi, Acque del Chiampo, Etra, Acquedotto Basso Livenza, Bim Gps Belluno e, ultima entrata, Polesine Acque. «Il nostro obiettivo - ha spiegato pubblicamente Guzzo a un incontro promosso dal Pd - è anche quello di porci come interlocutore di prima fila con “Veneto acque” per realizzare i progetti della Regione». E adesso che c'è da trattare di contratti per forniture d'acqua di sicuro l'alleanza delle aziende dei Comuni giocherà un suo ruolo. In un'ottica di “città metropolitana” che è già molto più concreta di tanti discorsi.