domenica 20 luglio 2014

Il presidente Guzzo di Acque Vicentine entra nella giunta esecutiva di Federutility

Il presidente Guzzo di Acque Vicentine entra nella giunta esecutiva di Federutility

Di Redazione VicenzaPiù | Venerdi 18 Luglio alle 11:01 | 0 commenti ArticleImage
Acque Vicentine - Il presidente di Acque Vicentine Angelo Guzzo è stato nominato tra i 14 membri della Giunta Esecutiva di Federutility, la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali che operano nei settori di energia elettrica, gas e acqua. La nomina dell’organo, che avrà il compito di partecipare alla definizione delle linee di indirizzo della federazione, è avvenuta nel primo Consiglio Direttivo successivo all’elezione del nuovo presidente di Giovanni Valotti.
“Federutility è un luogo di incontro, di confronto e di indirizzo fondamentale per le aziende che come la nostra svolgono servizio pubblico – spiega Guzzo – Porteremo la nostra esperienza virtuosa e il nostro contributo operativo per definire assieme le strade verso un servizio ai cittadini sempre più efficiente e attento alla qualità e alla sostenibilità. Tutela del valore pubblico del servizio idrico; garanzia della qualità e dell’economicità per gli utenti; sviluppo nell’ottica del miglioramento continuo: queste sono delle priorità che da sempre sono al centro della nostra azione e che vogliamo promuovere anche in sede di federazione”.
Assieme ad Angelo Guzzo entrano a far parte della Giunta Esecutiva il presidente Giovanni Valotti (A2A - Milano) e i vicepresidenti Mauro D'Ascenzi (ACOS - Novi Ligure) e Catia Tomasetti (ACEA - Roma), Roberto Barilli (HERA - Bologna), Roberto Banchetti (ESTRA - Prato), Nicola Costantino (Acquedotto Pugliese), Rudi Oss (Dolomiti Energia - Rovereto), Maria Vittoria Pisante (SIBA - Milano), Maria Prestigiacomo (AMAP - Palermo), Francesco Profumo (IREN Torino), Alessandro Ramazzotti (ABBANOA - Cagliari), Paolo Romano (SMAT - Torino), Riccardo Trisoldi (C.V.A. - Chatillon, Aosta) e Fulvio Zugno (ASCOPIAVE - Pieve di Soligo, TV).

Atene e Salonicco, stop a privatizzazione acqua

Atene e Salonicco, stop a privatizzazione acqua
salonicco_logoIl Presidente dell'Eurozona e il Ministro delle Finanze Olandese Dijsselbloem subiscono una schiacciante sconfitta nella saga greca
La privatizzazione delle società idriche greche di Atene e Salonicco è stata congelata. Questa la notizia riportata oggi all'Assemblea Generale della società idrica di Tessalonica (EYATH). I rappresentanti dei lavoratori hanno accolto entusiasticamente il rapporto che considera il processo di privatizzazione in corso per la società pubblica in esplicito contrasto con una decisione del Consiglio di Stato che aveva decretato come illegale la privatizzazione della società idrica di Atene prevista dal governo greco e attesa come benvenuta dal Presidente dell'Eurozona e Ministro delle finanze Olandese Dijsselbloem. I lavoratori, il sindacato e una vasta coalizione di movimenti avevano già organizzato con successo un referendum in cui il 98% dei voti di quasi 220.000 cittadini si era espresso per il NO alla privatizzazione il 18 maggio 2014.
Una dichiarazione dell'agenzia per le privatizzazioni HRADF (o Taiped) ha affermato che ogni futura decisione dell'HRADF dovrebbe rispettare la costituzione greca e la volontà del popolo. Suez e Mekorot non hanno ancora presentato alcuna offerta. Questo è il sintomo dell'incerta natura legale (del processo di privatizzazione - ndr) e della indisponibilità ad ingaggiare una prolungata battaglia locale con tutti quei sindacati, movimenti ed esponenti politici che hanno supportato il referendum.
Nell'accogliere la notizia come una vittoria dei lavoratori e delle loro comunit , il Segretario Generale dell'EPSU (Jan Willem Goudriaan) dichiara "L'autorità greca per le privatizzazioni e le compagnie stanno riconoscendo la volontà della gente di Salonicco. Ora il Governo dovrebbe assicurare che l'EYATH sia totalmente nelle mani dei cittadini e buttar via idee antiquate quali la privatizzazione dei servizi pubblici in quanto concezioni fallimentari che non rispondono alle aspirazioni della gente e non più attuali."  Aggiunge inoltre: "Si tratta anche di una schiacciante sconfitta per il Presidente dell'Eurozona Dijsselbloem e per l'intero approccio della Troika di imporre dure misure di austerità. È abbondantemente chiaro che l'austerità della Troika non fa nulla per la crescita, il lavoro e lo sviluppo delle economie dei paesi coinvolti."
"Perfino l'AD della società idrica di Salonicco ha ammesso che "questo avanti e indietro del processo di privatizzazione non è stato di alcun giovamento per gli sforzi della società nel cercare di configurare una propria strategia di sviluppo", pertanto adesso è ora di dichiarare l'acqua diritto umano e di cominciare ad attuare le richieste delle popolazioni a livello locale", ha aggiunto Jan Willem Goudriaan.
EPSU, la Federazione Europea dei Sindacati dei Servizi Pubblici, ha organizzato la delegazione di osservatori internazionali al referendum del 18 maggio. EPSU ha argomentato con il sindacato greco, con il movimento dell'acqua e con gli altri movimenti che la privatizzazione non risolverebbe i problemi della società greca e che è necessario un'altro approccio incentrato sull'incentivazione della crescita e degli investimenti.
(Comunicato stampa EPSU - 30 giugno 2014)

sabato 19 luglio 2014

Un comunicato del settembre 2013 del Gruppo intervento Giuridico sull'acqua che si beve nella nostra provincia di Vicenza

Che acqua si beve nella Provincia di Vicenza?


corso d'acqua inquinato da scarichi
corso d’acqua inquinato da scarichi



Il recente “Studio di valutazione del rischio ambientale e sanitario associato alla contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani” elaborato dall’Istituto di Ricerca Sulle Acque – IRSA del Consiglio Nazionale delle Ricerche è abbastanza chiaro: dalle tre tre campagne di monitoraggio (maggio 2011, ottobre 2012, febbraio 2013) effettuate nei corpi idrici superficiali e reflui industriali e di depurazione del reticolo idrografico della provincia di Vicenza, sembrerebbe che nei comuni vicentini si beva acqua con alte concentrazioni di acido perfluoroottanoico (PFOA) e acido perfluoroottansolfonico (PFOS) composti utilizzati nel settore industriale e commerciale, nel campo dei refrigeranti, tensioattivi, e come componenti di farmaci, lubrificanti, insetticidi, cosmetici, nelle schiume impiegate negli estintori etc.  
Si tratta di composti che, pur avendo scarsa tossicità acuta e cronica, come specificato dall’IRSA, hanno effetti principalmente di natura subletale, comportandosi da interferenti endocrini del metabolismo dei grassi, causando rischi per la catena alimentare e avendo sospetta azione estrogenica e cancerogena.
Lo Studio sottolinea il fatto che, ad oggi, PFOS è sostanza candidata ad essere inclusa nella lista delle sostanze prioritarie secondo la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/EC) con uno standard di qualità proposto di 0,65ng/L.
D’altra parte, PFOS e PFOA non sono inclusi nella legislazione vigente a livello europeo sulle acque potabili ma, per esempio, negli Stati Uniti, sono inclusi nella terza lista di sostanze candidate da US-EPA alla regolamentazione a livello federale. In Germania, ricorda la relazione dell’IRSA, la Commissione per le acque potabili ha definito delle classi di rischio, espresse come somma di PFOS e PFOA, in base al tempo di esposizione  e all’età, fissando a 100ng/L il limite assoluto di sicurezza per una esposizione decennale per ogni classe di individui, mentre per una esposizione breve, nel caso di un adulto sano, si considerano tollerabili concentrazioni fino a 5 µg/L.
Bosco, radura
Bosco, radura
Nelle aree considerate dallo Studio dell’IRSA, ossia il Distretto Industriale di Valdagno e Valle del Chiampo dove è localizzato il più importante distretto tessile e conciario italiano e lo stabilimento di fluorocomposti Miteni s.p.a. (ubicato a Trissino) sono state rilevate concentrazioni piuttosto alte di PFOA, in particolare nella zona a sud dell’autostrada, nel bacino di Agno e Fratta Gorzone, dove i livelli sono risultati spesso superiori a 1000 ng/L che, secondo la relazione, “destano una certa preoccupazione dal punto di vista ambientale”. Ancora maggiore preoccupazione destano le concentrazioni di tali sostanze nelle acque potabili rilevate sempre nel bacino di Agno- Fratta Gorzone, con valori di PFOA superiori a 1000 ng/L e di PFAS totali superiori a 2000 ng/L.
La relazione dell’IRSA-CNR evidenzia come, pur in assenza di limiti di potabilità italiani o comunitari, confrontando le concentrazioni rilevate con i limiti proposti in ambito US-EPA (400ng/L per PFOA) e tedeschi (100ng/L per la somma dei perfluorurati per una esposizione decennale) sussiste un possibile rischio sanitario per le popolazioni che bevono le acque prelevate dalla falda.
I dati dello Studio condotto dall’IRSE sono stati, poi, confermati dalle conseguenti analisi svolte dall’ARPAV, la quale ha suggerito l’adozione di una serie di accorgimenti per evitare danni alla salute umana, così come proposto dall’Istituto Superiore di Sanità.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, inoltrato una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione di opportuni provvedimenti (20 settembre 2013), alle amministrazioni competenti, tra le quali il Ministero dell’Ambiente, la Regione del Veneto, la Provincia di Vicenza, la ULSS di Vicenza, per conoscere quali misure siano state, nel frattempo, adottate al fine di prevenire danni alla salute umana e all’ambiente, nonché alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza, affinché verifichi la sussistenza di eventuali reati a danno della salute pubblica; alla Commissione europea, perché valuti un solerte intervento di regolamentazione della materia, alla luce dei rischi ambientali e sanitari emersi dagli studi scientifici elaborati a livello europeo ed internazionale.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
gocce d'acqua

Il Ministero dell'Ambiente risponde al M5S su acque inquinate nel vicentino

Il Ministero dell'Ambiente risponde al M5S su acque inquinate nel vicentino

Di Redazione VicenzaPiù | ieri alle 20:39 | 0 commenti ArticleImage
Enrico Cappelletti, M5S - A gennaio il M5S ha indirizzato al Ministero dell'ambiente una interrogazione sulla gravissima vicenda che ha coinvolto oltre che la Miteni spa di Trissino, nel Vicentino, anche il comprensorio dell'Agno Chiampo, nonché ampi settori dell'Ovest Vicentino, della bassa Veronese e della bassa Padovana. Al centro del caso ci sono gli altissimi livelli di inquinamento delle falde acquifere dovuto a sostanze alchiliche perfluorurate, comunemente note come pfoas (agenti altamente nocivi).
Dopo 6 mesi dall'interrogazione il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti ha finalmente risposto.  La sua risposta, che alleghiamo, purtroppo ci delude e ci preoccupa.
La delusione scaturisce dal fatto che in tale documento gli elementi di novità, rispetto a quanto non fosse già di pubblico dominio, sono solo trascurabili.
Il Ministro ha istituito un gruppo tecnico di lavoro composto da esperti del CNR-IRSA ISPRA, ISS, incaricato di provvedere ,entro l’estate 2014, alle definizione degli Standard di Qualità Ambientali , SQA, per parte dei composti fluorurati.
Il potenziale del bacino colpito è enorme: ben 350.000 utenti.
Negli Usa, dove esiste una diversa sensibilità rispetto alla salute delle persone, un caso simile che coinvolse sì e no un bacino di utenti di 40.000 residenti, scatenò un clamore mediatico e giudiziario di proporzioni enormi.
Dal governo Renzi e dal suo ministro avremmo voluto ascoltare ben altro.
-Anzitutto servono risorse per finanziare un serio studio epidemiologico indipendente, affidato in tutto o in parte alle università
-Poi occorre cominciare a pensare ai costi o e alle modalità di una eventuale bonifica, ove questa sarà mai possibile.
-Soprattutto l'esecutivo Renzi dovrebbe intervenire per fissare rigide soglie per i cosiddetti Pfoa, in tutela e rispetto della salvaguardia della salute pubblica.
Purtroppo di tutto ciò nella replica del governo non v'è traccia.
La maggioranza parlamentare ambisce a riformare la Costituzione a colpi di maggioranza,  ma poi non è capace di scrivere un decreto legge sui pfoas che tuteli la salute dei cittadini.
 Eppure la situazione di questi territori è già pesante anche in relazione all'inquinamento provocato negli anni da una agricoltura chimicamente invasiva e dai reflui del settore concia.
Il polo conciario infatti continua a scaricare nel sistema del Guà Fratta Gorzone oltre i limiti consentiti dalla legge, il tutto in ossequio ad una deroga regionale che fa a pugni col buon senso.
Se si aggiunge tra le altre che l'Ulss 5 Ovest Vicentino non ha un registro tumori si capisce quanto sia opaca la situazione e quanto sia necessario un intervento di tutti i soggetti interessati.
Ma allora :
che acqua hanno bevuto i veneti in questi anni? Che acqua è stata utilizzata nei processi alimentari, agricoli, zootecnici in alcuni comprensori durissimamente provati come Cologna o Lonigo? Quanto stanno pagando i contribuenti veneti i costosissimi filtri al carbone attivo messi in azione per garantire la potabilità dell'acqua? Le imprese responsabili pagheranno mai il conto?

mercoledì 9 luglio 2014

Contaminazione da Pfas e analisi del rischio. Sul Bur l'Accordo tra Regione e Iss per il supporto tecnico scientifico

Contaminazione da Pfas e analisi del rischio. Sul Bur l'Accordo tra Regione e Iss per il supporto tecnico scientifico
a Logo Veneto nuovoE’ stata pubblicata sul Bur numero 60 del 17 giugno la delibera  764 del 27 maggio con cui la Giunta regionale ha approvato l'Accordo di collaborazione tra la Regione del Veneto e l'Istituto Superiore di Sanità finalizzato al “supporto tecnico scientifico, analitico e consultivo per l'analisi di rischio correlato alla contaminazione da Pfas di matrici ambientali e filiera idro-potabile in talune circostanze territoriali, e potenziale trasferimento di Pfas alla filiera alimentare e allo studio di biomonitoraggio". La Regione Veneto si avvarrà quindi delle competenze dell’Iss “per tutelare la salute della popolazione nell'utilizzo dell'acqua ad uso potabile e completare le azioni di prevenzione nell'ambito della messa in sicurezza della filiera idropotabile in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche”. La durata dell’accordo è fissata in 30 mesi a decorrere dall’inizio delle attività di studio e ricerca.
Responsabili scientifici saranno per l’Iss la dottoressa Loredana Musumeci e per la Regione Veneto la dottoressa Francesca Russo.
Come si ricorderà con la Dgr 168 del 20 febbraio scorso "Pianificazione delle attività a tutela della salute dei soggetti esposti alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque potabili" sono state definite le attività necessarie a fronteggiare la problematica della presenza Pfas nelle acque potabili erogate dalle reti acquedottistiche, a seguito della nota del Ministero della Salute del 29 gennaio e del documento tecnico dell'Istituto Superiore di Sanità del 16 gennaio.
“Per regolamentare e valutare eventuali scostamenti correlati all'analisi dei dati rispetto ai livelli di performance indicati dall'Iss – si legge ora nella nuova delibera pubblicata sul Bur di ieri - sono in corso di elaborazione delle procedure di indirizzo regionali che prevedono: valutazioni statistiche sulla rappresentatività delle informazioni rilevate dalla rete regionale dei controlli; indicazioni tecnologiche conseguenti ad eventuali superamenti; sorveglianza sul mantenimento dei livelli di performance ed eventuali provvedimenti di limitazione d'uso ed analisi di rischio basata sugli strumenti di Tdi già indicati dall'Efsa”. Peraltro, si aggiunge, “l'Istituto Superiore di Sanità ha già fornito nella tematica in oggetto, supporto tecnico-scientifico alla Regione del Veneto nell'elaborazione dei dati acquisiti dalle strutture del territorio sulla contaminazione delle acque, da destinare e destinate al consumo umano, supportando i processi decisionali nel breve e medio periodo”.
Scarica qui 764_AllegatoA_275287.pdf
A cura c.fo – 18 giugno 2014 – riproduzione riservata 
 

martedì 8 luglio 2014

Riguardo VIVERACQUA è utile sapere che facciamo parte anche di APE (Acqua Pubblica Europea)

ACQUA PUBBLICA, MM ENTRA NEL BOARD EUROPEO

Oltre quaranta milioni di abitanti serviti, molte tra le best practise migliori d'Europa, e una fitta rete d'acquedotto che come una ragnatela sotterranea, indispensabile e preziosa, unisce Bruxelles e Milano Bari e Parigi Verona e Siviglia. È la rete di APE - Aqua Publica Europea, l'associazione internazionale degli operatori pubblici del Servizio Idrico Integrato, che si è estesa di recente con l'adesione, per l'Italia, di Acquedotto Pugliese, Abbanoa (l'azienda unica della Sardegna) e Viveracqua, la società consortile che riunisce sette gestori del Veneto. L'assemblea annuale del 28 giugno, ospitata a Parigi dalla presidente Anne Le Strat (che è anche presidente di Eau de Paris), ha fotografato una realtà vivace e in crescita. Oggi Aqua Publica Europea raccoglie quarantuno aziende, provenienti da sette Paesi (Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Spagna, Germania, Portogallo). A queste si aggiungono quattro associazioni di operatori pubblici: Aquabru (Belgio), Aeopas (Spagna), FNCCR (Francia) e AIA (Portogallo). Nel complesso le aziende aderenti ad APE rappresentano un fatturato che supera i 4 miliardi e 500milioni di euro, che si traducono in cantieri aperti sul territorio per realizzare pozzi, estendere reti, potenziare depuratori, e più in generale nella garanzia per i cittadini di avere a disposizione un servizio efficiente, solidamente gestito da operatori pubblici, direttamente controllati dagli Enti Locali. Nel corso dell'appuntamento di Parigi è stato nominato il nuovo Consiglio d'Amministrazione, che detterà gli indirizzi dell'associazione per i prossimi tre anni. Ne fanno parte 13 componenti, 4 dei quali in rappresentanza dell'Italia: si tratta di Alessandro Ramazzotti (presidente CAP Holding), Cesare Cerea (vicepresidente Amiacque), Stefano Cetti (direttore generale Metropolitana Milanese) e Massimo Mariotti (presidente di Acque Veronesi e del consorzio Viveracqua). 'Riteniamo importante promuovere anche a livello europeo, attraverso APE, le best practice della gestione pubblica - dichiara Stefano Cetti, direttore generale di Metropolitana Milanese spa -, soprattutto nei servizi idrici che sono di primaria importanza per la collettività'. 'Siamo certi che la conoscenza reciproca e la collaborazione tra le imprese aderenti ad APE - aggiungono Alessandro Ramazzotti e Cesare Cerea di CAP Holding e Amiacque, le due aziende del Gruppo CAP - ci aiuteranno nello sforzo per un miglioramento continuo dei nostri livelli di efficienza'. L'assemblea è anche stata l'occasione in cui fare il punto sui prossimi passi di APE per promuovere la gestione pubblica dell'acqua, puntando anche sull'innovazione che gli operatori pubblici del servizio idrico sono in grado di produrre. Proprio in tema di innovazione, APE insieme ad altri network è stata selezionata di recente dalla Commissione Europea per la creazione di un 'action group' nell'ambito della 'European Innovation Partnership on water', e sta partecipando ai bandi europei sugli appalti pubblici innovativi e sul risparmio energetico nella produzione idrica.
 Qui un articolo che racconta di quando APE si è riunita a Verona :
 Venerdì, 18 Ottobre 2013 00:00 
 

Verona / Acqua Publica Europea: rinnovato l’impegno a promuovere la gestione a livello internazionale


VERONA - Si è riunito nella sede di Acque Veronesi - la società che gestisce il servizio idrico integrato in 73 comuni della provincia scaligera - il consiglio di Amministrazione di “Aqua Publica Europea” (APE). L’associazione è nata nel 2008 con l’obiettivo di promuovere la gestione dell’acqua a livello internazionale, dimostrando che le aziende idriche pubbliche possono competere con le grandi multinazionali private in termini di qualità del servizio, efficienza gestionale e avanguardia tecnologica.
 
Padrone di casa, Massimo Mariotti, presidente di Acque Veronesi e del Consorzio Viveracqua - la società che riunisce nove gestori del Veneto, e che recentemente ha aderito al network europeo - nonché componente del Cda di Ape. “La riunione - ha commentato Mariotti - si è concentrata sulla definizione di strategie comuni che, in una fase di particolare difficoltà economica, permetteranno di prepararsi al meglio alle opportunità e alle sfide che l’Unione Europea presenterà nel prossimo periodo di programmazione, 2014-2020, specie nell’ambito del futuro programma europeo di finanziamento all’innovazione (Horizon2020). Questo tipo di collaborazioni, oltre a rappresentare una novità nel settore idrico, sono indispensabili per il reperimento di fondi da investire sul territorio”.

La rete di “Aqua Pubblica Europea” serve oltre 50 milioni di abitanti e racchiude 47 aziende di sei Paesi: Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Spagna, Svizzera. Il fatturato delle aziende che fanno parte di APE è complessivamente di 5 miliardi di euro, un capitale che si traduce nella costruzione di pozzi, nell’estensione delle reti idriche, nel potenziamento dei depuratori, e più in generale nella garanzia per i cittadini di avere a disposizione un servizio efficiente, solidamente gestito da operatori pubblici.

Presente all’incontro nella sede di Acque Veronesi, il presidente di APE Anne Le Strat, vicesindaco di Parigi e presidente di “Eau de Paris”, l’azienda che si occupa della gestione dell’acqua nella capitale francese: “Ringrazio gli amici veronesi per l'eccellente accoglienza che testimonia l'impegno dei soci italiani per la crescita del nostro network. Un network che combina un deciso impegno sui temi della performance e la qualità dei servizi con la promozione dei valori che sono tipici del servizio pubblico". Soddisfazione, infine, per l’importante summit, è stata espressa anche dal vicepresidente di “Aqua Pubblica Europea”, Alessandro Ramazzotti, (presidente CAP Holding), secondo cui, “è fondamentale rivendicare il ruolo delle Pubblic Utilities, per affrontare al meglio le sfide infrastrutturali”.

Mozione sull' autostrada Pedemontana presentata da Pietrangelo Pettenò Consigliere della Sinistra Veneta

Mozione sull' autostrada Pedemontana presentata da Pietrangelo Pettenò Consigliere della Sinistra Veneta
Al Presidente della Giunta Regionale
Luca Zaia
Al Presidente del Consiglio Regionale
Clodovaldo Ruffato
Al Presidente della Commissione II
Andrea Bassi
> Al Presidente Commissione VII
> Nicola Ignazio Finco
> ai Consiglieri Regionali
> Egregi Colleghi,
>
> La manifestazione contro la Pedemontana che si è tenuta a Brogliano (Vi) sabato 5 luglio scorso, promossa dai comitati cittadini con l'adesione di varie associazioni e forze politiche, ha messo in evidenza la necessità di una seria riflessione dal parte della Regione Veneto sul proseguimento di quell'opera ancora molto contestata.
>
> Ritengo sia doveroso affrontare con i responsabili istituzionali e tecnici lo stato dell'arte del progetto e confrontarsi con gli Enti Locali, i cittadini ed i comitati che da tempo scongiurano la realizzazione di quest'opera, proponendo valide, meno impattanti e costose alternative.
>
> Vari sono anche i ricorsi pendenti in sede giudiziaria ed è per questo che vi propongo di attivare urgentemente un tavolo di discussione e verifica sull'intera opera.
>
> Allego, per una vostra eventuale condivisione, una proposta di Mozione da presentare in Consiglio regionale, la cui discussione potrebbe essere proceduta proprio da un momento di confronto istituzionale nelle commissioni consiliari o in altra forma e modo che riterrete opportuno.
Il Consigliere regionale
Pietrangelo Pettenò
Questa la mozione : MOZIONE N.
FERMARE I LAVORI PER LA REALIZZAZIONE DI QUELL’OPERA INUTILE E DANNOSA CHE SI CHIAMA AUTOSTRADA PEDEMONTANA!
presentata il 03 luglio 2014 dal Consigliere Pettenò,
Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che
Nella Valle dell’Agno la Pedemontana significa:
1. Distruzione della gratuita tangenziale di Montecchio M. (inaugurata nel dicembre 2006) per far posto alla superstrada a pagamento. Il traffico locale sarà ributtato all’interno del paese a meno che non si realizzino le complanari che però significherebbero un serpentone d’asfalto di 10 corsie
2. Per tre volte la Pedemontana sottopassa la provinciale 246 con enormi scavi. Si renderanno necessari complessi e costosi lavori per bloccare e deviare la falda
3. Inquinamento della valle per nuovo traffico di attraversamento. Aumento dei tumori e delle malattie cardiovascolari
4. Espropri, distruzioni di case e di campi, impoverimento di aziende agricole. Perdita di valore delle abitazioni
5. Allagamenti a causa della completa cementificazione del fondo valle (sono previsti 3 nuovi caselli). Bollette stratosferiche per far funzionare le idrovore per asciugare cantine e capannoni
6. Costosi ed impattanti lavori per raccogliere l’acqua che non trova naturali sfoghi. Vedi bacino di laminazione delle rotte del Guà e triplicazione del bacino di Montebello
7. Cementificazione anche con iniezioni di cemento delle risorgive delle Poscole, sito di interesse comunitario (SIC) mentre l’Europa stanzia fondi per la protezione delle risorgive dell’Alto Vicentino, tra le più importanti d’Europa
8. Dispersione del bene prezioso dell’acqua sia per i danni alle falde sia per le gallerie tra la Valle dell’Agno e la Val Leogra che vanno ad interrompere i numerosi percorsi d’acqua sotterranei che alimentano importanti sorgenti (sentire Lorenzo Altissimo direttore del Centro Idrico di Novoledo)
9. Danni enormi al paesaggio
10. Problemi alla viabilità ordinaria in quanto la superstrada è in realtà un’autostrada che divide in due un territorio densamente abitato. Questa considerazione vale per tutti i 95 Km tra Montecchio Maggiore e Spresiano in provincia di Treviso.
Considerato che
Il tratto di superstrada tra Montecchio M. e la Valdastico Nord-A31 costa 750 milioni di euro ma non ha senso poiché esiste già la Valdastico Nord-A31 direttamente collegata all’autostrada A4, mentre gli abitanti della Valle dell’Agno, chiedono invano una bretella tra Canove di Montecchio M. e Cereda di Cornedo perché il traffico locale si svolge principalmente tra Recoaro e Montecchio.
La costruzione della galleria artificiale tra Montecchio Precalcino e Sarcedo, che rappresenta un enorme danno all’ambiente, procedono al rilento, forse con lo scopo di indurre la popolazione alla ineluttabilità di questa ferita che condizionerà la vita della comunità residente nel territorio e quella delle generazioni future.
La possibilità di rivedere il progetto è prevista per “causa di forza maggiore” dagli stessi accordi tra Regione e consorzio di ditte che esegue e gestirà la Pedemontana e un’immediata moratoria dei lavori permetterà di rivedere questo faraonico, costoso, distruttivo progetto.
impegna la Giunta regionale
ad intervenire nelle sedi istituzionali opportune per prevedere l’immediata moratoria dei lavori della superstrada a pagamento Pedemontana Veneta, affinché non si producano ulteriori danni al territorio e non si giunga forzatamente ad un punto di esecuzione dei lavori (o meglio di presunta esecuzione) che induca nel senso comune, come uno slogan e come avvenuto per la realizzazione del c.d. “Sistema Mo.S.E.”, la percezione dell’ineluttabilità della conclusione dell’opera, a prescindere dalle indispensabili valutazioni di merito (ambientali, mobilistiche, socioeconomiche) e dalla effettiva utilità dell’opera.