lunedì 7 luglio 2014

Concluso il processo di Medio Chiampo e ci sono sei condanne


La notizia di questo processo sulla Medio Chiampo in corso da tantissimo tempo era  anche sulla Nuova Vicenza di  circa un anno fa dove si parlava anche dell'inquinamento di un pozzo a Gambellara  http://www.nuovavicenza.it/2013/03/rigon-medio-chiampo-spa-pozzo-di-gambellara-inchiesta-archiviata/  il 30 giugno  invece si è finalmente chiuso il lunghissimo processo legato al depuratore di Montebello e alla sede di Medio Chiampo  e ci sono sei condanne, altre sette invece sempre coinvolte con questa vicenda sono andate in prescrizione . A essere condannati per aver contaminato la discarica con idrocarburi e fenoli sono Stefano Paccanaro di Zermeghedo, Piergiorgio Rigon di Montebello, Luigi Culpo di Arzignano, Paola Crestani e Lugi Storato di Montebello, Stefania Malesan di Monteforte d'Alpone.In prescrizione invece Tiziana Piras di San Bonifacio, Davide Zannato di Montecchio Maggiore, Gianna Tasson di Zermeghedo, e Bruno Pellizzari di Montecchio Maggiore.Speriamo che finalmente si dimettino anche dai loro ben pagati incarichi di dirigenti della Medio Chiampo.Secondo i sei condannati la sentenza è ingiusta e vogliono proporre un appello...

Questo articolo del GdV del 2006 spiega molto bene cosa era successo : È polemica sui metodi di controllo effettuati dall’Arpav: avvengono con un preavviso che può “tutelare” il controllato
Montebello, la polizia nei pozzi ha scovato anche tubi “segret
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Il blitz coordinato dai pm su depuratore e discarica è andato a colpo sicuro

di Ivano Tolettini

Una grande truffa ambientale sull’asse Montebello-Zermeghedo col corollario di collusioni ancora da decifrare, oppure un colossale equivoco che l’nchiesta della procura di Vicenza si incaricherà di chiarire? La gestione di depuratore e discarica da parte di Medio Chiampo è stata fin qui corretta, oppure qualcuno ha fatto il furbetto, mettendo a repetaglio la salute pubblica? Ruota attorno a questa duplice domanda la maxindagine sui rifiuti da concia che ha visto finire sotto inchiesta una decina di persone e ad accertare che, per quanto finora s’è capito, depuratore e discarica di Montebello-Zermeghedo hanno dei problemi. Gli investigatori non avrebbero dubbi al riguardo, anche se soltanto dai risultati di laboratorio si avranno i risultati che indirizzeranno le indagini in maniera decisiva. Si è appreso, ad esempio, che le telecamere della polizia stradale di Verona diretta dal primo dirigente Giocondi avevano iniziato le riprese all’inizio dell’anno prima che "Striscia la notizia" fiutasse la stessa pista. A indirizzare l’inviato Moreno Morello del tiggi satirico sarebbe stato un informatore che sarebbe a conoscenza di parecchi segreti del mondo dello smaltimento dei rifiuti non solo nell’Ovest Vicentino. Il blitz coordinato dal procuratore capo Ivano Nelson Salvarani e dal sostituto Angela Barbaglio è stato chirurgico come può esserlo una incisione al laser. I poliziotti sono andati a colpo sicuro sequestrando pozzetti, eseguendo campionamenti in tubi che sarebbero stati segreti e acquisendo documenti che avrebbero lasciati esterrefatti gli stessi gestori della società Elidra, uno dei fulcri dell’indagine perché è controllata da una fiduciaria con sede in un paradiso fiscale estero. Per questo l’inchiesta che ha avuto ripercussioni anche nel Veronese, con le prime prese di posizioni di alcuni sindaci che preannunciano azioni legali contro il Vicentino (a tutti i livelli) qualora le analisi dei campioni prelevati dagli investigatori fossero positivi, rischia di avere un impatto incontrollabile. PRELIEVI. L’altra sera nell’intervista rilasciata all’inviato di Striscia il dirigente Arpav di Arzignano Vincenzo Restaino ha spiegato che in effetti i controlli periodici avvengono con il preavviso del controllato. Un’affermazione che ha fatto non poco dubitare sulla serietà di questi prelievi, perché è sufficiente che chi subisce il controllo alteri la situazione dei pozzetti per far vanificare la prova. Sarebbe come dire a un atleta quando avvengono i controlli antidoping. Anche perché, come hanno sottolineato più osservatori, il mercato ambientale è gestito perlopiù dagli enti pubblici (dunque la politica) e l’Arpav , che è l’organo di vigilanza, è un ente di emanazione politica (regionale). Insomma, tra controllori e controllati c’è una osmosi che vista dalla prospettiva del cittadino potrebbe alimentare sospetti come l’inchiesta conferma. Perché i controlli non sono a sorpresa? INDAGATI. Sono otto i nomi degli indagati che si conoscono perché a loro la polizia ha consegnato un decreto di perquisizione che equivale a un avviso di garanzia: Piergiorgio Rigon, presidente di Medio-Chiampo spa; il direttore generale Luigi Culpo; il responsabile tecnico Stefano Paccanaro; il responsabile tecnico della discarica di Zermeghedo Lanfranco Vitale; l’amministratore unico di Elidra Tiziana Piras e il direttore tecnico Davide Zannato. ASSOCOGEN. Gli altri due sotto inchiesta sono il presidente di Assocogen , la società costituità da Assoartigiani (67%) e Aim (33) Virginio Piva e il responsabile tecnico della centrale a metano di Zermeghedo Zoso. A proposito di questo impianto, a differenza di quello che abbiamo riferito nell’edizione di ieri, la società non si occupa anche della raccolta di fanghi, ma soltanto "di gestione dell'impianto di cogenerazione di Zermeghedo (produzione di calore ed energia elettrica mediante utilizzo di gas metano) in autonomia operativa. Il calore prodotto - informa una nota congiunta - viene ceduto interamente alla rete di teleriscaldamento industriale realizzata nella zona artigianale di Zermeghedo, l'energia elettrica al Grtn-Gestore della rete di trasporto nazionale". L’attenzione della polizia si è concentrata sulla società perché smaltirebbe i propri scarti acquosi e oleosi in maniera illegale. È l’ipotesi, questa, della procura. Un’autobotte di Elidra trasporterebbe periodicamente gli scarti della centrale nel depuratore e da lì in discarica. Tutto questo, ad avviso degli inquirenti, avverrebbe in maniera irregolare. Così come poi sarebbe illegale il trasferimento dei fanghi ottenuti ed essiccati in discarica a Zermeghedo.

Dopo le condanne di lunedì 30 giugno  a Medio Chiampo i ritenuti responsabili dell'inquinamento con il traffico dei rifiuti, replicano che essendo i rifiuti non cancerogeni (come fanno a saperlo?) pur superando i limiti stabiliti . I loro fanghi non li ritengono pericolosi e li stanno producendo da 30 anni. L'attività conciaria prosegue infatti anche oggi nello stesso modo.La discarica la stanno gestendo da anni nello stessa maniera e se ora risultasse illegale tutto verrebbe bloccato
questa l'interrogazione che aveva fatta ancora nel 2010 il consigliere per la Sinistra in Veneto Pietrangelo Pettenòhttp://www.vicenzapiu.com/leggi/commissario-per-medio-chiampo-e-acque-chiampo
Questa invece l'osservazione fatta da Luciano Panato ex consigliere provinciale di Rifondazione Comunista che seguiva la vicenda 
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Aver posto al centro dei programmi elettorali i temi del lavoro e dell'ambiente è un merito che riconosciamo a tutti i candidati sindaci dell'Ovest vicentino e a tutte le forze politiche e liste civiche che li hanno appoggiati.
Oggi - a elezioni terminate, a sindaci eletti e a consigli comunali insediati - bisogna entrare nel merito. Ci riferiamo, in particolare, all'allarme lanciato dai sindacati sulla grave crisi occupazionale che vivono i lavoratori di alcune aziende (di Arzignano , ma non solo), che lamentano una non vicinanza delle istituzioni. 
( Il Giornale di Vicenza del 3 luglio nella cronaca di Arzignano).
Sulla questione ambientale siamo convinti che l'esito del processo in cui erano imputati i vertici di Medio Chiampo - a cui è stata inflitta una condanna non lieve - ponga con urgenza una scelta, non più rinviabile, di cambio dei vertici di tale consorzio pubblico, e una fusione con altro ente della stessa natura.
E' ora che i sindaci e le forze politiche, battano un colpo.
Attendiamo fiduciosi.

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