La notizia di questo processo sulla Medio Chiampo in corso da tantissimo tempo era anche sulla Nuova Vicenza di circa un anno fa dove si parlava anche dell'inquinamento di un pozzo a Gambellara
http://www.nuovavicenza.it/2013/03/rigon-medio-chiampo-spa-pozzo-di-gambellara-inchiesta-archiviata/ il 30 giugno invece si è finalmente chiuso il lunghissimo processo legato al
depuratore di Montebello e alla sede di Medio Chiampo e ci sono sei
condanne, altre sette invece sempre coinvolte con questa vicenda sono
andate in prescrizione . A essere condannati per aver contaminato la
discarica con idrocarburi e fenoli sono Stefano Paccanaro di Zermeghedo,
Piergiorgio Rigon di Montebello, Luigi Culpo di Arzignano, Paola
Crestani e Lugi Storato di Montebello, Stefania Malesan di Monteforte
d'Alpone.In prescrizione invece Tiziana Piras di San Bonifacio, Davide
Zannato di Montecchio Maggiore, Gianna Tasson di Zermeghedo, e Bruno
Pellizzari di Montecchio Maggiore.Speriamo che finalmente si dimettino
anche dai loro ben pagati incarichi di dirigenti della Medio
Chiampo.Secondo i sei condannati la sentenza è ingiusta e vogliono
proporre un appello...
Questo
articolo del GdV del 2006 spiega molto bene cosa era successo : È
polemica sui metodi di controllo effettuati dall’Arpav: avvengono con un
preavviso che può “tutelare” il controllato
Montebello, la polizia nei pozzi ha scovato anche tubi “segreti”
Il blitz coordinato dai pm su depuratore e discarica è andato a colpo sicuro
di Ivano Tolettini
Una
grande truffa ambientale sull’asse Montebello-Zermeghedo col corollario
di collusioni ancora da decifrare, oppure un colossale equivoco che
l’nchiesta della procura di Vicenza si incaricherà di chiarire? La
gestione di depuratore e discarica da parte di Medio Chiampo è stata fin
qui corretta, oppure qualcuno ha fatto il furbetto, mettendo a
repetaglio la salute pubblica? Ruota attorno a questa duplice domanda la
maxindagine sui rifiuti da concia che ha visto finire sotto inchiesta
una decina di persone e ad accertare che, per quanto finora s’è capito,
depuratore e discarica di Montebello-Zermeghedo hanno dei problemi. Gli
investigatori non avrebbero dubbi al riguardo, anche se soltanto dai
risultati di laboratorio si avranno i risultati che indirizzeranno le
indagini in maniera decisiva. Si è appreso, ad esempio, che le
telecamere della polizia stradale di Verona diretta dal primo dirigente
Giocondi avevano iniziato le riprese all’inizio dell’anno prima che
"Striscia la notizia" fiutasse la stessa pista. A indirizzare l’inviato
Moreno Morello del tiggi satirico sarebbe stato un informatore che
sarebbe a conoscenza di parecchi segreti del mondo dello smaltimento dei
rifiuti non solo nell’Ovest Vicentino. Il blitz coordinato dal
procuratore capo Ivano Nelson Salvarani e dal sostituto Angela Barbaglio
è stato chirurgico come può esserlo una incisione al laser. I
poliziotti sono andati a colpo sicuro sequestrando pozzetti, eseguendo
campionamenti in tubi che sarebbero stati segreti e acquisendo documenti
che avrebbero lasciati esterrefatti gli stessi gestori della società
Elidra, uno dei fulcri dell’indagine perché è controllata da una
fiduciaria con sede in un paradiso fiscale estero. Per questo
l’inchiesta che ha avuto ripercussioni anche nel Veronese, con le prime
prese di posizioni di alcuni sindaci che preannunciano azioni legali
contro il Vicentino (a tutti i livelli) qualora le analisi dei campioni
prelevati dagli investigatori fossero positivi, rischia di avere un
impatto incontrollabile. PRELIEVI. L’altra sera nell’intervista
rilasciata all’inviato di Striscia il dirigente Arpav di Arzignano
Vincenzo Restaino ha spiegato che in effetti i controlli periodici
avvengono con il preavviso del controllato. Un’affermazione che ha fatto
non poco dubitare sulla serietà di questi prelievi, perché è
sufficiente che chi subisce il controllo alteri la situazione dei
pozzetti per far vanificare la prova. Sarebbe come dire a un atleta
quando avvengono i controlli antidoping. Anche perché, come hanno
sottolineato più osservatori, il mercato ambientale è gestito perlopiù
dagli enti pubblici (dunque la politica) e l’Arpav , che è l’organo di
vigilanza, è un ente di emanazione politica (regionale). Insomma, tra
controllori e controllati c’è una osmosi che vista dalla prospettiva del
cittadino potrebbe alimentare sospetti come l’inchiesta conferma.
Perché i controlli non sono a sorpresa? INDAGATI. Sono otto i nomi degli
indagati che si conoscono perché a loro la polizia ha consegnato un
decreto di perquisizione che equivale a un avviso di garanzia:
Piergiorgio Rigon, presidente di Medio-Chiampo spa; il direttore
generale Luigi Culpo; il responsabile tecnico Stefano Paccanaro; il
responsabile tecnico della discarica di Zermeghedo Lanfranco Vitale;
l’amministratore unico di Elidra Tiziana Piras e il direttore tecnico
Davide Zannato. ASSOCOGEN. Gli altri due sotto inchiesta sono il
presidente di Assocogen , la società costituità da Assoartigiani (67%) e
Aim (33) Virginio Piva e il responsabile tecnico della centrale a
metano di Zermeghedo Zoso. A proposito di questo impianto, a differenza
di quello che abbiamo riferito nell’edizione di ieri, la società non si
occupa anche della raccolta di fanghi, ma soltanto "di gestione
dell'impianto di cogenerazione di Zermeghedo (produzione di calore ed
energia elettrica mediante utilizzo di gas metano) in autonomia
operativa. Il calore prodotto - informa una nota congiunta - viene
ceduto interamente alla rete di teleriscaldamento industriale realizzata
nella zona artigianale di Zermeghedo, l'energia elettrica al
Grtn-Gestore della rete di trasporto nazionale". L’attenzione della
polizia si è concentrata sulla società perché smaltirebbe i propri
scarti acquosi e oleosi in maniera illegale. È l’ipotesi, questa, della
procura. Un’autobotte di Elidra trasporterebbe periodicamente gli scarti
della centrale nel depuratore e da lì in discarica. Tutto questo, ad
avviso degli inquirenti, avverrebbe in maniera irregolare. Così come poi
sarebbe illegale il trasferimento dei fanghi ottenuti ed essiccati in
discarica a Zermeghedo.
Dopo le condanne di lunedì 30 giugno a Medio Chiampo i ritenuti responsabili
dell'inquinamento con il traffico dei rifiuti, replicano che essendo i
rifiuti non cancerogeni (come fanno a saperlo?) pur superando i limiti
stabiliti . I loro fanghi non li ritengono pericolosi e li stanno
producendo da 30 anni. L'attività conciaria prosegue infatti anche oggi
nello stesso modo.La discarica la stanno gestendo da anni nello stessa
maniera e se ora risultasse illegale tutto verrebbe bloccato
questa l'interrogazione che aveva fatta ancora nel 2010 il consigliere per la Sinistra in Veneto Pietrangelo Pettenò
http://www.vicenzapiu.com/leggi/commissario-per-medio-chiampo-e-acque-chiampo
Questa invece l'osservazione fatta da Luciano Panato ex consigliere provinciale di Rifondazione Comunista che seguiva la vicenda
trovate tutto anche sul nostro gruppo di facebook /
https://www.facebook.com/groups/437427346291025/
Aver
posto al centro dei programmi elettorali i temi del lavoro e
dell'ambiente è un merito che riconosciamo a tutti i candidati sindaci
dell'Ovest vicentino e a tutte le forze politiche e liste civiche che
li hanno appoggiati.
Oggi - a elezioni terminate, a
sindaci eletti e a consigli comunali insediati - bisogna entrare nel
merito. Ci riferiamo, in particolare, all'allarme lanciato dai
sindacati sulla grave crisi occupazionale che vivono i lavoratori di
alcune
aziende (di Arzignano , ma non
solo), che lamentano una non vicinanza delle istituzioni.
( Il Giornale
di Vicenza del 3 luglio nella cronaca di Arzignano).
Sulla questione ambientale siamo convinti che l'esito del processo in
cui erano imputati i vertici di Medio Chiampo - a cui è stata inflitta
una condanna non lieve - ponga con urgenza una scelta, non più
rinviabile, di cambio dei vertici di tale consorzio pubblico, e una
fusione con altro ente della stessa natura.
E' ora che i sindaci e le forze politiche, battano un colpo.
Attendiamo fiduciosi.
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