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Alleghiamo anche l'intervento che doveva fare François Bruzzo sui biodigestori della nostra zona
Asigliano.
Il 24.05.2011 la Giunta Provinciale autorizzava l’esercizio
provvisorio dell’impianto d recupero rifiuti (FORSU) mediante digestione
anaerobica con produzione di biogas in capo alla Soc. Berica Utilya SpA.
Ricordiamo che per l’occasione il comune di Asigliano sul cui territorio
insiste l’impianto si è pronunciò contro l’esistenza di una tale impianto sul
proprio territorio anche in ragione del fatto che la zona artigianale
produttiva Cà d’Oro escludeva l’accoglienza di ogni attività di trattamento rifiuti. Tramite lo strumento di una conferenza di
servizi in cui prevalse a maggioranza
l’approvazione del progetto venne
automaticamente portato in variante al piano regolatore di Asigliano contro
quindi il parere del Comune ospite
dell’impianto.
L’approvazione del progetto che si avvalse di uno Studio
d’impatto ambientale venne dato previo parere della Commissione VIA della
Provincia che però vincolò l’approvazione del progetto all’attuazione di 18 prescrizioni
. A dicembre del 2012 venne avviato l’impianto. Cominciarono presto le prime
lamentele per la forte puzza proveniente dall’impianto e che coinvolgevano le
zone residenziali circostanti la zona di Cà d’Oro. E’ da notare che fra le
varie osservazioni fatte allo Studio d’Impatto Ambientale ci fù una particolare
sottolineatura del probabile impatto odorifero dell’impianto per le zone di residenza limitrofe che riguardano sia il Comune di
Asigliano che il Comune di Pojana con la sua frazione di Cagnano. Altra
criticità rilevata dalle osservazioni allo Studio d’Impatto Ambientale era la
difficoltà di reperire la quantità di FORSU necessaria al funzionamento a pieno
regime dell’impianto in quanto la FORSU prodotta dai comuni consorziati è di grande lunga insufficiente e quindi ci
sarebbe stata la necessità di alimentare l’impianto con FORSU provenienti da
comuni di un’area molto più vasta. Questo valga come monito per la costruzione
di ulteriori impianti di questo tipo in un certo raggio di distanza dall’attuale
impianto Asigliano.
Avviato quindi nel dicembre del 2012 piovono lamentele di residenti oltre che del Comitato
Tutela Territorio Orgiano e del Comitato Intercomunale Tutela Area Berica,
addirittura la polizia locale fecce un sopraluogo denunciando una “puzza
insostenibile” nel settembre del 2013. Queste proteste giunsero alla Provincia
con tanto di materiale fotografico accertando la violazione di norme di
sicurezza nel conferimento della FORSU. Vennero pure inviati esposti .alla
Procura della Repubblica, ai N.O.E. al Prefetto, oltre che alla stessa Provincia. Ciò portò l’ARPAV
ad effettuare un sopraluogo presso
l’impianto all’inizio dello scorso mese di ottobre in cui vennero riscontrate
un numero rilevante di anomalie coincidenti non solo con il mancato rispetto
delle prescrizioni ma anche il mancato compimento di opere che erano nel
progetto iniziale. La Provincia emise un provvedimento di diffida nei confronti
dell’Utilya il 18 ottobre 2013 (prot. n° 75802) ad adempiere entro 60 giorni
alla messa in regola dell’impianto. Fra queste inadempienze brillava in modo
particolare proprio il Piano Odori. Solo il 28 febbraio scorso la Provincia chiudeva il procedimento
aperto a seguito del provvedimento di diffida dopo avere preso atto degli
adempimenti alle prescrizioni da parte
della società Utilya entro i 60 giorni imposti dal provvedimento stesso. Ora a
nostro parere il Piano Odori che abbiamo potuto visionare presso la Provincia
ci pare fortemente viziato dal fatto che è la stessa società Utilya che ne
fornisce il monitoraggio secondo il
troppo diffuso peccato italico che chi controlla coincide con il controllato.
All’ARPAV arriveranno a partire dal 14 gennaio scorso data dell’ultima analisi
le ulteriori analisi periodiche ogni quinto mese, così come quello che nel Piano Odori presentato dall’Utilya
definisce “Analisi delle anomalie olfattive, sempre ogni quinto mese a partire
dal 14 gennaio scorso. Il principio purtroppo saldo per quanto beffardo
che il controllore controlla se stesso offre poche garanzie che la vita dei
residenti migliori in virtù del fatto che esiste un sì fatto Piano Odori,
perciò riteniamo fondamentale ritenere che
il continuo monitorare il disagio ambientale dei residenti legato alle
emissioni del biodigestore sia parte integrante della misurazione
dell’effettivo impatto ambientale dell’impianto, nonché la possibilità per un
rappresentante dei residenti di accedere all’impianto durante il suo pieno
funzionamento nei momento in cui ritiene lui
opportuno per esercitarvi la
propria funzione di vigilanza e controllo.
Zermeghedo.
Impianto a biomasse a base di insilato di mais. Progettato
per produrre 8 gigawatt all’anno con la necessità di asservire 200 ettari di
terreno agricolo monocoltura di mais .
Oltre al fatto drammatico di fare uscire dalla filiera alimentare una tale
quantità di mais e di territorio agricolo (un altro grave fatto da associare al
tremendo consumo di suolo che colpisce le nostre aree e il Veneto), è anche un colpo
nocivo alla biodiversità con tutto ciò che comporta per la qualità della vita
degli donne e degli uomini nonché della fauna e della flora.
Creato da una società mista, formata al 30% dal Comune e per il
rimanente 70% da
privati, ). La società realizzatrice è la Demetra Energy spa a capitale
pubblico-privato, di cui lo stesso comune di Zermeghedo quindi in cui è
localizzata fa parte. Doveva
partire a marzo 2011 però vari problemi ne ha ritardato l’avvio, nonché
incidente che dire “preoccupante” è dire poco, avvenuto nel novembre 2012. Sembra che tutto sia scaturito dall´apertura di una botola di un
serbatoio, alto otto metri e dal diametro di venti, con dentro del residuo di
gas. Proprio a causa di quest´operazione nel maxi contenitore è entrata
dell´aria che ha provocato il botto. Lo spostamento d´ar! ia è stato così
violento che ha fatto volare via il pesante telone della copertura, mentre il
boato è stato udito dai residenti di tutte le abitazioni della zona che
temevano potesse essersi verificata un´esplosione in una delle concerie.
Il Comune parte in pieno interesse nella gestione
dell’impianto, assicura che tutto va per il meglio ma oppone un articolo del
regolamento comunale frutto della più antidemocratica politica territoriale
basata sull’autoritarismo e la mancanza di trasparenza, articolo che
praticamente blocca qualunque richiesta di accesso a un numero piuttosto vario di
documenti che vengono così ammantati di un segreto certo indegno del rispetto
dei cittadini, visto che costituisce una chiara mancanza rispetto nei confronti
dei cittadini stessi. Stiamo in questo caso aspettando la documentazione in
mano alla provincia al riguardo per saperne di più.
François Bruzzo
CTTOAV, CITTAB.
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