dal Bur del Veneto: delibera della Giunta Regionale su istituzione commissione tecnica, su caso inquinamento acque potabili e superficiali da sostanze PFAS:
Bur Veneto n. 76 del 03 settembre 2013
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1490 del 12 agosto 2013
Istituzione della Commissione tecnica per la valutazione della problematica della presenza di sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nelle acque superficiali della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, e per la formulazione di proposte in ordine alla tutela della salute pubblica.
Note per la trasparenza:
Le Autorità Ministeriali competenti hanno segnalato la presenza di sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS) nelle acque potabili e nelle acque superficiali della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, in merito alle quali le disposizioni normative attuali non prevedono specifici limiti di concentrazione. Con il presente provvedimento, facendo seguito ai numerosi interventi già messi in atto dalla Regione e dagli Enti competenti, si istituisce una Commissione tecnica interdisciplinare, costituita da rappresentanti della Regione e degli Enti coinvolti, con lo scopo di valutare la problematica e di formulare proposte alle Autorità competenti in ordine ai limiti da adottare per la tutela della salute pubblica.
L'Assessore Roberto Ciambetti di concerto con l'Assessore Luca Coletto riferisce quanto segue:
Con comunicazioni protn. 37689/TRI del 29.05.2013 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e prot. n. 10774 del 10.05.2013 del Ministero della Salute, le Strutture regionali per la Tutela dell'Ambiente e per la Sanità hanno appreso della presenza anomala di sostanze perfluoro - alchiliche (PFAS) in diversi corpi idrici superficiali ed in alcuni punti di erogazione pubblici delle acque potabili nella provincia di Vicenza e comuni limitrofi. In particolare le informazioni circa la presenza degli inquinanti in questione sono state desunte dalla relazione dell'Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR del 25 marzo 2013. Le Autorità Ministeriali di cui sopra hanno quindi richiesto di effettuare gli accertamenti necessari per l'individuazione delle fonti di immissione delle sostanze in parola e all'attivazione delle conseguenti iniziative di tutela delle acque.
In seguito alle informazioni pervenute, la Regione Veneto ha immediatamente attivato un tavolo di confronto con tutti i soggetti aventi competenza sulla distribuzione delle acque potabili e sulla tutela della salute. In particolare sono stati coinvolti i Gestori del servizio idrico integrato interessati dal problema in oggetto, invitandoli a porre in essere tutte le necessarie attività a tutela della qualità della risorsa distribuita: campagne analitiche, individuazione eventuali fonti di approvvigionamento alternative, dotazione degli apprestamenti tecnologici atti a ridurre significativamente la presenza di sostanze indesiderate nelle acque di rete. ARPAV ha inoltre provveduto ad effettuare puntuali analisi in merito alla concentrazione dei composti segnalati con campionamenti nei punti di prelievo delle acque potabili; tali analisi confermano peraltro la presenza delle sostanze perfluoro - alchiliche in concentrazioni non trascurabili, coerentemente con i riscontri delle Autorità nazionali. Sono state infine coinvolte le Aziende sanitarie locali, tenute costantemente informate dell'esito delle analisi effettuate e delle iniziative messe in atto per contenere le concentrazioni di tali composti.
A tale proposito si evidenzia peraltro che le attuali normative nazionali che sanciscono i limiti di accettabilità per le acque destinate al consumo umano, non prevedono limiti specifici per i composti PFAS, mentre alcune valutazioni o raccomandazioni sono riportate in disposizioni normative di Stati esteri. Tuttavia il D.Lgs n. 31/2001 e s.m.i., che stabilisce i parametri di qualità per le acque destinate al consumo umano in riferimento alla Direttiva comunitaria 93/83/CE, indica all'art. 4, comma 2, lett. a) che le acque non devono comunque contenere sostanze "in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana".
Sul punto si è espresso anche l'Istituto Superiore di Sanità con parere in data 7 giugno 2013, prot. n. 22264, nel quale si dichiara che "pur non configurandosi, allo stato, un rischio immediato per la popolazione esposta, si ravvisa l'opportunità ed urgenza di adottare adeguate misure di mitigazione dei rischi, prevenzione e controllo estese alla filiera idrica sulla contaminazione delle acque da destinare e destinate al consumo umano nei territori interessati". In particolare l'Istituto ha raccomandato agli organi preposti alla garanzia dell'idoneità al consumo delle acque, e agli altri soggetti coinvolti, le seguenti azioni:
- nel breve periodo l'adozione di approvvigionamenti alternativi, o, laddove tale misura non risulti praticabile, l'adozione di adeguati sistemi di trattamento delle acque per l'abbattimento sostanziale delle concentrazioni degli analiti presenti, con la strutturazione di adeguati controlli e monitoraggi sulla base dei principi di Water Safety Plans;
- nel medio - lungo periodo si ravvisa la necessità di identificazione e rimozione delle fonti di pressione e dell'origine della contaminazione anche attraverso una intensificazione dei controlli lungo la filiera e monitoraggi dei siti più inquinati, con estensione del campo di ricerca ad altre sostanze potenzialmente contaminanti e, parallelamente, la ricerca di approvvigionamenti alternativi per acque da destinare al consumo umano. Può essere altresì ravvisabile l'opportunità di estendere le ricerche all'identificazione di eventuali altre fonti di potenziale esposizione all'interno della filiera alimentare.
Tali azioni sono state prontamente attivate, mediante installazione da parte dei Gestori della rete idrica di idonei dispositivi di filtraggio, chiusura di alcuni pozzi contaminati, opportune opere di interconnessione per abbattere le concentrazioni riscontrate. Sono state inoltre effettuate opportune indagini per individuare le fonti di pressione da parte di ARPAV
In considerazione dei rilievi e delle raccomandazioni formulate dalle Autorità nazionali, nonché del prioritario interesse di salvaguardia della salute pubblica, si rende comunque necessario proseguire nell'azione di analisi dello stato di fatto, nonché approfondire lo studio per ricercare, nel più breve tempo possibile, un valore limite di concentrazione dei composti PFAS, che possa sancire la qualità dell'acqua distribuita per uso potabile o utilizzata in altri settori, quali quello agricolo o di allevamento, pur tenendo conto che la definizione dei limiti di accettabilità non spetta alla Regione o agli Enti locali, ma è di diretta competenza statale. In ogni caso, in ragione dell'importanza prioritaria della salute per la cittadinanza, si ritiene opportuno ed urgente istituire una Commissione tecnica interdisciplinare, composta dai rappresentanti degli Uffici regionali e degli Enti pubblici coinvolti, eventualmente integrabile di volta in volta con rappresentanti di altri Soggetti competenti in materia, che possa avviare una analisi preliminare delle implicazioni sanitarie ed ambientali, al fine di formulare proposte alle Autorità competenti per la definizione dei limiti opportuni in ordine alle concentrazione dei composti in oggetto.
In particolare la Commissione sarà composta dai seguenti membri:
- Segretario regionale per la Sanità o suo delegato con funzione di presidente;
- Segretario regionale per l'Ambiente o suo delegato con funzione di vice presidente;
- un rappresentante della Direzione Tutela Ambiente;
- un rappresentante della Direzione Prevenzione;
- un rappresentante dell'ARPAV del Dipartimento provinciale maggiormente interessato dal fenomeno;
La Commissione potrà essere integrata da rappresentanti di altri Enti o Soggetti interessati secondo la valutazione dei Segretari regionali per l'Ambiente e per la Sanità.
Lo specifico compito della Commissione sarà quindi di approfondire l'analisi della tematica attinente all'inquinamento dei composti perfluoro - alchilici nella Regione Veneto, determinando proposte preliminari, da inoltrare alle Autorità nazionali competenti, in merito alle soglie di accettabilità di tali composti nelle acque potabili.
I membri della Commissione svolgeranno tale incarico nell'adempimento delle normali funzioni di servizio, senza percepire pertanto alcun compenso aggiuntivo; sono dovuti gli ordinari rimborsi spettanti per spese di missione, qualora il lavoro della Commissione preveda sedute o sopralluoghi fuori sede.
Il relatore conclude la propria relazione e propone all'approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento.
LA GIUNTA REGIONALE
UDITO il relatore, il quale dà atto che la Struttura competente ha attestato l'avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione statale e regionale;
VISTA la Direttiva 98/83/CE;
VISTO il Decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31;
VISTA la Legge regionale 27.04.2011, n. 17 "Disposizioni in materia di risorse idriche";
VISTO il parere dell'Istituto Superiore di Sanità prot. n. 22264 del 7 giugno 2013;
delibera
1. di istituire la Commissione tecnica per approfondire l'analisi della tematica attinente all'inquinamento dei composti perfluoro - alchilici nella Regione Veneto, composta dal Segretario regionale per la Sanità o suo delegato con funzioni di presidente; dal Segretario regionale per l'Ambiente o suo delegato con funzioni di vicepresidente; da un rappresentante della Direzione Tutela Ambiente; da un rappresentante della Direzione Prevenzione; da un rappresentante dell'ARPAV del Dipartimento provinciale maggiormente interessato dal fenomeno;
2. di stabilire che la Commissione di cui al punto 1) potrà essere integrata da rappresentanti di altri Enti o Soggetti interessati secondo la valutazione dei Segretari regionali per l'Ambiente e per la Sanità;
3. di incaricare la Commissione tecnica di cui al precedente punto 1) di approfondire l'analisi della tematica attinente all'inquinamento dei composti perfluoro - alchilici nella Regione Veneto, determinando proposte preliminari, da inoltrare alle Autorità nazionali competenti, in merito alle soglie di accettabilità di tali composti nelle acque potabili;
4. di stabilire che i membri della Commissione di cui al punto 1), svolgeranno le mansioni previste nell'ambito della propria attività di ufficio, senza corresponsione dei ulteriori compensi, se non l'ordinario rimborso delle spese per missione, qualora dovuto;
5. di dare atto che la presente deliberazione non comporta spesa a carico del bilancio regionale;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla Direzione regionale Prevenzione e all'ARPAV;
7. di dare atto che avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale o ricorso straordinario al Capo dello Stato rispettivamente entro 60 e 120 giorni dalla notifica.
8. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino ufficiale della Regione.
Nessun commento:
Posta un commento