domenica 25 agosto 2013

Dopo la prima settimana di digiuno Don Albino Bizzotto ha mandato questo messaggio contenente una lodevole proposta da parte del Sindaco di Marano Vicentino.

SARCEDO (Vicenza) — Ha perso 7 chili, non mangia dal 16 agosto, ma l'energia è sempre la stessa. Ieri Don Albino Bizzotto era in piedi, ritto, e neppure cercava l'ombra che pur avrebbe meritato ai piedi della chiesetta di Santa Barbara, simbolo del confine tra la campagna e il cantiere della Pedemontana a Santa Barbara di Sarcedo: «Sono figlio di contadini, non posso accettare il disastro che stanno attuando contro le nostre terre». Questa la convinzione del fondatore dei Beati costruttori di Pace, che sta attuando uno sciopero della fame per protestare contro le opere pubbliche «che cementificano e distruggono il territorio, come la Pedemontana». Una protesta, la sua, che non potrà però durare a lungo: i medici controllano quanto una dieta a base di sola acqua stia compromettendo il suo fisico. La sua azione, in compenso, ha già generato emulazioni, a partire da alcuni collaboratori e amici. Di ieri poi è la notizia della nascita di una sorta di staffetta del digiuno: il sindaco di Marano Vicentino, Piera Moro, ha deciso di partire con uno sciopero della fame appena don Albino non potrà più proseguire il suo. Accanto a lei, anche i suoi assessori, che si asterranno dal cibo un giorno a testa, e forse anche i consiglieri comunali. «Sono azioni che portano debolezza al corpo, ma sanno scuotere la coscienza», è sicuro don Albino, che anche oggi proseguirà il suo sciopero nel camper a Padova, alla Stanga

ARZIGNANO: POSSIAMO CONTINUARE A BERE L'ACQUA?

Lavoro di Giovanni Fazio dell'associazione Cillsa dopo aver ricevuto il documento di risposta a Rifondazione di Lonigo dal nostro sindaco Giuseppe Boschetto sull'inquinamento della nostra acqua da sostanze perfluoro alchilichiliche

associazione Cillsa: Antonella Zarantonello del Circolo Prc-Fds "Catterina Martello"di Lonigo ci invia un prezioso documento sull'inquinamento da prodotti perfluoro alchilici che pubblichiamo nel link allegato alla presente .

Conoscere i livelli di inquinamento dell'acqua che beviamo è di vitale importanza per noi, per i nostri figli e per le generazioni future.

Per questo motivo abbiamo intrapreso una iniziativa di TRASPARENZA fornendo al libero giudizio dei cittadini documenti ufficiali e pubblicazioni scientifiche.

Non bisogna abbassare la guardia su questa questione né su quella riguardante l'inquinamento atmosferico da nanopolveri che si produrrebbe qualora la costruzione di un gassificatore andasse in porto.

http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/08/arzignano-possiamo-continuare-bere.html

PROVINCIA DI VICENZA Fluoro nell'acqua: presidio e monitoraggio costanti

Ci era sfuggito a causa delle vacanze, ma questo documento è importantissimo!

Dal sito della 16 agosto 2013
PROVINCIA DI VICENZA
Fluoro nell'acqua: presidio e monitoraggio costanti

La vicenda dell'acqua potabile con presenza di sostanze per fluoro- alchiliche (PFAS) riscontrata recentemente nell’ovest Vicentino è arrivata sui tavoli della Provincia di Vicenza. A Palazzo Folco, su convocazione del Servizio Acqua Suolo Rifiuti della Provincia, si sono riuniti tutti gli attori di questa complicata vicenda, dalla Regione Veneto alla Ulss 5, dall'Arpa Veneto al Comune di Trissino oltre, naturalmente, ai tecnici della Miteni Spa, l'azienda che autonomamente ha segnalato agli uffici competenti i risultati di una indagine condotta sul sito nella quale emerge il superamento di alcuni limiti tabellari dei parametri ambientali.

Un incontro, dunque operativo, per capire come e dove intervenire e porre in atto tutti gli accorgimenti per contenere ed affrontare definitivamente una problematica che sembra avere radici più profonde della falda stessa. Se è vero infatti che Provincia ed Arpav avvieranno tutte le indagini del caso per capire a quanto risale questo inquinamento – tra l'altro numerosi sono stati i passaggi di proprietà nel corso degli anni – e a chi imputare la responsabilità dell'accaduto, dall'altra c'è da
porre in atto tutte le misure di sicurezza per evitare che la situazione degeneri.

Sebbene, infatti, dichiaratasi non responsabile, sulla ditta Miteni Spa ricade ugualmente l'obbligo e la responsabilità non solo di porre in atto una serie di indagini ambientali ma anche di circoscrivere la contaminazione, evitando che questa si estenda anche al di fuori, con conseguenze facilmente intuibili per la salute dei cittadini e la salubrità della falda.

Oggi è stata formalmente consegnata alla Miteni Spa la relazione del marzo 2013 del CNR da cui emerge la presenza di PFAS nella matrice delle acque sotterranee e da più parti è stata sottolineata la valenza ambientale e igienico-sanitaria del problema nonché le sue dimensioni. Fermo restando le implicazioni di natura sanitaria per cui nelle scorse settimane è stato interessato l’Istituto Superiore
di Sanità, è sicuramente positivo, hanno sottolineato Provincia e Comune, che l'azienda abbia ritenuto di segnalare la questione all'autorità competenti, ma ora è tempo di porre in atto tutte le possibili soluzioni.
Un invito ad attivarsi quanto prima è arrivato anche dall'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale.
Pertanto, in attesa della presentazione del Piano di Caratterizzazione, l'azienda entro 30 giorni, dovrà intanto trasmettere una relazione contenente i risultati delle indagini sulla matrice suolo e acque sotterranee condotte sul sito, le caratteristiche dei pozzi di emungimento già attivati per trattare l’acqua di falda e dei piezometri presenti in loco, il modello concettuale del sito con proposta di approfondito studio idrogeologico specifico, la descrizione dei cicli produttivi attivi e dismessi con uso dei contaminanti riscontrati in falda (PFAS) e la descrizione delle azioni di messa in sicurezza attive e da attivare (con relativo cronoprogramma) con riscontro sulla efficacia ed efficienza della stesse.

Proprio per le conseguenze di carattere ambientale riguardanti la vicenda, la Provincia si è impegnata a istituire e convocare ogni 30 giorni un tavolo tecnico con la ditta per valutare lo stato dell'arte e capire se gli interventi adottati cominciano a dare risposte efficaci. Va da sé che le misure di sicurezza dovranno essere comunque via via implementate e definite in accordo con tutti gli Enti.

venerdì 16 agosto 2013

Inquinamento, il Comune di Vicenza vieta l'utilizzo dell'acqua dei pozzi privati

Comune di Vicenza - Il sindaco Achille Variati ha firmato pochi giorni fa un'ordinanza con la quale si vieta, a scopo cautelativo, l'utilizzo dell'acqua, ad uso potabile o per la produzione alimentare, attinta dai pozzi privati presenti in alcune vie del territorio. L'Ulss 6, lo scorso 31 luglio, aveva trasmesso una nota a cinque comuni tra cui Vicenza con cui informava in merito al ritrovamento di sostanze alchiliche perfuorate nelle acque potabili superficiali e potabili. http://www.vicenzapiu.com/leggi/inquinamento-il-comune-vieta-lutilizzo-dellacqua-dei-pozzi-privati#.UgpKzXqt8pk.facebookhttp://www.vicenzapiu.com/leggi/inquinamento-il-comune-vieta-lutilizzo-dellacqua-dei-pozzi-privati#.UgpKzXqt8pk.facebook

Medici per l’ambiente: “Acque inquinate, rischio leucemie

http://www.nuovavicenza.it/2013/08/acque-inquinate-i-medici-per-lambiente-rischio-di-aumento-leucemie/

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canale-leb-basso-vicentinoC’è una correlazione fra le acque inquinate nei pozzi della valle dell’Agno e del Basso Vicentino e l’alta incidenza di linfomi e leucemie in provincia di Vicenza? Secondo l’Isde, associazione medici per l’ambiente, il link potrebbe esserci: si aprirebbero nuovi inquietanti risvolti nella vicenda delle acque inquinate da perfluorati alchilici, emersa nelle scorse settimane dopo le rilevazioni del Cnr che ha scoperto in 30 comuni del Vicentino (e anche del Padovano e del Veronese) concentrazioni sopra la media di PFOA (sostanze perfluoro-alchiliche, composti utilizzati nell’industria chimica).
L’ipotesi – di sola ipotesi si può parlare, visto che al momento mancano solide basi di dati per verificarla – l’ha messa per iscritto il dottor Vincenzo Cordiano, oncoematologo presso l’ospedale di Valdagno e presidente della sezione vicentina dell’Isde. Un pdf che Cordiano si è premurato di inviare a tutti i parlamentari e consiglieri regionali veneti.
«Non ne ho la certezza, ma l’ipotesi è verosimile – dice Cordiano – Le stime pubblicate dal registro tumori del Veneto hanno previsto per il 2012 un aumento rispetto al 2011 di circa il 40 per cento di nuovi casi di linfomi e leucemie nei maschi delle Ulss 3 e 4». Le malattie del sangue sono ciò di cui Cordiano si occupa quotidianamente all’ospedale di Valdagno, dove i casi effettivi di linfomi e leucemie sarebbero in linea con quanto previsto dal registro tumori: «Nei primi sette mesi del 2013 ho registrato personalmente 35 casi sicuri di linfomi e leucemie a Valdagno, un dato che pare in linea con le stime del registro tumori, che per il 2012 prevedevano 77 casi nell’Ulss 5 (in cui Valdagno rientra, ndr). Nel 2011 le stime erano di 60 casi nella stessa Ulss, con un aumento da un anno all’altro del 39 per cento per i maschi e del 15 per cento per le femmine». I dati sono pubblici e sono stati raccolti dal medico nel suo blog.
L’aumento stimanto è localizzato nelle Ulss 5 (Ovest Vicentino), 4 (Alto Vicentino) e 6 (Vicenza), mentre nell’Ulss 3 di Bassano del Grappa è prevista una diminuzione, e nel Veneto complessivamente l’aumento è molto ridotto (+17 per cento fra i maschi e +7 per cento fra le femmine). «Il dato preoccupante – afferma Cordiano – è che, mentre tutti gli altri tumori sono stimati in diminuzione, quello dei linfomi (assieme ai sarcomi tumori collegati con l’inquinamento ambientale più di altri tipi) è invece in aumento in tutta le regione e, particolarmente, a Vicenza». L’incidenza superiore alla media potrebbe, secondo il sospetto dell’ematologo, essere correlato «anche alla contaminazione delle acque potabili in almeno 30 comuni della regione da parte dei composti perfluorpalchilici, oltre che al grave inquinamento atmosferico da parte dei particolati. È noto che la città di vicenza è ai primi posti in Italia per il numero di giorni di superamento del limite del particolato (nel 2012 superato per 112 giorni contro i 34 al massimo consentiti dalla legge)».
La tossicità dell’acido perfluoroctanico sarebbe stata dimostrata negli Usa, dove una class action ha costretto il colosso chimico DuPont a pagare fior di quattrini per bonificare le acque contaminate da queste sostanze, utilizzate per realizzare il Teflon, materia plastica usata per rendere le superfici antiaderenti, diffusissima nei decenni scorsi nell’industria delle pentole. Nel 2004 infatti la multinazionale americana ha accettato di pagare 343 milioni di dollari per porre fine a una class action avviata da 60 mila cittadini di Ohio e West Virginia: denaro usato, fra le altre cose, per ripulire le falde inquinate dall’acido perfluoroctanico. In seguito DuPont ha promesso di eliminare completamente l’uso di tali sostanze dalla produzione entro il 2015.
In Italia però sul tema c’è un vuoto normativo: nonostante una raccomandazione comunitaria dell’Ue già nel 2010 chiedesse di monitorare la presenza di tali sostanze negli alimenti, la legge italiana non prevede un tetto massimo alla concentrazione di sostanze perfluoro-alchiliche. In Germania la normativa fissa un tetto di 100 nanogrammi per litro. Le recenti rilevazioni nel Vicentino mostrano valori decisamente più alti: oltre 1500 nanogrammi per litro a Brendola, Sarego, Lonigo, oltre 2000 in un pozzo della zona industriale di Vicenza. La relazione dell’Arpav inviata al Ministero dell’ambiente in seguito alle recenti segnalazioni ha verificato che l’origine dell’inquinamento è negli scarichi della ditta Miteni di Trissino: nata negli anni ’60 come unità di ricerca della Marzotto (si chiamava “Ri-Mar”), nel 1988 ha cambiato la sua ragione sociale in seguito a una joint venture fra Mitsubishi ed Eni, diventando quindi “Mit-Eni”.

mercoledì 7 agosto 2013

Rassegna stampa su Sostanze perfluorurate nell’acqua: a che punto siamo?

 Questa una rassegna stampa di tutti gli articoli usciti negli ultimi giorni sull'inquinamento della nostra acqua da sostanze perfluoro alchiliche   https://www.google.it/search?q=inquinamento+acque+&ie=utf-8&oe=utf-8&rls=org.mozilla:it:official&client=firefox-a&gws_rd=cr#bav=on.2,or.r_cp.r_qf.&fp=5ebf6e0aa596e1df&psj=1&q=inquinamento+acque+da+sostanze+perfluoroalchiliche+rifondazione&rls=org.mozilla:it%3Aofficial
Nel Blog del dottor Vincenzo Cordiano troviamo utili informazioni sui danni che queste sostanze provocano alla nostra salute   http://enzucciu.blogspot.it/

Una interrogazione del consigliere regionale della Federazione della sinistra Pietrangelo Pettenò  http://www.vicenzapiu.com/leggi/inquinamento-acqua-petteno-la-regione-intervenga-nei-confronti-della-miteni-di-trissino

 Con il nostro comitato  ABC Val Del Chiampo e con altre associazioni della zona abbiamo fatto un comunicato stampa e richiesto maggiori informazioni ai nostri sindaci e gestori e all'Arpav. Trovate tutto qui in questo link

http://vicenzainsieme.it/blog/2013/08/07/sostanze-perfluorurate-nellacqua-a-che-punto-siamo/

Aggiungiamo anche un  importante comunicato stampa di Massimo Follesa consigliere comunale della lista : Cittadini attivi Trissino

COMUNICATO STAMPA
Agli organi di informazione
Il mio gruppo consiliare ha ricevuto gli atti del consiglio comunale del 29 luglio 2013, come pubblicato sul blog della nostra lista civica il 4 agosto 2013. Dalla comunicazione del sindaco di Trissino Claudio Rancan risulta la chiusura dei pozzi di captazione idrica uso domestico a Castelgomberto e a Trissino; da tempo peraltro in paese è nota l’ordinanza di proibizione di attingere acqua dalla Poscola. La chiusura si riferisce al pozzo di via Oltreagno, dove Arpav e Avs hanno riscontrato significativi valori dei famigerati perfluorati pari a circa 70 nanogrammi per litro.
Dopo una rapida disamina da parte dell'aula che deve essersi conclusa in meno di mezz’ora, il sindaco è passato ad alcune comunicazioni tese ad informare i consiglieri di un fatto gravissimo. Nonostante i giri di parole il primo cittadino ha affermato che bastano 70 nanogrammi per litro per chiudere un pozzo per l’acqua potabile. Quindi tutte le sue dichiarazioni apparse sulla stampa e tese a minimizzare i fatti recenti sono del tutto fuori luogo. Nessuno in aula ha sollevato il problema di capire da quanto tempo beviamo un’acqua non idonea. Nessuno ha chiesto chi ha stabilito i livelli minimi di idoneità. Nessuno ha obiettato sul silenzio finora tenuto nei confronti dei cittadini. Tutti ora attendano che il sindaco posti sui social network una sua dichiarazione a riguardo. Ma perché non l'ha già fatto?http://cittadiniattivitrissinoanchio.blogspot.it/2013/08/il-comune-di-trissino-chiude-per-ferie.html?spref=fb
 
 
Su FB del Comune di Sarego c'è questa notizia di oggi riguardo l'inquinamento https://www.facebook.com/media/set/?set=a.419304511521067.1073741831.252202941564559&type=1
 
 
A Trissino l'acqua è sicura

Negli ultimi giorni sono state riportate dalla stampa e da alcuni blog notizie allarmistiche sulla qualità dell'acqua potabile erogata nel nostro comune, a seguito della rilevazione della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche. Desidero tranquillizzare i cittadini e ribadire che l'inquinamento derivante da queste sostanze ci ha coinvolto in modo del tutto marginale rispetto ad altre zone della provincia.
Il gestore della rete idrica, Alto Vicentino Servizi, ribadisce in una nota che " presso il pozzo San Rocco di Trissino sono stati già effettuati dei controlli analitici da parte di ARPAV su campioni di acqua da noi prelevati. Gli esiti delle analisi hanno confermato che vi è la presenza in tracce di sostanze perfluoro-alchiliche, la cui scarsa concentrazione è tale da non destare preoccupazioni. Nonostante tale considerazione, fatta da ARPAV, abbiamo preferito cautelativamente sospendere l'emungimento da tale pozzo e alimentare il sistema distributivo anche di Trissino con l'acqua proveniente dal pozzo di Spagnago di Cornedo Vicentino e con quella proveniente dalle sorgenti di Recoaro Terme (Montagna Spaccata), utilizzando il sistema acquedottistico dell’Agno. Anche il pozzo di Spagnago è stato controllato e ritenuto idoneo da ARPAV. Inoltre, autonomamente, abbiamo programmato dei campionamenti periodici sui pozzi che gestiamo; la frequenza dei futuri campionamenti sarà proporzionale alle concentrazioni che verranno eventualmente rilevate".
Anche l'ULSS 5 si è ovviamente occupata della questione e per quanto di loro competenza riferisce che " Il piano di monitoraggio è già attivo da quando si conosce il problema: sono eseguiti dosaggi sia dai gestori dei servizi idrici che dall' ULSS; i valori rilevati a Trissino nell'acqua potabile sono sempre stati del tutto tranquilizzanti, a
partire dalla ricerca CNR IRSA".
L'Amministrazione di Trissino fa parte da ieri, 6 Agosto, di un tavolo tecnico, coordinato dalla Provincia, che vede presenti anche la Regione, ARPAV e l'ULSS.
Questo gruppo di enti è in costante collegamento per monitorare la situazione e disporre le eventuali misure da adottare.
Ci auguriamo che non ci sia chi, per pura speculazione politica, intenda strumentalizzare questa delicata vicenda diffondendo notizie allarmistiche prive di qualsiasi fondamento scientifico.
Da parte nostra garantiamo che stiamo seguendo con estrema attenzione l'evolversi della situazione, e che la salute dei cittadini è stata finora, e lo sarà sempre, la nostra prima e massima preoccupazione.



....e anche Creazzo fa la stessa cosa!


http://www.comune.creazzo.vi.it/uploads/file/patrick/AVVISI/Ordinanza%2092.pdf