PROVINCIA DI VICENZA Fluoro nell'acqua: presidio e monitoraggio costanti
Ci era sfuggito a causa delle vacanze, ma questo documento è importantissimo!
Dal sito della 16 agosto 2013
PROVINCIA DI VICENZA
Fluoro nell'acqua: presidio e monitoraggio costanti
La vicenda dell'acqua potabile con presenza di sostanze per fluoro-
alchiliche (PFAS) riscontrata recentemente nell’ovest Vicentino è
arrivata sui tavoli della Provincia di Vicenza. A Palazzo Folco, su
convocazione del Servizio Acqua Suolo Rifiuti della Provincia, si sono
riuniti tutti gli attori di questa complicata vicenda, dalla Regione
Veneto alla Ulss 5, dall'Arpa Veneto al Comune di Trissino oltre,
naturalmente, ai tecnici della Miteni Spa, l'azienda che autonomamente
ha segnalato agli uffici competenti i risultati di una indagine condotta
sul sito nella quale emerge il superamento di alcuni limiti tabellari
dei parametri ambientali.
Un incontro, dunque operativo, per
capire come e dove intervenire e porre in atto tutti gli accorgimenti
per contenere ed affrontare definitivamente una problematica che sembra
avere radici più profonde della falda stessa. Se è vero infatti che
Provincia ed Arpav avvieranno tutte le indagini del caso per capire a
quanto risale questo inquinamento – tra l'altro numerosi sono stati i
passaggi di proprietà nel corso degli anni – e a chi imputare la
responsabilità dell'accaduto, dall'altra c'è da
porre in atto tutte le misure di sicurezza per evitare che la situazione degeneri.
Sebbene, infatti, dichiaratasi non responsabile, sulla ditta Miteni Spa
ricade ugualmente l'obbligo e la responsabilità non solo di porre in
atto una serie di indagini ambientali ma anche di circoscrivere la
contaminazione, evitando che questa si estenda anche al di fuori, con
conseguenze facilmente intuibili per la salute dei cittadini e la
salubrità della falda.
Oggi è stata formalmente consegnata alla
Miteni Spa la relazione del marzo 2013 del CNR da cui emerge la
presenza di PFAS nella matrice delle acque sotterranee e da più parti è
stata sottolineata la valenza ambientale e igienico-sanitaria del
problema nonché le sue dimensioni. Fermo restando le implicazioni di
natura sanitaria per cui nelle scorse settimane è stato interessato
l’Istituto Superiore
di Sanità, è sicuramente positivo, hanno
sottolineato Provincia e Comune, che l'azienda abbia ritenuto di
segnalare la questione all'autorità competenti, ma ora è tempo di porre
in atto tutte le possibili soluzioni.
Un invito ad attivarsi quanto prima è arrivato anche dall'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale.
Pertanto, in attesa della presentazione del Piano di Caratterizzazione,
l'azienda entro 30 giorni, dovrà intanto trasmettere una relazione
contenente i risultati delle indagini sulla matrice suolo e acque
sotterranee condotte sul sito, le caratteristiche dei pozzi di
emungimento già attivati per trattare l’acqua di falda e dei piezometri
presenti in loco, il modello concettuale del sito con proposta di
approfondito studio idrogeologico specifico, la descrizione dei cicli
produttivi attivi e dismessi con uso dei contaminanti riscontrati in
falda (PFAS) e la descrizione delle azioni di messa in sicurezza attive e
da attivare (con relativo cronoprogramma) con riscontro sulla efficacia
ed efficienza della stesse.
Proprio per le conseguenze di
carattere ambientale riguardanti la vicenda, la Provincia si è impegnata
a istituire e convocare ogni 30 giorni un tavolo tecnico con la ditta
per valutare lo stato dell'arte e capire se gli interventi adottati
cominciano a dare risposte efficaci. Va da sé che le misure di sicurezza
dovranno essere comunque via via implementate e definite in accordo con
tutti gli Enti.
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