Dopo la prima settimana di digiuno Don Albino Bizzotto ha mandato questo messaggio contenente una lodevole proposta da parte del Sindaco di Marano Vicentino.
SARCEDO
(Vicenza) — Ha perso 7 chili, non mangia dal 16 agosto, ma l'energia è
sempre la stessa. Ieri Don Albino Bizzotto era in piedi, ritto, e
neppure cercava l'ombra che pur avrebbe meritato ai piedi della
chiesetta di Santa Barbara, simbolo del confine tra la campagna e il
cantiere della Pedemontana a Santa Barbara di Sarcedo: «Sono figlio di
contadini, non posso accettare il disastro che stanno attuando contro le
nostre terre». Questa la convinzione del fondatore dei Beati
costruttori di Pace, che sta attuando uno sciopero della fame per
protestare contro le opere pubbliche «che cementificano e distruggono il
territorio, come la Pedemontana». Una protesta, la sua, che non potrà
però durare a lungo: i medici controllano quanto una dieta a base di
sola acqua stia compromettendo il suo fisico.
La sua azione, in compenso, ha già generato emulazioni, a partire da
alcuni collaboratori e amici. Di ieri poi è la notizia della nascita di
una sorta di staffetta del digiuno: il sindaco di Marano Vicentino,
Piera Moro, ha deciso di partire con uno sciopero della fame appena don
Albino non potrà più proseguire il suo. Accanto a lei, anche i suoi
assessori, che si asterranno dal cibo un giorno a testa, e forse anche i
consiglieri comunali. «Sono azioni che portano debolezza al corpo, ma
sanno scuotere la coscienza», è sicuro don Albino, che anche oggi
proseguirà il suo sciopero nel camper a Padova, alla Stanga
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