"Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara" (Dalai Lama)
sabato 28 dicembre 2013
giovedì 26 dicembre 2013
Altra lettera di Giovanni Fazio che questa volta scrive a Valter Peretti presidente del settore concia
Lettera aperta a Valter Peretti presidente del settore concia-scritta da Giovanni Fazio il 25 Dicembre 2013http:// www.jazzblueseindignazione.com/ 2013/12/gentile-sig.html
troppe questioni importanti hanno spinto Giovanni a scrivere la lettera ora attendiamo le risposte
Il 12 Dicembre ABC Vicenza ha partecipato alla riunione del nuovo Consiglio di Bacino Bacchiglione
Il nuovo Consiglio di Bacino Bacchiglione è il nuovo ente che la regione Veneto ha costituito per sostituire l'Ato dell'acqua.Ne fanno parte 140 comuni veneti e nell'assemblea che si è tenuta alcuni giorni fa nel padovano, si è dato il via libera alla predisposizione delle tariffe da mandare all'Autorità nazionale per l'energia elettrica che dovrà poi approvarle. Di aumento per il 2014 non si dovrebbe superare il 6,5% ma a decidere sarà l'Autorità competente. I gestori che fanno parte di questo Consiglio sono Avs,Acque Vicentine, Acegas Aps, Cvs.Unico a cui non piace il nuovo metodo tariffario transitorio e che ha votato contro è stato il sindaco di Sarego Roberto Castiglion del m5s il quale spiega va contro il referendum del 2011 nel quale si era abrogata la componente tariffaria .Dal consiglio di bacino replicano che il meccanismo resterà ma sarà fissato in modo che che venga indicizzato. Alberto Neri il sindaco di Valdagno presidente del bacino spiega che i gestori sono obbligati a restituire agli utenti la quota eccedente accumulata da dopo i referendum ma non vi aspettate grandi cifre si va infatti dai 4 euro ai 14 euro.In allegato gli articoli apparsi sul GdV, dove il sindaco di Sarego spiega perchè ha votato contro tutti
Risposta di Giovanni Fazio presidente di Cillsa a Giancarlo Dani del settore concia
http://www.jazzblueseindignazione.com/2013/12/verso-la-green-valley-senza-il.htmlGiancarlo Dani in un suo comunicato apparso sul GdV spiega come l'industra deve continuare nella vallata del Chiampo
innovandosi con la sperimentazione del futuro gassificatore dei fanghi
conciari. Anche per non rinunciare alle energie da fonti rinnovabili ! e
spinge tutti a controbattere e a fermare chi è contrario a questa
scelta!nel link il blog dell'associazione Cillsa dove Giovanni Fazio risponde a Dani.
12 -12 2013 Debutta la consulta degli utenti industriali di Acque del Chiampo
È
già al lavoro la consulta degli utenti industriali di Acque del
Chiampo, nominata a fine novembre, con una sorta di elezione vera e
propria, con urne e schede di voto, costituita da sette componenti in
rappresentanza delle quattro categorie di utenti del mondo conciario. La
prima riunione si è svolta qualche giorno fa, alla presenza
dell'amministratore unico di Acque del Chiampo Alberto Serafin e del
presidente del Consiglio di bacino Valchiampo e sindaco di Arzignano
Giorgio Gentilin. Per l'insediamento ufficiale della consulta e per
dettare una sorta di agenda degli argomenti sul tavolo della
discussione. Incontro che ha definito anche le modalità operative: sui
temi proposti verranno istituiti dei tavoli tecnici interni ad Acque del
Chiampo, gli argomenti saranno poi portati in assemblea pubblica e
discussi con le categorie economiche. http:// www.ilgiornaledivicenza.it/ stories/Provincia/ 605755_acque_del_chiampo_debutt a_la_consulta_degli_imprendito ri/
Cloruro di vinile: un caso studio di soppressione e manipolazione dei dati scientifici ad opera dell’industria chimica
il Dottor Vincenzo Cordiano che fa parte dell'ISDE medici per l'ambiente sul suo blog ci informa che il cloruro di vinile è molto pericoloso e cancerogeno
http://enzucciu.blogspot.it/2013/12/cloruro-di-vinile-un-caso-studio-di.html?spref=fb
http://enzucciu.blogspot.it/2013/12/cloruro-di-vinile-un-caso-studio-di.html?spref=fb
08-12-13 Acqua inquinata al pozzo di Bertesina «Impossibile dire da quanto tempo»
Un inquinamento da Cloruro di vinile è stato riscontrato nei primi giorni di Dicembre in un pozzo di una lolitù di Vicenza la Bertesina .Tale pozzo è stato subito chiuso ma quello che ci stupisce è che l'allarme di tale inquinante è avvenuto dopo che un privato cittadino ha fatto analizzare l'acqua del suo rubinetto.
VICENZA. C'è una notizia buona: l'impianto di decontaminazione è stato attivato nella giornata di ieri e, se tutto andrà per il verso giusto, il pozzo di Bertesina tornerà a servire la rete idrica entro fine settimana. E una cattiva: è impossibile sapere da quanto tempo sia inquinata la falda. «Purtroppo non dipende da noi», allarga le braccia Lorenzo Altissimo, direttore del Centro idrico di Novoledo. Il che significa che quel cloruro di vinile monomero, sostanza cancerogena trovata nell'acqua vicentina, potrebbe aver superato i limiti di legge da qualche giorno o, peggio, da decine di anni.
IL VERTICE. Questa la risposta che è stata fornita da Acque Vicentine e dal Centro idrico di Novolevo ai Comuni di Vicenza, Torri, Bolzano e Quinto Vicentino. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un lungo incontro, durante il quale è stato fatto il punto della situazione e si è cercato di dare alcune risposte alle numerose domande che sono state poste ai sindaci dai vicentini coinvolti. Una su tutte: da quanto quell'acqua era inquinata?
TRA DECRETI E VERIFICHE. Altissimo, con Angelo Guzzo e Fabio Trolese, presidente e direttore di Acque Vicentine, non si nasconde: «Non siamo, e non saremo, in grado di dirlo». Il presidente del Centro idrico di Novoledo, però, prende in mano i documenti e torna indietro nel tempo. «La prima direttiva europea - racconta - che è stata recepita in Italia nel 1988 non contemplava, tra le sostanza inquinanti, il cloruro di vinile monomero. Solamente dieci anni dopo, un nuovo provvedimento dell'Ue, adottato nel nostro Paese nel 2001, ha aggiunto tra i prodotti chimici da tenere sotto controllo il Cvm. La presenza di quest'ultima sostanza, però, era legata alle condotte in Pvc. Ovviamente, tutti i gestori che non hanno tubazioni composte da questo materiale, come Acque Vicentine, non si sono posti il problema. Per questo non è mai stata effettuata una verifica sulla presenza del cloruro di vinile monomero nel pozzo di Bertesina. Potrebbe essere nell'acqua anche da cinquant'anni».
CAMPIONE PRIVATO. La domanda a questo punto sorge spontanea. E come mai l'inquinamento è spuntato proprio pochi giorni fa? «Un privato - risponde Angelo Guzzo - ha inviato un campione di acqua all'Arpav, che di conseguenza ha effettuato le analisi e ha comunicato la notizia».
I particolari nel Giornale in edicola
VICENZA. C'è una notizia buona: l'impianto di decontaminazione è stato attivato nella giornata di ieri e, se tutto andrà per il verso giusto, il pozzo di Bertesina tornerà a servire la rete idrica entro fine settimana. E una cattiva: è impossibile sapere da quanto tempo sia inquinata la falda. «Purtroppo non dipende da noi», allarga le braccia Lorenzo Altissimo, direttore del Centro idrico di Novoledo. Il che significa che quel cloruro di vinile monomero, sostanza cancerogena trovata nell'acqua vicentina, potrebbe aver superato i limiti di legge da qualche giorno o, peggio, da decine di anni.
IL VERTICE. Questa la risposta che è stata fornita da Acque Vicentine e dal Centro idrico di Novolevo ai Comuni di Vicenza, Torri, Bolzano e Quinto Vicentino. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un lungo incontro, durante il quale è stato fatto il punto della situazione e si è cercato di dare alcune risposte alle numerose domande che sono state poste ai sindaci dai vicentini coinvolti. Una su tutte: da quanto quell'acqua era inquinata?
TRA DECRETI E VERIFICHE. Altissimo, con Angelo Guzzo e Fabio Trolese, presidente e direttore di Acque Vicentine, non si nasconde: «Non siamo, e non saremo, in grado di dirlo». Il presidente del Centro idrico di Novoledo, però, prende in mano i documenti e torna indietro nel tempo. «La prima direttiva europea - racconta - che è stata recepita in Italia nel 1988 non contemplava, tra le sostanza inquinanti, il cloruro di vinile monomero. Solamente dieci anni dopo, un nuovo provvedimento dell'Ue, adottato nel nostro Paese nel 2001, ha aggiunto tra i prodotti chimici da tenere sotto controllo il Cvm. La presenza di quest'ultima sostanza, però, era legata alle condotte in Pvc. Ovviamente, tutti i gestori che non hanno tubazioni composte da questo materiale, come Acque Vicentine, non si sono posti il problema. Per questo non è mai stata effettuata una verifica sulla presenza del cloruro di vinile monomero nel pozzo di Bertesina. Potrebbe essere nell'acqua anche da cinquant'anni».
CAMPIONE PRIVATO. La domanda a questo punto sorge spontanea. E come mai l'inquinamento è spuntato proprio pochi giorni fa? «Un privato - risponde Angelo Guzzo - ha inviato un campione di acqua all'Arpav, che di conseguenza ha effettuato le analisi e ha comunicato la notizia».
I particolari nel Giornale in edicola
Nicola Negrin
06-12-13 Cillsa di Arzignano interviene sulla polemica a mezzo stampa tra Associazione conciari, Regione, Acque del Chiampo, sindaco di Arzignano, vicesindaco di Montecchio Maggiore
Il
Cillsa di Arzignano interviene sulla polemica a mezzo stampa tra
Associazione conciari, Regione, Acque del Chiampo, sindaco di Arzignano,
vicesindaco di Montecchio Maggiore. La disamina dello scontro in atto
tra i soggeti sopraindicati compiuta dal Cilsa, ci prende in pieno
sulla pretattica del centrodestra sul gassificatore dei fanghi conciari.
curiosi dell'evolversi della situazione, ci permettiamo un monito visto
come si sono dipanati i fatti: l'accuratezza preceda la velocità, sulle
scelte che si devono compiere:http:// www.jazzblueseindignazione.com/ 2013/12/ gassificatoresi-accendono-le-po lemiche.html
06-12-2013 Arzignano, i conciari “frustano” Regione e Acque riguardo il trattamento dei fanghi di concia
Arzignano, i conciari
“frustano” Regione e Acque
Gli imprenditori sollecitano Venezia e la municipalizzata a rispettare i programmi, ma le risposte definite « inqualificabili»
06/12/2013
Quello del trattamento dei fanghi di concia è uno dei problemi più impellenti da risolvere.
Procedere senza indugio con l'accordo di programma integrativo
sottoscritto il 23 giugno per la realizzazione del gassificatore.
Altrimenti i soggetti responsabili di eventuali danni derivanti dal
mancato rispetto di obblighi e termini saranno chiamati a risponderne.http:// www.ilgiornaledivicenza.it/ stories/Home/ 603842_arzignano_i_conciari_fru stano_regione_e_acque/
05-12-13 L'UE risponde a Zanoni sull'acqua inquinata da sostanze perfluoro alchiliche
L'UE risponde a Zanoni sull'acqua inquinata da sostanze perfluoro alchiliche
www.andreazanoni.it
Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo
Comunicato stampa del 5 dicembre 2013
Acqua contaminata, l'UE indaga sulle misure prese dalle autorità venete
Il Commissario Ue all'Ambiente risponde all'eurodeputato Andrea Zanoni
sul caso della contaminazione delle acque potabili di trenta comuni di
Vicenza, Verona e Padova da sostanze perfluoroalchiliche: la Commissione
europea indagherà sulle misure prese. Zanoni: “Adesso vediamo se le
autorità locali avranno il coraggio di dire anche a Bruxelles che non
c'è alcun rischio per i cittadini. Mi associo ai trenta medici italiani
dell'ISDE che chiedono con la massima urgenza uno screening sanitario
dei cittadini dei comuni coinvolti”
“La Commissione europea
trasmetterà alle autorità venete le informazioni fornite”
dall'eurodeputato Andrea Zanoni “e indagherà circa le misure adottate
per porre rimedio a questa situazione”. E' la risposta del Commissario
Ue all'Ambiente Janez Potočnik alla seconda interrogazione di Andrea
Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente,
Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sulla
contaminazione delle acque potabili di trenta comuni veneti da sostanze
perfluoroalchiliche.
“Per quanto riguarda gli screening
sanitari che devono essere eseguiti dalle autorità competenti nelle zone
colpite e il possibile ricorso ad esperti indipendenti (comitato
scientifico ISDE), la decisione di effettuarli, nonché i mezzi della
loro esecuzione, rientrano nelle competenze degli Stati membri”, precisa
il Commissario Ue.
Lo scorso ottobre Zanoni si era rivolto una
seconda volta a Bruxelles in seguito all'appello di una trentina di
medici italiani dell’ISDE (International Society of Doctors for
Environment), che chiedevano con urgenza un progetto di screening
sanitario della popolazione residente nei comuni delle province di
Vicenza, Verona e Padova contaminati da sostanze perfluoroalchiliche,
ovvero da PFAS, suggerendo la collaborazione di esperti indipendenti e
possibilmente ponendo i relativi oneri a carico degli inquinatori.
“Adesso le autorità italiane e venete dovranno rendere conto alla
Commissione europea affinché siano presi i giusti provvedimenti volti ad
evitare ogni possibile rischio per i cittadini”, attacca Zanoni. “Nel
2010 la Commissione europea ha imposto agli Stati membri il monitoraggio
della presenza di tali sostanze per il biennio 2010 e 2011. Ho già
chiesto la pubblicazione dei risultati di questo monitoraggio e di
arrivare presto a regolamentare a livello Ue la presenza di tali
sostanze nell’acqua potabile”.
NOTE
Il 15 ottobre
2013, il Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik aveva risposto alla
prima interrogazione di Andrea Zanoni che “la direttiva sull’acqua
potabile non stabilisce valori limite per il contenuto di sostanze
perfluoroalchiliche (PFAS) ma lascia agli Stati membri il compito di
fissarli qualora sia necessario per tutelare la salute umana” pertanto
“la presenza di PFAS nell’acqua potabile è soprattutto un problema
locale che dovrebbe ridursi nel tempo per effetto della richiamata
legislazione e dello sviluppo di linee guida negli Stati membri”.
Una campagna di misurazioni dei pozzi eseguita a livello nazionale
dall’IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque), braccio operativo del CNR
(Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha rilevato che le acque potabili
di circa trenta comuni del Veneto sono contaminate da sostanze
perfluoro-alchiliche (PFAS). I comuni interessati si trovano
principalmente nella zona ovest della provincia di Vicenza e in
particolare nelle valli dell’Agno e del Chiampo e nel bacino del fiume
Fratta che confluisce nel canale Garzone, ma anche in alcune zone
confinanti delle province di Padova e Verona. Secondo quanto riportato
dai media, in alcuni casi la concentrazione di alcune tra queste
sostanze supererebbe i 1.000/1.500 ng/l (nanogrammi per litro),
arrivando a sfiorare soglia 2.000 ng/l in un pozzo poi chiuso di una
zona industriale di Vicenza.
I medici riferiscono di uno studio
scientifico statunitense su un analogo caso di contaminazione in base
al quale i soggetti con concentrazioni più elevate di sostanze
perfluoroalchiliche nel sangue contraggono con maggiore frequenza cancro
dei reni, cancro dei testicoli, ipercolesterolemia, malattie della
tiroide, ipertensione della gravidanza/preeclampsia, colite ulcerosa.
Alcuni studi italiani suggeriscono la probabile correlazione tra
esposizione a tali sostanze e infertilità maschile e femminile. Altri
studi internazionali dimostrano la probabile associazione e correlazione
in relazione a malattie cardiovascolari, ictus cerebrale, diabete,
linfomi e leucemie. Secondo i medici nella zona contaminata si rilevano
un maggiore numero di decessi e un più significativo consumo di farmaci e
di risorse sanitarie rispetto ad altre aree in Italia.
Ufficio Stampa Eurodeputato Andrea Zanoni
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Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04
Tel (Italia) +39 0422 59 11 19
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05-12-13Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, nel bilancio preventivo un articolato piano di interventi senza aumenti contributivi
Ammonta a € 13.854.425,00 (di cui € 11.687.347,00 derivanti dalla
contribuenza di circa 200.000 consorziati) il bilancio preventivo 2014
del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta,
approvato a maggioranza dall’Assemblea. Di tale cifra poco più di 9
milioni interesserà la salvaguardia idrogeologica, il restante servirà
all’irrigazione. L’anno prossimo è prevista la sistemazione idraulica
di 3.353 chilometri di corsi d’acqua.
Tra le opere più significative in programma vanno altresì citate: gli interventi per la sistemazione del progno Mezzane nei comuni veronesi di Lavagno, Caldiero, Mezzane (€700.000,00) e del rio Rodegotto nei comuni di Montebello, Montorso, Zermeghedo in provincia di Vicenza (€ 200.000,00); il bacino di espansione a Trissino (€ 26.151.000,00); la trasformazione “a goccia” dell’impianto irriguo di Zugliano e Sarcedo (€ 2.078.000,00); il 6° lotto dell’impianto pluvirriguo nei comuni di Sarcedo e Montecchio Precalcino (€ 3.441.000,00); il collegamento fra gli impianti irrigui di Illasi e Lavagno (€ 1.300.000,00). A ciò vanno aggiunti oltre 4 milioni di euro, che saranno destinati a completare una serie di interventi per la tutela idraulica del territorio.
Nessun aumento per il contributente rispetto ai 4 anni precedenti. “Anche quest’anno – commenta Antonio Nani, presidente dell’ “Alta Pianura Veneta” – abbiamo messo in campo un articolato programma di interventi, riuscendo a non aumentare, per il quarto anno consecutivo, l’onere contributivo. Questo è il frutto della ricerca della massima efficienza, che vede quotidianamente impegnata l’intera struttura dell’ Alta Pianura Veneta”.
(Fonte: Consorzio Bonifica Alta Pianura Veneta)
Tra le opere più significative in programma vanno altresì citate: gli interventi per la sistemazione del progno Mezzane nei comuni veronesi di Lavagno, Caldiero, Mezzane (€700.000,00) e del rio Rodegotto nei comuni di Montebello, Montorso, Zermeghedo in provincia di Vicenza (€ 200.000,00); il bacino di espansione a Trissino (€ 26.151.000,00); la trasformazione “a goccia” dell’impianto irriguo di Zugliano e Sarcedo (€ 2.078.000,00); il 6° lotto dell’impianto pluvirriguo nei comuni di Sarcedo e Montecchio Precalcino (€ 3.441.000,00); il collegamento fra gli impianti irrigui di Illasi e Lavagno (€ 1.300.000,00). A ciò vanno aggiunti oltre 4 milioni di euro, che saranno destinati a completare una serie di interventi per la tutela idraulica del territorio.
Nessun aumento per il contributente rispetto ai 4 anni precedenti. “Anche quest’anno – commenta Antonio Nani, presidente dell’ “Alta Pianura Veneta” – abbiamo messo in campo un articolato programma di interventi, riuscendo a non aumentare, per il quarto anno consecutivo, l’onere contributivo. Questo è il frutto della ricerca della massima efficienza, che vede quotidianamente impegnata l’intera struttura dell’ Alta Pianura Veneta”.
(Fonte: Consorzio Bonifica Alta Pianura Veneta)
02-12-13 Dal blog dell'assocaizione Cillsa comunicato sul registro tumori del Veneto
Blog
di Cillsa :Pochi giorni fa, in una pubblica riunione, un alto
funzionario, un medico della nostra ULSS irrideva gli allarmi di
colleghi che operano in prima linea e vedono e toccano con mano il
diffondersi dei linfomi e delle leucemie. Disse che erano tutte balle,
che non vi era nessuna prova dell'aumento dei tumori del sangue.
Tuttavia l'associazione Italiana Registro tumori ci dà un aumento in
Italia delle leucemie (+1.6%) e dei linfomi (+4.6 %) per i bambini da 0 a
14 anni!
Vi sembra normale che un bambino di un anno si ammali di
leucemia?
Vi sembra normale che nella nostra ULSS non vi sia un registro tumori e
che l'unico pensiero degli alti ranghi politico sanitari non sia
quello di istituirlo ma quello di chiudere il nostro ospedale?
http:// www.jazzblueseindignazione.com/ 2013/12/ tumori-nella-ulss-5.html
27-11-2013 Comunicato dell'associazione No Alla Centrale sull'inceneritiore dei fanghi conciari
L'Associazione No alla Centrale e il dibattito sull'inceneritore dei fanghi conciari:http://www.montecchiopiu.com/ leggi/ il-dibattito-sullinceneritore-p er-i-fanghi-conciari
Nell'ultimo mese, dopo la nomina dell'amministratore unico di Acque del Chiampo Serafin, abbiamo assistito sui quotidiani ad una serie di dichiarazioni di sindaci ed esponenti delle categorie economiche in cui tutti sembrano essere contro tutti (sindaci contro sindaci, sindaci contro Acque del Chiampo, industriali della concia contro Acque del Chiampo e viceversa ecc.). Dichiarazioni di dura contrapposizione alternati ad appelli e disponibilità al dialogo.
Per noi i temi legati allo sviluppo dell'Ovest vicentino e soprattutto alla qualità e alla tutela del benessere dei cittadini possono essere affrontati solo in una logica di territorio e non di campanilismi o interessi di parte.Detto questo, non sappiamo se e quanto queste contrapposizioni siano vere né, se e quanto siano legate a questioni personali o di interesse economico o di partito; comunque non ci interessa affatto entrare nel merito di queste polemiche, ci preoccupa però che in tutto questo si tiri in ballo il tema della gassificazione dei fanghi conciari e perfino il futuro del settore industriale della concia e con esso il destino di molte famiglie di lavoratori e lavoratrici del territorio. Sembra appunto che nessuno sappia cosa fare.
Il rischio che su questo tema si arrivi dentro una situazione di emergenza, più o meno cercata o colpevolmente non prevista. Una situazione di emergenza che poi giustifica qualsiasi scelta; anzi una sola scelta e cioè quella dell'inceneritore.
Come è noto le scelte determinate dall'emergenza, oltre ad essere molto rischiose, non hanno quasi mai portato alla soluzione dei problemi, anzi li hanno accentuati.
Oppure questo balletto di dichiarazioni può essere solo una rappresentazione di superficie, magari giustificata a da altri motivi ed interessi appunto di parte. Una discussione che sembra trovare una composizione nella annunciata costituzione della cosiddetta 'Consulta degli utenti' mentre in sotterranea, in sedi meno istituzionali e meno trasparenti, prosegue il processo per arrivare alla costruzione dell'inceneritore dei fanghi conciari.
E' necessario però evidenziare, per l'ennesima volta, un'altra questione fondamentale che emerge dalle dichiarazioni degli imprenditori: viene ciclicamente utilizzato il tema della del futuro del distretto conciario e dei posti di lavoro associando il tutto al tema dell'inceneritore dei fanghi conciari.
Ora, come abbiamo detto più volte anche noi oltre a ben più autorevoli commentatori, la crisi che attraversa da più di 5 anni il distretto della concia e non solo quello, non è stata determinata e nemmeno minimamente influenzata dalla presenza o meno dell'inceneritore dei fanghi, ma ha ben altre origini che hanno a che fare sia con la congiuntura internazionale e nazionale, sia con limiti propri del tessuto produttivo locale. Senza voler generalizzare possiamo citare ad esempio: eccessiva frammentazione delle aziende, l'incapacità di agire come sistema e la litigiosità tra imprenditori, gli insufficienti investimenti, il non adeguato posizionamento e innovazione del prodotto; oltre ad un problema dei costi di produzione e della scarsissima solidità finanziaria media delle imprese del distretto.
Tutto questo, com'è evidente, non ha niente a che vedere col fatto dell'inceneritore dei fanghi, che casomai si pone in relazione ad un altro problema reale e cioè al continuare o meno il conferimento in discarica dei fanghi ed alla questione ambientale e della salute dei cittadini più in generale.
Gli imprenditori dovrebbero altrimenti dimostrare che, con la realizzazione dell'impianto si riavvia l'intero sviluppo del distretto e si riassumono le migliaia di lavoratori licenziati nel frattempo; ma ci sembra improbabile.
Facciamo anche presente che, come ben evidenziato dalla relazione dell'apposita commissione tecnica, il trattamento dei fanghi nell'inceneritore ha un costo ben maggiore dell'attuale conferimento in discarica quindi non riduce ma aumenta i costi per le imprese. A meno che, l'insistenza sull'inceneritore dei fanghi, non nasconda in realtà la volontà di creare un businnes alternativo per chi lo controlla.
Infine, in questo nuovo percorso innovativo e partecipativo presentato dal sindaco di Arzignano come segnale di velocità e trasparenza (dopo che era stato bloccato il precedente percorso avviato, perdendo così anni), sembra rimanere in ombra la questione centrale dell'accordo di programma cioè: 'Cosa fare dei fanghi di risulta del processo depurativo'.
Se finalmente è arrivata la condivisibile scelta di non acquistare l'impianto di gassificazione norvegese, per le carenze riscontrate da Arpav (noi lo avevamo detto già nel 2008, nel forum partecipativo 'Salviamoci la pelle') rimane la domanda di fondo: Gli enti preposti, a partire dalle amministrazioni comunali che sono chiamate a scegliere, continueranno a puntare solo sulla tecnica di gassificazione?
Se la risposta è sì, è necessario però rispondere a una domanda conseguente: 'Gli impianti di gassificazione sperimentati in Italia per una molteplicità di rifiuti si sono dimostrati un gigantesco flop tecnologico; qual'è la ditta di cui attende avvalersi l'ente gestore che possa garantire standard di sicurezza in termini quasi nulli di impatto ambientale (aria, acqua, suolo) e di netto miglioramento della qualità ambientale del comprensorio conciario, che è l'obbiettivo primario dell'accordo di programma?'
Siamo coscienti che è una domanda da 100 milioni di euro, ma è quella a cui si deve rispondere prima di decidere in quanto tempo si costruisce l'inceneritore.
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